miracolo
Otto delle quattordici occorrenze delle opere volgari, limitate alla Vita Nuova, al Convivio e al Paradiso, hanno il significato teologico di " fatto operato da Dio al di là del normale ordine delle cose ", secondo la definizione di s. Tommaso ‛ miraculum est quod praeter ordinem in rebus comuniter institutum divinitus fit ' (Cont. Gent. III 101, riportata in Mn II IV 1; nello stesso capitolo altre sette occorrenze - §§ 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 11 - con la stessa accezione, le sole del lessico latino di D.): con ciò sia cosa che principalissimo fondamento de la fede nostra siano miracoli fatti per colui che fu crucifisso... e molti siano sì ostinati che di quelli miracoli per alcuna nebbia siano dubbiosi, e non possano credere miracolo alcuno sanza visibilmente avere di ciò esperienza (Cv III VII 16); " Se 'l mondo si rivolse al cristianesmo ", / diss'io, " sanza miracoli, quest'uno / è tal, che li altri non sono il centesmo... " (Pd XXIV 107).
Con riferimento a Beatrice, in Vn XXIX 3 se lo tre è fattore per se medesimo del nove, e lo fattore per se medesimo de li miracoli è tre... questa donna fue accompagnata da questo numero del nove, cioè uno miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente la mirabile Trinitade; alla donna allegorica della canzone, in Cv III XIV 14 così per lei si crede [ch'] ogni miracolo in più alto intelletto puote avere ragione, e per consequente può essere.
Nell'accezione divenuta iperbolica nella nostra lingua, ma propria della voce latina, di " cosa eccezionale, che desta meraviglia ", è presente in Vn XXVI 6 8 par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare, ovviamente detto di Beatrice; e, detto della donna simboleggiante la filosofia, in Cv II Voi che 'ntendendo 50 tu vedrai / di sì alti miracoli adornezza, ripreso e spiegato in XV 11.
Ancora Beatrice è miracolo, " prodigio ", dotata cioè di qualità straordinarie oltre misura (metafora classica della lirica stilnovistica, ripresa da D. con ferma convinzione), sia quando sorride lievemente (Vn XXI 4 14 Quel ch'ella par quando un poco sorride, / non si pò dicer né tenere a mente, / sì è novo miracolo e gentile), sia quando i suoi occhi splendono tanto luminosi, tanto lieti, da accrescere le grazie del suo volto (Pd XVIII 63).