Hopkins, Miriam (propr. Ellen Miriam)
Attrice teatrale e cinematografica statunitense, nata a Bainbridge (Georgia) il 18 ottobre 1902 e morta a New York il 9 ottobre 1972. Fu una delle interpreti preferite da Ernst Lubitsch, che ne apprezzò il fascino ora languido ora aggressivo, particolarmente consono alle trame maliziose e alquanto amorali dei suoi film dei primi anni Trenta. Si conquistò un ruolo di primo piano nella commedia sofisticata, che mantenne per un decennio, senza però assurgere al rango di star, pur avendone le qualità e il carisma necessari, come dimostrano in particolare le parti da comprimaria che interpretò per Rouben Mamoulian, William Wyler e Howard Hawks.
Nonostante avesse ricevuto un'istruzione di alto livello, coronata dagli studi compiuti alla Syracuse University di New York, la H. indirizzò i suoi interessi verso il mondo della danza, divenendo a soli vent'anni ballerina di fila nelle riviste musicali di Broadway. Senza rinunciare alla carriera teatrale (che la vide impegnata nel musical e nella prosa, in ruoli brillanti e drammatici, grazie al suo eclettismo di attrice completa, di bell'aspetto, elegante e dalla limpida dizione), dedicò i suoi sforzi anche al cinema, dove debuttò sotto l'egida della Paramount Pictures in Fast and loose (1930) di Fred C. Newmeyer, con Carole Lombard. Ma fu soltanto grazie a Lubitsch, il quale l'anno successivo la scelse per il ruolo della principessa Anna invaghita dell'ufficiale Niki (interpretato da Maurice Chevalier) in The smiling lieuten-ant (1931; L'allegro tenente), che la H. espresse a pieno le qualità di vivace e spregiudicata interprete, confermandole nei successivi film del regista berlinese: Trouble in Paradise (1932; Mancia competente), al fianco di Herbert Marshall, e Design for living (1933; Partita a quattro), con Gary Cooper e Fredric March. Oltre a Lubitsch, negli anni Trenta furono soprattutto Mamoulian e Wyler a valorizzarne il talento.Prima di offrirle il ruolo da protagonista assoluta in Becky Sharp (1935), film che le valse la nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista, Mamoulian aveva già diretto la H., ancora in coppia con Fredric March, nel suo celebre e insuperato Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1932; Il dottor Jekyll). Il personaggio dell'equivoca e sventurata ragazza del tabarin qui interpretata dalla H. ‒ ruolo ripreso in seguito da Ingrid Bergman ‒ preludeva a quello dell'amorale e svergognata, e perciò più simpatica, arrampicatrice sociale Becky Sharp, capace con la sua condotta di dar voce a una profonda idiosincrasia nei confronti dell'inetta, ipocrita e corrotta aristocrazia europea. L'ironia che l'attrice seppe infondere in questa impenitente creatura dallo sguardo pungente, priva di remore morali, era riconducibile non solo allo spirito sferzante del testo da cui il film era tratto ‒ il romanzo Vanity fair dello scrittore inglese W.M. Thackeray ‒ ma anche a una tipologia di donna abituata a trattare i partner maschili come pedine di una strategia sessuale e sociale, specchio eloquente di un'epoca infida e degenerata. Contaminando il contesto del dramma in costume con l'irriverente vivacità dello stile recitativo, la H. riuscì a portarvi umori, mutuati dagli spiritosi e spregiudicati intrecci amorosi tipici dei film di Lubitsch, in particolare quello di Design for living dove, nella parte di una donna sposata, giungeva a non rinunciare a nessuno dei precedenti fidanzati.
Wyler, che nei decenni successivi le avrebbe offerto parti secondarie ma incisive in The heiress (1949; L'ereditiera) e Carrie (1952; Gli occhi che non sorrisero), le aveva affidato il complesso e tormentato personaggio di Martha Dobie in These three (1936; La calunnia), l'istitutrice bionda destinata a una tragica scelta personale in seguito alla diffamazione del proprio segreto e non ricambiato amore per il dottor Cardin (Joel McCrea). Non a caso la H. fece parte anche del cast dell'eccellente remake realizzato dallo stesso Wyler oltre vent'anni dopo, The children's hour (1961; Quelle due), nel ruolo dell'odiosa ed egoista zia di Martha, impersonata a sua volta dalla giovane Shirley MacLaine, a lei incredibilmente somigliante. I due film erano tratti dalla spietata pièce di Lillian Hellman e sceneggiati dall'autrice stessa, che avrebbe firmato anche la sceneggiatura di The chase (1966; La caccia) di Arthur Penn, dove la H. è la signora Reeves, altro ruolo di contorno, come spesso le accadde dopo gli anni Trenta, periodo cui risalgono altre due sue prestazioni di rilievo, in Barbary coast (1935; La costa dei barbari) di Hawks e in The old maid (1939; Il grande amore) di Edmund Goulding.
C. Linssen, 'Unfortunately, I am no gentleman': Miriam Hopkins, in "Skrien", 1990, 173.