MIR
. Forma di organizzazione sociale e anche politica autonoma, propria delle campagne e dei borghi della Russia antica.
Il mir, come fatto storico, trae le sue origini dai primitivi rapporti delle tribù, delle famiglie e delle comunità ed è espressione della vita in comune fatta fin dai tempi più remoti dal popolo russo. Nella sua forma primitiva l'organizzazione del mir rappresentava una cellula autonoma indipendente dell'intera organizzazione del popolo e del territorio. Con lo sviluppo del principio dello stato, l'organizzazione del mir conservò tuttavia il suo carattere di autonomia, specialmente durante la fase di sviluppo dello stato, quando questo era solo alla superficie della vita del popolo e non era ancora penetrato in profondità. L'organizzazione del veče (assemblea popolare che veniva consultata dal principe negli affari dello stato) dell'antica Russia del periodo pre-mongolico, era l'espressione di questa autonomia dei mir regionali e provinciali; e il principio del mir si esprimeva già nei primi stadî della vita storica del popolo russo con l'accumulamento di tradizioni sociali, con la creazione di istituti giuridici, sulla base di consuetudini, per la difesa della giustizia e della sicurezza, nei quali si svilupparono delle forme di partecipazione pubblica, durate poi a lungo nelle inchieste e nella discussione delle cause. I tribunali "kopnye" della Russia meridionale nel secolo XV e secoli seguenti senza dubbio continuavano questo primitivo diritto, a base di usanze, della Russia antica, che ha avuto il suo riflesso anche nel codice di leggi "Russkaja Pravda" del sec. XI. Con una pienezza e originalità particolare i principî del mir hanno avuto il loro sviluppo nell'organizzazione dei mir della Russia settentrionale, dove si ha il mir per eccellenza. Le condizioni più favorevoli per lo svolgimento dei mir erano offerte dai popoli di composizione sociale e giuridico-sociale più o meno uniforme, dove le differenze e i contrasti sociali non avevano aspetti molto pronunciati, fissati anche nel diritto. Nelle parti settentrionali del regno moscovita il latifondo privato non si era sviluppato col lavoro forzoso o semiforzoso dei contadini; la popolazione rurale vi fu invece press'a poco uniforme per quasi tutta la durata della sua vita storica, e più tardi nei secoli XVIII e XIX non fu asservita alla gleba, giacché i contadini dipendevano direttamente dallo stato. E appunto in simili ambienti di un'uniforme vita sociale e giuridica, dove le differenze e i contrasti sociali non erano molto accentuati, il mir ha avuto nei secoli XV-XVII una vita particolarmente piena e intensa, sviluppando tutte le sue caratteristiche fondamentali.
Il mir rappresentava qui l'autorità suprema per la comunità, accanto a quella dello stato; era il custode degl'interessi economici della comunità, custode dei principî giuridici tanto nella coscienza della comunità, quanto anche nel riconoscimento dato all'autorità dello stato. Al mir spettava la cura degl'interessi spirituali della comunità; e a questo riguardo esso si fondeva con la comunità della chiesa, con la parrocchia, unificando tutta la popolazione nella chiesa parrocchiale.
Lo sviluppo organizzativo del mir, che in tempi antichi non era regolato da alcuna norma scritta, determinò la formazione di una certa gerarchia dei mir. La prima istanza era rappresentata dai mir di piccole dimensioni territoriali, i quali riunivano insieme alcuni villaggi più o meno grandi, collegati fra loro unicamente da interessi d'ordine economico e dall'usufrutto del terreno in comune (boschi, prati, acque, ecc.); l'istanza seguente erano i mir delle volost′, di ordine superiore ai precedenti e che abbracciavano zone territoriali più vaste (le volost′). Con l'andar del tempo sorse un'associazione più lata: il mir zemskij vsesojuznyj (mir provinciale di tutte le associazioni), che abbracciava la popolazione di tutto un distretto; cioè una di quelle unità amministrative più o meno grandi, nelle quali era suddiviso il regno moscovita. Questi mir di interi distretti non erano, naturalmente, dei centri di vita popolare che svolgevano un'azione continuata; si radunavano solo nei casi di maggiore importanza (le numerose mirskija čelobitija [suppliche dei mir], dirette allo zar dai mir distrettuali, sono una traccia eloquente della loro azione). Più tardi sorse un'altra nuova organizzazione dei mir, che abbracciava tutto il regno: il zemskij sobor, che per lo spirito e il significato della vita del popolo rappresenta il vertice di tutto il sistema dei mir. Nei tempi torbidi, quando il potere statale moscovita non riusciva a farsi sentire, le funzioni dei zemskij sobor, portatori della piena coscienza nazionale e del potere di una data regione, furono assunte nelle regioni settentrionali del regno dai singoli mir di distretti.
L'organo supremo e principale del mir era il mirskoj schod (la riunione del mir) o mirskoj sovet (il consiglio del mir) cioè la riunione degli abitanti dei villaggi, che facevano parte di una data comunità e possedevano in essa un terreno e una casa (nei mir dei gradi più elevati la riunione era naturalmente fatta su base più larga e più numerosa). Nelle riunioni dei volost′, e tanto più in quelle dei distretti, era inevitabile l'elezione di rappresentanti, la quale però secondo ogni probabilità non fu regolata e normalizzata in precedenza; le decisioni anche in questi casi venivano prese in nome di tutta la comunità ("tutti i contadini hanno il loro posto") a base di unanimità tradizionale, obbligatoria anche per l'esercizio del veče dell'antica Russia. L'organizzazione del mir della Russia settentrionale abbracciava non solo la popolazione rurale propriamente detta, ma anche quella dei borghi, e i mir distrettuali erano, sotto questo riguardo, organi effettivi di tutta la popolazione del paese; per i distretti centrali moscoviti invece ciò era impossibile per la differenza più pronunciata esistente fra le basi su cui si svolgeva la vita dei villaggi e quella dei borghi urbani. Le organizzazioni del mir coi suoi organi esecutivi (i starosta, i golova, i celoval′niki-prisjažnye), lo stato e il potere statale esistevano e agivano su linee parallele, mutando, s'intende, i rapporti reciproci a seconda dei tempi. Lo stato moscovita tenne sempre conto in un modo o nell'altro dell'importanza e della parte spettante ai mir prestando orecchio alle loro suppliche considerate come la voce del paese.
In due campi si svolgevano soprattutto questi rapporti fra lo stato e il paese; nel campo giuridico-amministrativo e in quello finanziario. Fin dai tempi antichi le comunità amministravano la giustizia per mezzo di organi elettivi e mantenevano l'ordine e la sicurezza nei villaggi. Era pure il mir a ripartire il tributo (tjaglo) fra i suoi componenti secondo le possibilità di ognuno di essi e sulla base della responsabilità e della garanzia collettiva. Così lo stato solo per mezzo degli organi del mir veniva a contatto con la vita della popolazione; ma tale organizzazione fu modificata nel sec. XV, quando le comunità dei contadini vennero sottoposte all'autorità dei namestnik o volostel′, agenti del potere centrale, che misero sotto la loro dipendenza nella sfera giuridico-amministrativa gli agenti del mir. Tuttavia il mir conservò il suo potere; anzi la legge prescriveva agli agenti del mir di procedere negli affari giudiziarî e altri con la partecipazione degli starosta dei mir e dei "migliori" o "buoni uomini" della comunità (v. le ustavnyja gramoty del sec. XV, il Sudebnik del 1497, e altri).
I difetti di questo sistema dei namestnik e di altri hormlenščiki, che vivevano a spese della popolazione locale, e i forti abusi e atti arbitrarî che venivano compiuti da loro, provocarono nella prima metà del sec. XVI l'abolizione di questo sistema di governo esercitato dal centro e il ristabilimento della piena autonomia dei mir. Nella prima metà del sec. XVI furono istituiti i cosiddetti gubnye starosty e gubnye celoval′niki, eletti dal mir e incaricati dell'esercizio della polizia e della giustizia penale; più tardi agli agenti eletti dal mir fu affidata anche tutta l'autorità giudiziaria, amministrativa e finanziaria locale. Questa riforma molto importante compiuta nei tempi dello zar Ivan IV il Terribile ebbe però per conseguenza dei fatti completamente nuovi nella vita autonoma del mir. Il mir, quale organo della comunità indipendente, sul quale era basata l'unità degl'interessi materiali e morali dell'intera comunità, diventava ora non solo e non tanto un organo indipendente, quanto un organo del potere statale. Questa fusione di due elementi, dell'associazione autonoma della comunità e dell'unità regionale dell'amministrazione governativa, ebbe per risultato di sottomettere in ultimo il primo elemento al secondo. A questo seguirono l'accrescimento del numero degli organi elettivi e la regolamentazione della loro azione; ma questi organi di origine elettorale si trasformavano facilmente in puri e semplici agenti dello stato, pur mentre la comunità del mir assumeva la responsabilità delle loro azioni. Siffatta tendenza alla trasformazione dell'organizzazione del mir fu molto forte, diminuendo gradatamente l'importanza di quest'antico organo della vita popolare e sottomettendolo al potere dello stato, pur conservando apparentemente i principî di autonomia e d'indipendenza della comunità. Dall'inizio del sec. XVII il governo aumentò ancora la sua pressione sui mir, con la creazione dell'ufficio amministrativo dei voivodi di distretto, cioè con l'istituzione di un rappresentante del potere centrale, il voivoda, che aveva per scopo di rafforzare l'ordine nello stato e di contribuire a realizzare l'eccezionale sforzo finanziario, reso necessario dalla politica interna ed estera dello stato moscovita. Gl'interessi dello stato si posero in prima linea, lasciando in secondo piano gl'interessi locali; il mir venne chiamato a collaborare col voivoda precisamente in questo senso, e gli organi del mir vennero sottoposti al voivoda. Questa crisi attraversata dai mir fu accompagnata nel sec. XVII dall'inasprirsi dei contrasti sociali interni, che nel loro complesso portarono un grave colpo alle istituzioni provinciali e alla comunità: l'autonomia del mir cominciò a esprimere non più le necessità della comunità e a soddisfare le sue esigenze morali e materiali, ma cominciò invece a essere effettuata come un grave obbligo statale. Il mir, come forma della vita sociale e dell'autonomia della popolazione, superò questa fase critica della sua storia e continuò a esistere e ad agire anche nelle nuove condizioni di vita, ma perdette sempre più la sua importanza con lo sviluppo di nuove forme di rapporti sociali, con l'aumento della pressione burocratica e della penetrazione sempre più profonda della sorveglianza statale nella vita del popolo. Un borgo e un villaggio verso la fine del sec. XVII (cioè dopo l'Uloženie, codice di leggi, del 1649) cominciano a differire fra loro anche nei territorî settentrionali del regno moscovita; la cresciuta indipendenza dei contadini dai proprietarî terrieri va togliendo parte del popolo all'organizzazione del mir; che vive ancora soprattutto nella sfera dei liberi contadini statali, i cosiddetti černosošnye cioè liberi e dipendenti direttamente dal potere statale. I contadini dei proprietarî terrieri, i servi della gleba dei secoli XVII-XIX, godevano dell'autonomia solo in forme molto limitate; nei terreni, dove i contadini pagavano i loro tributi in natura, vi era ben poco posto per l'autonomia, mentre invece là dove i contadini pagavano un tributo in denaro, la vita del mir era più libera ed era considerevole l'importanza dei suoi eletti, degli starosta e altri, poiché la ripartizione dei pagamenti veniva fatta dal mir. Tuttavia anche nei latifondi, per raccogliere i tributi e per mandar ad effetto gli obblighi giuridico-polizieschi, intervenivano persone elette dal mir, per ordine degli stessi proprietarî, naturalmente sotto responsabilità assunta da questi ultimi e non dal mir. Nel sec. XVIII l'organizzazione del mir si conservò anche nei borghi, benché il sempre crescente influsso dell'amministrazione urbana ne limitasse qui la sfera d'azione, finché la riforma del 1785, che diede vita all'autonomia urbana, per tutti i ceti, pose fine alle riunioni dei mir nei borghi. Nella prima metà del sec. XIX l'organizzazione del mir delle comunità rurali venne fissata da precise disposizioni legislative, riguardanti naturalmente solo i contadini appartenenti allo stato. Dopo una serie di ukaz (1805, 1811, 1812) in questo senso, nei quali venne stabilita con precisione la composizione degli schod del mir (riunioni del mir) e delle loro funzioni, il Codice di leggi (t. IX, 1832) diede una formula precisa alla comunità rurale del mir e del suo funzionamento (articoli 406-408). Più sistematicamente ancora fu regolamentata l'organizzazione del mir dei contadini appartenenti allo stato nel 1838, quando fu istituito il Ministero dei beni statali. Questi regolamenti riguardanti le comunità rurali servirono di base per il sistema dell'amministrazione dei contadini servi della gleba, creato dopo la loro liberazione. Bisogna tener ben presente che questo mir dei contadini del sec. XIX differisce sostanzialmente dalle comunità autonome vere e proprie dei tempi antichi: l'autonomia dei contadini del sec. XIX è puramente formale ed è sottoposta a una stretta sorveglianza e controllo dagli organi dell'amministrazione statale, che amministra la vita dei contadini in tutte le direzioni; autonoma è forse una sola sfera, cioè il prelevamento delle imposte dello stato e la loro ripartizione, come anche l'amministrazione dei terreni comunali e del loro usufrutto (la responsabilità generale di tutti nel pagamento delle imposte e nel compimento degli obblighi riunisce insieme il mir dei contadini). L'introduzione nel 1889 dell'istituto del zemskij načalnik (capo dell'amministrazione provinciale), investito del potere giuridico-amministrativo, venne a limitare molto l'importanza anche di una tale autonomia dei mir, posta ora sotto il controllo di questo nuovo istituto del potere locale. Più tardi, nel sec. XIX, una serie di misure contribuì all'ulteriore e completo annichilimento dei mir: da una parte l'abolizione della responsabilità collettiva delle comunità per i loro componenti (1903), dall'altra le misure prese da P. A. Stolypin (1910-1911) per liberare i contadini dalle comunità e trasformare il possesso in comune del terreno in proprietà personale, individuale. Con queste misure il mir dei contadini perse il legame che univa i contribuenti, e si preparò la sua fine che avvenne nel 1917 quando, effettuata la ripartizione generale dei terreni fra i contadini, i nuovi decreti del potere sovietico riguardanti le questioni agrarie distrussero completamente anche le ultime tracce dell'organizzazione del mir, la quale aveva accompagnato tutta la vita storica del popolo russo, ed era stata in lunghi periodi della sua storia la piena espressione della sua vita giuridica, morale e materiale. La coscienza dell'autoritȧ suprema morale e formale del mir fu viva per lungo tempo, e lasciò una traccia profonda nel linguaggio popolare russo, dove con l'idea del mir è collegata una serie di concetti importanti: il mir era testimone e garante dei diritti e della regolarità giuridica, testimone di una buona riputazione e rivelatore degli abusi di una persona: "In mezzo al mir (qui nel senso di compagnia, solidarietà umana di altri uomini) anche la morte è bella"; i miroedy (i mangiatori del mir), e i miroprodavcy (traditori del mir) nel linguaggio popolare sono degli uomini nemici della solidarietà del mir. Come unione di carattere anche morale, la parola mir è passata anche nel linguaggio letterario russo, benché il procedere dello sviluppo dei rapporti sociali e delle forme del governo russo avessero da molto tempo relegato nel mondo delle tradizioni la vera e propria comunità del mir. Alla scomparsa del quale però hanno collaborato, tanto il potere dello stato, come anche il fatto che lo stesso mir è stato spesso contrario ai principî di libertà personale e all'indipendenza economica di un individuo e ha reso così necessaria questa libertà nelle nuove condizioni dello sviluppo economico e sociale della Russia nei secoli XIX e XX.
Bibl.: M. Bogoslovskij, Zemskoe samoupravlenie na russkom severe v XII v. (L'autoamministrazione terriera nel settentrione russo nel sec. XVII), I e II, Mosca 1909 e 1912; A. A. Kizevetter, Posadskaja obščina v Rossii XVIII stoletija (La obščina nella Russia del sec. XVIII), Mosca 1903; H. H. von Laesch, Die Mir-Verfassung, ihre Entstehung, Ausbildung und ihr Abbau, Berlino 1932.