mio (meo; plur. anche mia)
1. L'aggettivo e pronome di I singol. indica che una determinata persona, cosa o qualità (‛ mio figlio ', ‛ i miei occhi ', ‛ la mia camera ', ‛ la mia virtù ') è intesa come facente parte delle caratteristiche e dell'ambito fisico e spirituale del soggetto che narra, o che ne è un'estrinsecazione processuale (‛ il mio parlare ', ‛ il mio vedere ', ‛ la mia dimanda ') o, più raramente, che il soggetto stesso fa parte dell'altrui ambito fisico e spirituale (cfr. i tipi, pur frequenti, ‛ la mia donna ', ‛ il mio signore ', ‛ il mio duca ', ‛ mio padre '), con una varia espansione dei rapporti logici e comportamentali dall'interno all'esterno - in tal caso, con possibili connotazioni partecipativo-affettive, formalmente esplicitate, ad es., dalla posposizione dell'aggettivo m. al sostantivo di cui è attributo - e, inversamente, dall'esterno verso l'interno dell'io.
1.1. Queste complesse - e formalmente equivoche - funzioni sono espresse dalle circa 1150 attestazioni di m. nelle opere di D.: statisticamente più frequenti nella Vita Nuova (con 242 attestazioni, pari a circa l'1,28% del lessico totale), le occorrenze di m. sono meno frequenti nella Commedia (623 occorrenze, pari a circa lo 0,62% del lessico totale) e rispettivamente più rare nelle Rime (135 attestazioni, incluse quelle piuttosto numerose [67] delle Rime dubbie) e nel Convivio (151).
1.2. Per quanto riguarda l'uso dell'aggettivo m. nei generi e nei numeri (per i limitati casi di pronome, cfr. 4. e 5., 5.1.), al singolare il femminile prevale sul maschile nella Vita Nuova, nel Convivio e nelle Rime (rispettivamente con 118, 87 e 83 occorrenze contro 79, 53 e 43) per l'uso frequente di nessi con ‛ donna ', ‛ anima ', ‛ mente ' (e con sostantivi astratti, quali ‛ veduta ', ‛ visione ' nella Vita Nuova: cfr. 3., 3.1., 3.2.). Nella Commedia, invece, il maschile prevale sul femminile, con 310 occorrenze contro 198. Del plurale, la Vita Nuova reca 38 attestazioni del maschile e 7 del femminile, e analogamente le Rime 21 del maschile (compreso un ‛ mie' ', nelle Rime dubbie) contro 8 del femminile, il Convivio 11 contro 10 e la Commedia 87 (di cui 4 ‛ mie' ') contro 28, anche in relazione all'uso, frequente in tutte le opere, del nesso di ‛ miei ' con ‛ occhi '. Soltanto in If XXII 111 quand'io procuro a' mia maggior trestizia è preferibile leggere mia invece di miei (così anche la '21): questa peculiarità popolare toscana (Petrocchi, ad l.), tradita dal Triv. e convalidata da altri codici, ma puristicamente rifiutata a favore del normativo ‛ miei ', ben s'inquadra, dal punto di vista stilistico, nella facies comica delle ironiche parole di Alichino. Solo nel Fiore appaiono ‛ meo ', ‛ mie ', " mio ", e nel Fiore e nel Detto gli scorciati ‛ mi ' e ‛ me ' (cfr. 5., 5.1.).
2. Nell'uso aggettivale l'ordine assolutamente prevalente nelle opere in prosa è costituito da: articolo determinativo + m. + sostantivo. Soltanto in Vn III 2 l'ordine inizia con articolo indeterminativo, come inebriato mi partio da le genti, e ricorsi a lo solingo luogo d'una mia camera (" di camera mia "), unico esempio in D. di questo costrutto che, invece, ritroviamo nel Boccaccio, ad es, in Dec. II 6 72, III 9 36, IV 38 con " una sua madre ", " una sua donna ", rispettivamente da intendersi col valore determinato di " sua madre ", " la sua donna " (v. Migliorini, Storia della lingua italiana, Firenze 1961, 229).
Nelle opere in poesia, invece, m. è frequentemente o posposto al sostantivo di cui è attributo, o non preceduto da articolo, con chiaro valore determinato anche se non mancano accezioni indeterminate e locuzioni in cui l'uso dell'articolo non era di norma (l'uso senza articolo in posizione di predicato nominale è comune, con determinati nessi, anche alla prosa); posposizione dell'aggettivo m. e mancanza di articolo, costanti nelle espressioni allocutive tranne in Rime dubbie XVI 4 t'amo seguire / in ciascun tempo, dolce il mio signore (anche da questo punto di vista la ballata rivela improbabile l'attribuzione a D.), sono cumulate in Rime XLIV 8 e Pg XIII 111 (cfr. 2.2. e 2.4.1.). La somma delle frequenze delle due strutture raggiunge, specialmente nell'uso del singolare femminile e del maschile plurale, anche la metà dei casi complessivi.
Dalla posposizione, sempre tonica, di m., specialmente se in rima o in cesura, proviene una viva enfasi espressivo-affettiva, che fa di m. non tanto un elemento che indica possesso dell'io (cfr. Pd XIX 11 io vidi e anche udi' parlare lo rostro, / e sonar ne la voce e " io " e " mio "), quanto ne connota la viva partecipazione sentimentale. Tuttavia, la posposizione di m. è ricercata anche per evitare incontri vocalici: tale è da giudicarsi la preferenza per l'ordine li occhi miei rispetto a quello li miei occhi, pur non inattestato; cfr. Vn V 2 la linea retta che movea da la gentilissima Beatrice e terminava ne li occhi miei; XI 2 lo tremare de li occhi miei; XXIII 17 4 veggendo li occhi miei pien di pietate; 25 57 Levava li occhi miei bagnati in pianti; Rime LI 2, LVIII 2 in ombra d'Amore / negli occhi miei sì subito apparisti; LXVII 16 diceano a li occhi miei / quei de la bella donna; LXVIII 5 che avean li occhi miei di tale stella. Come mostrano alcuni di questi esempi, la posposizione di m. coincide con la rima o la cesura del verso, è dà a m. un particolare rilievo, ritmico ed espressivo insieme. Del Convivio cfr. II II 1 quella gentile donna... parve primamente, accompagnata d'Amore, a li occhi miei e prese luogo alcuno ne la mia mente, e 2 passionata di tanta misericordia si dimostrava sopra la mia vedovata vita, che li spiriti de li occhi miei a lei si fero massimamente amici; II Voi che 'ntendendo 33 De li occhi miei dice questa affannata. Per la Commedia, cfr. If XIV 18 ciò che fu manifesto a li occhi miei; XXXI 99; Pg I 16 Dolce color d'orïental zaffiro / ... a li occhi miei ricominciò diletto, e 85 Marzïa piacque tanto a li occhi miei; XXXII 1 Tant'eran li occhi miei fissi e attenti; Pd XXX 75 così mi disse il sol de li occhi miei. L'articolo, pur apparentemente assente, è preposto a ‛ occhi ' soltanto in Pg X 117 sì che' miei occhi pria n'ebber tencione; Pd XVIII 21 ché non pur ne' miei occhi è paradiso; XIX 6 raggio di sole... / che ne' miei occhi rinfrangesse lui. L'incontro vocalico è evitato anche in If XV 94 Non è nuova a li orecchi miei tal arra, e nei nessi con ‛ anima ' (Pg II 110, XIII 137 la paura ond'è sospesa / l'anima mia, XV 115, XXXI 128, Pd XXII 122, XXXI 89), ‛ animo ' (If I 25 l'animo mio, ch'ancor fuggiva; XIII 70 L'animo mio, per disdegnoso gusto), ‛ intelletto ' (Pd XXVI 37; ma If XV 28 'l viso abbrusciato non difese / la conoscenza süa al mio 'ntelletto: vi si osservi la distribuzione chiastica dei termini), ‛ imagine ' (Pg XVII 21, Pd I 53), ‛ imaginar ' (Pg XVII 43), ‛ esser ' (Pd XXVI 58 l'esser del mondo e l'esser mio), ‛ occhio ' (Pg X 25). È chiaro che ragioni eufoniche, ritmiche e di risalto espressivo-affettivo sono, in alcuni casi, inscindibilmente connesse.
2.1. Nella Vita Nuova, dei 15 casi in cui ' mia ' è posposto al sostantivo, 10 sono in poesia, di cui 5 in rima (XXXIV 7 1 Era venuta ne la mente mia / la gentil donna, e 8 1; XXVI 5 2 la donna mia quand'ella altrui saluta; XXXII 5 7, XXXIII 7 18, XII 10 3 sì che la scusa mia, la qual tu cante, / ragioni poi con lei lo mio segnore; XXVII 4 7 allor sente la frale anima mia / tanta dolcezza; tra le attestazioni in prosa, cfr. XXXVIII 6 ricordarmi de la gentilissima donna mia; spesso la posposizione di m. coincide con una pausa del discorso), e degli 8 casi di assenza di articolo uno solo è in prosa (IX 1 la gentile donna ch'era stata mia difesa; in X 1 in poco tempo la feci mia difesa, l'uso predicativo del medesimo sintagma esclude la possibilità dell'uso con articolo); per l'uso - protonico - in poesia, cfr. XIV 11 1 Con l'altre donne mia vista gabbate, e XII 14 37 che le saprà contar mia ragion bona. L'uso appellativo - sempre tonico - ricorre in XII 15 43 Gentil ballata mia; XXXIII 5 6 Anima mia, ché non ten vai?; diversa è la collocazione di m. in XXXI 17 71 Pietosa mia canzone, or va piangendo, ma ancora in relazione all'accento (sulla quarta sillaba del verso).
Dei 10 casi di ‛ miei ' posposto, 5 sono in poesia, 3 volte con ‛ occhi ' (XXIII 17 4 e 25 57, XXXVII 6 2), una con ‛ spiriti ' (XXIII 22 38 e furon sì smagati / li spirti miei, che ciascun giva errando) e ‛ sospiri ' (XXXII 5 1 Venite a intender li sospiri miei, / oi cor gentili, ché pietà 'l disia) e 5 in prosa, 4 volte con ‛ occhi ' (V 2, XI 2, XXXVII 2 e 4) e una con ‛ spiriti ' (si vede XIV 8 Allora io, riposato alquanto, e resurressiti li morti spiriti miei ... dissi a questo mio amico queste parole: si osservi la diversa funzione espressiva del tonico miei e del protonico mio). Uso appellativo si ha soltanto in XX 8 24 Diletti miei, or sofferite in pace.
‛ Mio ' è solo 3 volte posposto al sostantivo (XXX 2, XXIV 2, XXIII 19 19 la vista vergognosa / ch'era nel viso mio giunta cotanto) e una non preceduto da articolo (IX 11 11 ov'era lo tuo cor per mio volere), in una locuzione, forse di origine non italiana (ma v. 2.2. per Rime LII 4; e v. 5.). Da considerarsi diversamente, infine, gli usi predicativi di Vn I le parole le quali è mio intendimento d'assemplare in questo libello, e V 4 certe cosette per rima, le quali non è mio intendimento di scrivere qui.
2.2. Nelle Rime, su 83 casi di ‛ mia ', 20 sono posposti (collocazione distanziata dell'articolo si osserva nell'elaborato e faticoso CXI 2 da la circulazion del sol mia nona; nelle Rime dubbie, sono in rima 10 casi su 29 complessivi) e 24 sono privi di articolo (con ‛ donna ' nella sestina provenzaleggiante [CII 4 s'accorse ch'ell'era mia donna, in un sintagma predicativo] e nella ballata assai stilizzata: LVI 16 Ma per crescer disire / mia donna verrà / coronata da Amore, in una proposizione priva di articoli determinativi; e con una locuzione avverbiale, in LXVII 5 contro mia voglia). Ambedue i fenomeni sono cumulati in XLIV 8 è forte a lingua mia di ciò com parla, e nell'uso appellativo (L 14 donna mia; Rime dubbie XV 12 donna mia gentile; Rime LVI 12 Fioretta mia bella; XCI 81 Canzon mia bella; ma LXVI 1 gentil donna mia, CXVI 76 O montanina mia canzon; in Rime dubbie XVIII 2 'l bel piacire / che nel mio cor di voi, mia donna, è nato, il probabile gallicismo sintattico consuona con l'improbabile attribuzione dantesca del sonetto; cfr. Contini, ad l.).
Su 20 casi di ‛ miei ', 12 sono posposti, tutti con ‛ occhi '. ‛ Mio ', su 43 attestazioni complessive, è posposto soltanto in 5 casi, in cesura o in rima: LII 4 al voler vostro e mio, cfr. 2.1.; LXVIII 12 e 'l viver mio (omai esser de' poco); XCVI 6 del lungo e del noioso tacer mio; non è preceduto da articolo soltanto in LXXXIII 2 non per mio grato, in una locuzione tradotta dal provenzale " per mon grat " (Contini, ad l.).
Uso appellativo in CXVI 12 fa, signor mio, che innanzi al mio morire / questa rea per [" da "] me nol possa udire, ove il ritmo insiste sul primo mio, su me e, pur in misura minore, anche sul secondo mio.
2.3. Nel Convivio, ‛ mia ' è posposto in 17 casi su 87, preferibilmente dopo ‛ anima ' (II VIII 16, IX 1, 2 e 7, X 11), ma anche con parole inizianti con consonante (I III 4 del... dolce seno - nel quale nato e nutrito fui in fino al colmo de la vita mia; III IV 3 non pur a quello che lo mio intelletto non sostiene, ma... a quello che io intendo sufficiente [non sono], però che la lingua mia non è di tanta facundia che dire potesse ciò che nel pensiero mio se ne ragiona). ‛ Miei ' lo è in 3 casi su 11 (soltanto con ‛ occhi '), ‛ mio ' in 3 casi su 53 (II XV 7 la prima demonstrazione di questa donna entrò ne li occhi de lo 'ntelletto mio; X 4 lo consentimento mio piegava inver di lui; III IV 3).
‛ Mia ' non è preceduto da articolo in 7 casi (II I 4 mia intenzione è qui lo modo de li poeti seguitare; III V 7 non è mia intenzione qui narrare: si tratta di espressioni predicative; I III 4 contra mia voglia, locuzione avverbiale: v. 2.2.); sono esempi più sicuri i seguenti: I III 5 non solamente mia persona invilio, ma di minor pregio si fece ogni opera; IV 13 non solamente a quelli a li quali mia fama era già corsa, ma eziandio a li altri; II II 2 più da sua gentilezza che da mia elezione venne ch'io ad essere suo consentisse, ove si osservi l'uso parallelo di sua e mia senza articolo (cfr. III I 4 o per volere d'Amore o per mia prontezza); II V 18 quelli... a cui io fo mia dimanda (v. 2.4.1.).
L'uso appellativo in II V 14 Figlio, vertù mia, figlio del sommo padre, che li dardi di Tifeo non curi... Figlio mio, armi mie, potenzia mia, e IV XXVII 11 Oh misera, misera patria mia!, in contesti chiaramente accorati.
2.4. Nella Commedia, su 198 occorrenze complessive - in 119 delle quali è attributo di sostantivo astratto -, ‛ mia ' è posposto in 46 casi (2 in rima, If XVIII 67 I' mi raggiunsi con la scorta mia; Pd XXII 74 la regola mia / rimasa è per danno de le carte; per Pg XIII 111, v. oltre). Si osserva una sfumatura affettiva in Pg VIII 71 dì a Giovanna mia che per me chiami / là dove a li 'nnocenti si risponde, XXIII 87 Sì tosto m'ha condotto / a ber lo dolce assenzo d'i martiri / la Nella mia, e 92 Tanto è a Dio più cara e più diletta / la vedovella mia, che molto amai.
2.4.1. ‛ Mia ' non è preceduto da articolo in 49 casi, in 37 dei quali è attributo di un sostantivo astratto; cfr. If II 130 tal mi fec'io di mia virtude stanca; VII 72 Or vo' che tu mia sentenza ne 'mbocche; Pd XXII 55 L'affetto... e la buona sembianza / ... così m'ha dilatata mia fidanza; XX 12 cominciaron canti / da mia memoria labili e caduci; XXXIII 62 quasi tutta cessa / mia visïone; If XVIII 82 E'l buon maestro, sanza mia dimanda, / mi disse; Pg XIII 77 e però non attese mia dimanda; If X 47 Fieramente furo avversi / a me e a miei primi e a mia parte; Pd XIV 84 vidimi translato / sol con mia donna in più alta salute (cfr. XVII 7); spesso il sintagma attributivo formato da ‛ mia ' + sostantivo occupa l'ultima parte del verso. Invece, all'inizio del verso tale sintagma ricorre in Pg XIX 132 mia coscïenza dritto mi rimorse; XXII 16 mia benvoglienza inverso te fu quale / più strinse mai di non vista persona; XXIII 47 Questa favilla... mi raccese / mia conoscenza; Pd X 63 lo splendor de li occhi suoi... / mia mente... in più cose divise; XXXIII 62.
‛ Mia ' è posposto e non preceduto da articolo soltanto in Pg XIII 111 fui de li altrui danni / più lieta assai che di ventura mia.
2.4.2. Per l'uso con nomi di parentela, cfr. Pg III 115 vadi a mia bella figlia; XXVII 104 mia suora Rachel; Pd XVI 35 Da quel dì che fu detto ‛ Ave ' / al parto in che mia madre... / s'allevïò di me; If XXII 49 Mia madre a servo d'un segnor mi puose; Pd XV 137 mia donna venne a me di val di Pado; ma Pg XXIV 13 La mia sorella, che tra bella e buona / non so qual fosse più.
L'uso allocutivo in Pg VI 29 o luce mia, e 127 Fiorenza mia, XVII 73 O virtù mia, XXXII 129 O navicella mia, Pd XV 88 O fronda mia, XVII 13 O cara piota mia, XXIV 28 O santa suora mia, sempre in inizio di verso.
2.5. Diversamente da ‛ mie ', anteposto al sostantivo nelle sue 4 occorrenze (If XXXIII 48, Pg X 59, XXXI 22 e Pd XXVII 87) e sempre protonico, ‛ miei ', tonico, è posposto in 39 casi, di cui 10 in rima, tutti dopo ‛ occhi ' (v. 2.) tranne in Pg III 121 Orribil furon li peccati miei. ‛ Miei ', protonico, non è preceduto da articolo in If X 47 e Pd XXXIII 29 tutti miei prieghi / ti porgo; in Pg XIII 114 già discendendo l'arco d'i miei anni, la '21 reca di miei anni e vari codici de [cioè de'] miei anni. L'uso allocutivo in Pg XXI 13 O frati miei, Dio vi dea pace.
2.6. ‛ Mio ' è posposto in 95 casi, di cui 17 in rima: di questi, 9 ricorrono nel Paradiso (XV 72 fece crescer l'ali al voler mio; XVI 16 Voi siete il padre mio, e XX 79; XXI 49 ella, che vedëa il tacer mio; XXIII 48, XXIV 128, XXVI 58, XXVII 22-23 e XXXI 66); per le altre cantiche, cfr. If II 73 Quando sarò dinanzi al segnor mio; X 30 m'accostai / ... un poco più al duca mio; XXVII 133 Noi passamm'oltre, e io e 'l duca mio; XXXI 131 le man distese, e prese 'l duca mio, e Pg II 20, VII 9; If XXXIII 50 e Anselmuccio mio / disse, è notevole per la carica affettiva. ‛ Mio ' non è preceduto da articolo in 19 casi (If X 20 non tegno riposto / a te mio cuor; Pg XI 87 l'eccellenza ove mio core intese; If XV 88 e XVII 61 procedendo di mio sguardo il curro; Pd XXXI 53 La forma general di paradiso / già tutta mïo sguardo avea compresa; If XXXII 4, Pg IV 78, XIX 18 e 140; XXI 88 Tanto fu dolce mio vocale spirto; XXII 84, XXIV 6; XXVII 139 Non aspettar mio dir più né mio cenno; Pd II 14; VIII 57 io ti mostrava / di mio amor più oltre che le fronde; XIV 132; XXX 31 ma or convien che mio seguir desista; XXXIII 28 E io, che mai per mio veder non arsi.
A questi si aggiungano 7 casi con nomi di parentela: If X 60 mio figlio ov'è?; Pg X 84 mio figliuol che m'è morto; XI 59 Guiglielmo... fu mio padre; XX 59 la testa di mio figlio fu; Pd VIII 76 se mio frate questo antivedesse; XV 94 mio figlio fu e tuo bisavol fue, e 136 Moronto fu mio frate. E 4 casi di locuzioni avverbiali (anche queste probabilmente di prestito gallico: v. 2.1., 2.2.): Pg XIX 88 Poi ch'io potei di me fare a mio senno; XIII 41 credo che l'udirai, per mio avviso; XXIX 80 quanto a mio avviso; Pd VII 19 Secondo mio infallibile avviso.
2.6.1. L'uso allocutivo è attestato 25 volte, nei tipi figliuol mio (If III 121, XI 16, XV 31, Pg IV 46, XV 89, XXVII 20, Pd XXVI 115: il sintagma ritorna spesso in fine di verso), maestro mio (If IV 46, VII 37, XXII 43, XXVI 49, XXXII 82, XXXIII 104, XXXIV 101, Pg IV 36 e 76), e in quelle che possono considerarsi varianti allocutive: O dolce segnor mio (Pg IV 109), O dolce padre mio (XV 124), Dolce mio padre (XVII 82), padre mio (Pd XVII 106), Segnor mio (Pg X 86), O Segnor mio (XX 94), segnor mio (Pd VIII 86), Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace (XXXI107); O frate mio (Pg XIII 94), Frate mio (XXIX 15); O duca mio (If XXIX 31); inoltre, con nomi propri di persona: Casella mio (Pg II 91), O Marco mio (XVI 130), Cesare mio (VI 114), in inizio di verso.
Di ‛ mio ' si ricordi l'uso in enjambement, in Pg XXVI 98 il padre / mio e de li altri miei miglior.
2.7. ‛ Mie ' è posposto in 9 casi, di cui 3 in rima (If XXVII 74 l'opere mie / non furon leonine, ma di volpe; Pg XXV 34 Se le parole mie / ... la mente tua guarda e riceve; Pd XVI 12 ricominciaron le parole mie; ma Pg XXXIII 101 saranno nude / le mie parole) e uno in enjambement: Pd XXIX 69 se le parole / mie son ricolte. Non è preceduto da articolo in Pg II 108 l'amoroso canto, / che mi solea quetar tutte mie voglie (raro caso di uso pleonastico di ‛ mi ' in un contesto ove appare m.) e VII 124 al Nasuto vanno mie parole. Uso allocutivo in Pg XXXIII 11 sorelle mie dilette.
3. Per quanto concerne gli ambiti espressivi dei sostantivi che hanno m. quale attributo, nella Vita Nuova predomina ‛ donna ' (30 volte), e seguono ‛ vita ' (8 volte), ‛ memoria ' (6 volte), ‛ beatitudine ' (6), ‛ imaginazione ' (5), ‛ anima ' (5), ‛ vista ' con i sinonimi ‛ veduta ' e ‛ visione ' (7 volte complessive); con 3 occorrenze ‛ mente ', ‛ persona ', ‛ condizione ', ‛ fantasia ', ‛ voce ', ‛ camera '. Con ‛ miei ' predomina ‛ occhi ' (17 volte), ‛ spiriti ' (8), ‛ sospiri ' (4), e ‛ pensieri ', ‛ penser ' ‛ pensamenti ' (4 volte complessive). Con ‛ mie ', ‛ donne ' (3) e ‛ parole ' (2). Con ‛ mio ', ‛ cuore ', ‛ cor ' (11 volte), ‛ intendimento ' (6), ‛ segnor(e) ' (5), ‛ parlare ' (4), ‛ amico ' (6), ‛ pensero ' (5), ‛ secreto ' (3), ‛ stato ' (3).
L'uso di m., nella Vita Nuova, è concentrato attorno ad alcuni nuclei semantici, tematicamente importanti nella struttura dell'opera, e può, quindi, considerarsi distributivamente non disperso.
3.1. Nelle Rime, con ‛ mia ' prevalgono ancora ‛ donna ' (11 volte), ‛ anima ' (11), ‛ vita ' (10), ‛ mente ' (8), e, mentre non compaiono i nessi di m. con ‛ beatitudine ', ‛ imaginazione ', ‛ vista ', vi appaiono quelli, poeticamente tradizionali, con ‛ speranza ' (5) e ‛ morte ' (3). Con ‛ mie ' ritorna 3 volte l'associazione con ‛ parole ' (LXXXIV 1, CXVI 6 e Rime dubbie XVI 22) e una volta con ‛ parolette ', diminutivo che non sorprende nella ballata Per una ghirlandetta (LVI; cfr. v. 12 Fioretta mia bella, e 18 Le parolette mie novelle, ove anche novelle è forma ipocoristica e, insieme, gallicismo). Con ‛ miei ', 8 volte ‛ occhi ' e 3 volte ‛ sospiri ' (LVI 14 dirò la [" alla "] donna mia / che port'in testa i miei sospire; Rime dubbie III 9 1 li mie' sospir, e ‛ pensieri ' (XCI 28 E' miei pensier, che pur d'amor si fanno); il nesso con ‛ spiriti ' ritorna 2 volte, in LI 12 dolenti / son li miei spirti per lo lor fallire, e XC 65 ché gli spiriti miei son combattuti / da tal ch'io non ragiono. Nel quadro di queste corrispondenze tra Rime e Vita Nuova si distacca leggermente l'uso dei nessi con ‛ mio ': 5 volte con ‛ cor ' e ‛ signore ', ma nelle Rime sono più numerosi i nessi con infiniti sostantivati, cioè con sentire, viver, parere (parire in Rime dubbie XVIII 5), guardar, podere, tacer, parlar, morire, sapere; ne nascono sintagmi in cui il significato del verbo si presenta caratterizzato processivamente: cfr. XCVI 6 del lungo e del noioso tacer mio, e CIII 1 Così nel mio parlar voglio esser aspro.
3.2. Nel Convivio i tipi sintagmatici con ‛ mia ' sono più rari nel II trattato (20 tipi contro 14 del I e 11 sia del III che del IV, 7 dei quali non ricorrono né nel I né nel II). Altrettanto dicasi di quelli con ‛ mio ', 12 nel I trattato, 16 nel II, 8 nel III e 3 nel IV. Si trascurano, data la scarsa frequenza, i tipi con ‛ mie ' e ‛ miei '. Nonostante la generale dispersione distributiva, opposta alla concentrazione lessicale osservabile specialmente nella Vita Nuova, con ‛ mia ' prevalgono, ancora, ‛ donna ' (11 volte, nel III e IV trattato), ‛ anima ' (11), ‛ mente ' (9), ‛ vita ' (4 volte); una differenza è costituita dall'uso di 6 nessi con ‛ intenzione ' (spesso con funzione predicativa). Con ‛ mio ', ‛ amore ' (4 volte, nel solo IV trattato), ‛ volgare ' (3 volte), ‛ intelletto ' (3).
3.3. La distribuzione di m. nella Commedia dev'essere considerata dal punto di vista (a) della frequenza assoluta e relativa, (b) dei nessi con sostantivi, (c) della frequenza delle combinazioni stesse.
3.3.1. Per (a), tranne che nel femminile singolare (35 casi in Inferno, 64 nel Purgatorio, 99 nel Paradiso), altrove si nota o equilibrio (‛ mio ': 104 Inferno, 105 Purgatorio, 101 Paradiso) o punte lievemente maggiori nel Purgatorio (‛ mie ': 6, 13, 9; ‛ miei ', ‛ mie ': 20, 34, 29). Per la maggiore frequenza del femminile singolare, il Paradiso è la cantica in cui m. è più usato (238 casi), seguito da Purgatorio (217) e Inferno (165).
3.3.2. Per (b) si osserva che:
I) le 35 attestazioni di ‛ mia ' sono distribuite nell'Inferno su 25 tipi di nessi; nel Purgatorio, 64 attestazioni su 49 tipi nuovi e 5 comuni con quelli dell'Inferno; nel Paradiso, 99 attestazioni su 25 tipi nuovi, 7 comuni con quelli delle altre due cantiche, 5 con quelli del solo Inferno e 10 con quelli del solo Purgatorio; per mia, " miei ", v. 1.2.;
II) le 101 attestazioni di ‛ mio ' nell'Inferno sono distribuite su 41 tipi; nel Purgatorio, 105 attestazioni su 37 tipi nuovi e 4 comuni con quelli dell'Inferno; nel Paradiso, 101 attestazioni su 23 tipi nuovi, 10 comuni con quelli delle altre cantiche, 8 con quelli dell'Inferno e 13 con quelli del solo Purgatorio;
III) di ‛ miei ' le 20 attestazioni dell'Inferno sono distribuite su 13 tipi; le 34 del Purgatorio su 12 tipi nuovi e 5 comuni con l'Inferno; le 29 del Paradiso su 5 tipi nuovi, 4 comuni con le altre due cantiche, uno con l'Inferno e 2 con il Purgatorio;
IV) di ‛ mie ' le 6 attestazioni dell'Inferno sono distribuite su 6 tipi; le 13 del Purgatorio su 9 tipi nuovi e 2 comuni con l'Inferno; le 9 del Paradiso su 5 tipi nuovi e uno comune con le altre cantiche. Da questi dati risulta che le combinazioni tipiche delle singole cantiche sono:
Una maggiore inventiva tipologica caratterizza, quindi, Purgatorio e Paradiso.
3.3.3. Per (c) si osservi che con ‛ mia ' i sostantivi più usati sono ‛ donna ' (un'attestazione nel Purgatorio e 22 nel Paradiso) e ‛ mente ' (2, 2, 11); seguono ‛ scorta ' (4, 1, 1), ‛ anima ' (3 Purgatorio, 2 Paradiso); ‛ virtù ', ‛ virtute ' (2, 3, 2); ‛ vista ', ‛ veduta ', ‛ visione ' (1, 5, 8); ‛ memoria ' (1, 1, 6). La maggiore frequenza di ‛ mia ' nel Paradiso si collega anche con l'uso di termini tipici, quali letizia, grazia, mercede, cantate, speranza, fidanza, salute, confessione, bellezza, natura, fantasia, oltre al sostituirsi della guida (1 Purgatorio, 1 Paradiso) di Dante.
Con ‛ mio ' i sostantivi più usati sono, nelle prime due cantiche, ‛ duca ' (32 Inferno, 20 Purgatorio) e ‛ maestro ' (21, 14), seguiti da ‛ signore ' (4, 6, 2), ‛ viso ' (2, 3, 4), ‛ padre ' (1, 6, 2), ‛ figlio ', ‛ figliuolo ' (4, 5, 2), attestati nelle tre cantiche; solo nelle ultime due, ‛ vedere ' (1, 4), ‛ disio ', ‛ disire ' (2, 6). Numerosi anche nella Commedia gl'infiniti sostantivati con m. quale attributo (parlar, 2 Inferno, 4 Paradiso; dir, 1 Inferno, 1 Paradiso, ove si hanno anche 2 dicer; partire; dubbiare, 1 Inferno, 1 Paradiso; veder, 1 Purgatorio, 4 Paradiso; reverire, pianger, piacer, uscir, rider, lacrimar, vivere, mormorar, tornar nel Purgatorio; voler, venir, girar, tacer, attender, esser, cantar, seguir nel Paradiso), alcuni dei quali coincidono con quelli usati nelle Rime (v. 3.1.). Del Paradiso si ricordi l'insistente iterazione di ‛ luogo ', in XXVII 22-23 Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, / il luogo mio, il luogo mio che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio, nell'apostrofe, impetuosamente drammatica, di Pietro; è superfluo osservare la posposizione dell'aggettivo e il suo uso in rima e in cesura.
Con ‛ miei ' il sostantivo più usato è ‛ occhi ' (5, 10, 18), rispetto al quale ha scarso rilievo il confronto con i rari ‛ prieghi ' (2 Purgatorio, 2 Paradiso), ‛ passi ' (1 Inferno, 5 Purgatorio), ‛ disii ', ‛ disiri ' (1 per cantica).
Con ‛ mie ' ritornano soltanto ‛ parole ' (1, 3, 4) e ‛ luci ' (1 Inferno, 1 Purgatorio); ricorrono una sola volta i nessi con gli altri sostantivi.
Pur nelle differenze contestuali, l'unità formale dei nessi nelle varie opere è garantita dalla prevalenza, in tutte, di alcuni, quali ‛ mia ' + ‛ donna ', ‛ mente ', ‛ anima ', ‛ mie ' + ‛ parole ', ‛ miei ' + ‛ occhi '; in parte, di altri, quali ‛ mia ' + ‛ vista ', ‛ memoria ', ‛ mio ' + ‛ signore ', ma particolarmente ‛ mio ' + infinito sostantivato.
4. L'uso di m. preceduto da articolo e non seguito da sostantivo, è limitato, nella Vita Nuova, a 4 casi del maschile singolare: II 2 quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono; VII 3 3 guardate / s'elli è dolore alcun, quanto 'l mio, grave; XXXVIII 6 maggiore desiderio era lo mio... di ricordarmi de la gentilissima donna mia; XVIII 8 perché altro parlare è stato lo mio?. Nelle Rime, a un solo maschile plurale (XCI 18 Entrano i raggi di questi occhi belli / ne' miei innamorati), se ne affiancano 4 nel maschile singolare: XCI 5 'l suo valor si pur avanza, / e 'l mio sento mancare (non raro caso di contrasto tra possessivi); C 36 'l freddo lor spirito ammorta: / e 'l mio più d'amor porta; CIII 54 Così vedess'io lui fender per mezzo / lo core a la crudele che 'l mio squatra; Rime dubbie VIII 4 'l suo desio nel congelato lago / ed in foco d'amore il mio si posa (anche qui, al contrasto tra pronomi si affianca quello tra contenuti espressivi, tra loro divergenti). Nel Convivio, vi sono 2 casi di maschile plurale (II IX 5 li occhi suoi e li miei si guardaro) e 2 di maschile singolare: I XIII 7 uno medesimo studio è stato lo suo e 'l mio; e II XII 2 né 'l mio né l'altrui consolare valea, ov'è difficile parlare di pronomi, trattandosi solo di m. preceduto da articolo e non seguito da sostantivo; dalla funzione pronominale sono affatto da disgiungersi i casi seguenti: I XIII 7 questo medesimo studio è stato mio (" di me ": se ne osservi la differenza dal passo dello stesso paragrafo, sopra citato); III IV 5 la colpa si dà a lo 'ntelletto e al parlare che è mio, ove m. è predicato.
Le condizioni non sono diverse nella Commedia, ove, con questa struttura e per lo più in rima o in cesura, ricorrono 9 ‛ miei ' (If XXIII 28 Pur mo venieno i tuo' pensier tra ' miei; Pg VIII 50 non sì che tra li occhi suoi e ' miei / non dichiarisse ciò che pria serrava; XVII 10 pareggiando i miei co' passi fidi / del mio maestro; Pd XV 35 dentro a li occhi suoi ardeva un riso / tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo / de la mia gloria e del mio paradiso; XXVIII 14 furon tocchi / li miei [occhi] da ciò che pare in quel volume; XXXI 142 Bernardo, come vide li occhi miei / nel caldo suo caler fissi e attenti, / li suoi con tanto affetto volse a lei, / che ' miei di rimirar fé più ardenti: al contrasto tra gli aggettivi possessivi corrisponde quello tra pronomi); ‛ miei ' ha significato di " parenti " (e, di conseguenza, " compagni di partito ", " condiscepoli "), in If X 84 perché quel popolo è si empio / incontr' a' miei [gli Uberti, come Farinata] in ciascuna sua legge?, e cfr. il v. 47; Pg VIII 120 a' miei [i Malaspina] portai l'amor che qui raffina; XXVI 98 il padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d'amore usar dolci e leggiadre. ‛ Mio ' è attestato 6 volte: Pg I 57 esser non puote il mio [volere] che a te si nieghi; V 87 con buona pïetate aiuta il mio [disio]; Pd I 53 de l'atto sue, per li occhi infuso / ne l'imagine mia, il mio si fece; XII 33 L'amor... / mi tragge a ragionar de l'altro duca / per cui del mio sì ben ci si favella; XVIII 3 si godeva... del suo verbo / quello specchio beato, e io gustava / lo mio; XXII 63 il tuo alto disio / s'adempierà in su l'ultima spera, / ove s'adempion tutti li altri e 'l mio (cfr. Pg V 87). Come predicato, in Pg XI 84 l'onore è tutto or suo, e mio in parte, m. non è preceduto da articolo. Per il femminile, v. If III 19 e Pd VI 9, ove il sostantivo cui si riferisce è ‛ mano '; e If XVII 112.
5. Nel Fiore è attestato 2 volte ‛ meo ': V 9 Amico meo, in rima con Deo e Matteo, e XIV 4 non far grazia al meo domandamento. La forma scorciata ‛ me' ' ritorna con ‛ cor ', ‛ core ' in VII 6, CLII 3; inoltre in XLIV 4 al me' comando, LXVII 7 al me' desire. Per ‛ mio ', cfr. XI 4 un grande amico... mi solea / in ogne mio sconforto confortare, e CXLVI 11 molto nel mio cuor e' me n'adiro; è posposto in XCIX 13 ma i' fo il fatto mio sanza romore, in cesura, e nell'appellativo Amico mio, CXCIX 1. È privo di articolo in LXVII 6 istanotte ti tenni in mio dormire, ov'è attributo di un infinito sostantivato. La forma scorciata ‛ mi' ' costituisce la penultima parola del verso in XXXV 9 dal mi' segnore (cfr. XXXVIII 7 mi' segnor, in altra sede del verso); LXVIII 3 il mi' volere (v. 2.1.); XCII 7 il mi' peccato, CI 5 mi' vantaggio, CXXV 8 mi' amore, CL 8 il mondo mi' parea (ove m. è predicato), CXCVI 4 mi' frate (senza articolo, in quanto nome di parentela); in altra sede, in XXXII 6 si sforzava forte / in ogne mi' sacreto far palese (cfr. XI 4, citato), e CCXIX 1 Figliuol mi', tu farai un saramento (per ‛ mie ', v. oltre).
Tra le attestazioni di ‛ mia ' senza articolo, cfr. XXXVIII 12 Se Fortuna m'ha tolto or mia ventura, e CC 6 ch'i' de mia malattia fosse sanato. Oltre che negli appellativi Figlia mia (CXLI 7), figliuola mia (CXLIV 9) e Anima mia (LXVII 5, in rima), ‛ mia ' è posposto in CXLI 1 Dritta a la camera a la donna mia / n'andò la vecchia, in rima.
‛ Miei ' è posposto al sostantivo in C 13 cogli atti miei gli so gli occhi fasciare; per la forma ‛ mie ', cfr. XLVII 6 co' mie' pensieri, e CCXXXI 2 tutti i mie' benfattori.
‛ Mie ', quale plurale femminile, appare, ad es., in CXXV 2 le mie difensioni, e CXXVI 4 le mie sentenze. Quale maschile singolare, secondo un uso che sembra soprattutto senese antico e attribuibile alla proclisia (Parodi, in " Romania " XVIII [1889] 108), in CCXXIV 4 pensai... / di fornirvi mie pelligrinaggio.
Per la funzione pronominale, cfr. XVII 11 sì tosto fu 'l su' cuor col mio saldo; LXXVI 6 'l vostro cuor non crede / com'io dentro dal mio ne son crucciato; CV 6 gli altru' fatti son tutti una ciancia / verso de' mie'.
5.1. Nel Detto le forme scorciate sono le uniche attestate nel maschile: cfr. lo me' cor (vv. 40 e 174), 'l me' cor (vv. 77, 226 e 246); 118 e 'l mi' sermone, 346 per mi' agio, 459 Mi' detto ancor non fino, 180 che' mie' pensier voltati / hanno ver lei; ‛ mi' ' è usato anche con funzione pronominale: 83 ma non del mi', certano, 109 fa che si' a diletto / del mi'. Per ‛ mia ', cfr. v. 192 la mia spera [" speranza "], 205 di mia partita, 257 Amor l'ha... / nella mia mente pinta, 330 mostra benvoglienza / d'aver mia benvoglienza.