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mirabile

di Freya Anceschi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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mirabile

Freya Anceschi

. Riferito a persona, è attributo pressoché costante di Beatrice della Vita Nuova, la donna per eccellenza " degna di essere ammirata ": questa mirabile donna apparve a me vestita di colore bianchissimo (III 1; così XIV 5, XXIII 6, XXIV 3 vidi venire la mirabile Beatrice, e, come predicativo e con avverbio, come qualche altra volta, XXVI 14).

Altre due volte l'essere umano è qualificato con questo aggettivo, in quanto creatura di Dio: Intra li effetti de la divina sapienza l'uomo è mirabilissimo, considerato come in una forma la divina virtute tre nature congiunse... E se così è mirabile questa creatura... (CV III VIII 1 e 2). Di concetti astratti personificati: la mirabile Trinitade (Vn XXIX 3); la Filosofia... è donna piena di dolcezza, ornata d'onestade, mirabile di Savere (Cv II XV 3).

Riferito a cosa, spesso a circostanze o avvenimenti che sono in relazione con Beatrice, presenta una gradazione di valori, che talvolta si sovrappongono, esprimenti il senso di ammirata meraviglia causata dalla visione di oggetti o effetti che superano i limiti comuni per bellezza, eccellenza o imprevedibilità.

M. può cioè essere sinonimo di " stupendo ", " meraviglioso " (e talvolta è in correlazione con quest'ultimo aggettivo, come in Vn III 3 m'apparve una maravigliosa visione... e pareami con tanta letizia, quanto a sé, che mirabile cosa era): Vn XLII 1 Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione; Cv III VIII 12 mirabile riso de la mia donna (anche Vn XXI 8); IV VIII 9 perché veggiono fare le parentele e li alti matrimonii, li edifici mirabili, le possessioni larghe, le signorie grandi, credono quelle essere cagioni di nobilitade, e XXXII 13 (due volte); Pd III 58 Ne' mirabili aspetti / vostri risplende non so che divino; XXX 63 due rive / dipinte di mirabil primavera (altri esempi in Vn XI 1, Cv III VII 16, IV XXV 5).

Col valore di " straordinario ", " di eccezionali qualità ", in Vn XV 2 sì tosto com'io imagino la sua mirabile bellezza...; XXVI 1, e 4 le sue mirabili ed eccellenti operazioni; XLI 7, Cv II II 4, III VIII 6, XIII 11, IV V 17; XXV 12 l'ordine debito de le nostre membra rende uno piacere non so di che armonia mirabile, e XXIX 4; Pg XXX 117 questi fu tal ne la sua vita nova / virtüalmente, ch'ogne abito destro / fatto averebbe in lui mirabil prova; Pd XI 95 (e XIII 32, detto della vita di s. Francesco); XII 65 vide nel sonno il mirabile frutto / ch'uscir dovea di lui. La mirabil cosa che mi torse il viso a sé (II 25) è il globo della luna in cui D. si accorge di essere entrato. Cfr. ancora Pd XXVIII 76 se tu a la virtù circonde / la tua misura... / tu vederai mirabil consequenza / di maggio a più e di minore a meno, corrispondenza " straordinaria ", " fuori del comune ". Da segnalare anche la variante equipollente che mirabili [in luogo di notabili] fier l'opere sue, di Cangrande, in Pd XVII 78; cfr. Petrocchi, ad locum. Equivale a " sorprendente ", perché insolito, in Pd XVI 4 O poca nostra nobiltà di sangue, / se glorïar di te la gente fai / qua giù... / mirabil cosa non mi sarà mai; e al v. 85 non dee parer mirabil cosa / ciò ch'io dirò de li alti Fiorentini; XXII 96 Iordan vòlto retrorso / più fu, e 'l mar fuggir... / mirabile a veder che qui 'l soccorso.

In Vn XIV 4 mi parve sentire uno mirabile tremore incominciare nel mio petto da la sinistra parte, al significato di " insolito " pare aggiungersi quello di " strano ".

Vocabolario
miràbile
mirabile miràbile agg. [dal lat. mirabĭlis, der. di mirari «ammirare, meravigliarsi»]. – 1. Degno d’ammirazione, che desta grande ammirazione: virtù, valore m.; con pazienza, con diligenza m.; con m. prontezza di spirito, con m. sangue...
mirabile dictu
mirabile dictu ‹miràbile ...› locuz. lat. (propr. «cosa mirabile a dirsi»). – Espressione usata per enfasi come inciso anche in contesti italiani, insieme con altre analoghe, come mirabile visu, mirabile auditu («mirabile a vedersi, a udirsi»),...
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