MINOTAURO (Μινώταυρος, Minotaurus)
Ricorre col nome di Tauros Minoios su di un vaso calcidese, con quello di Thevru Minu su di uno specchio etrusco. Era figlio di Pasifae e del toro inviato da Posidone. La sua uccisione per opera di Teseo è uno degli episodi più antichi della tradizione eroica raffigurati nell'arte greca. Nelle rappresentazioni più antiche Teseo e il M. stanno in piedi l'uno di fronte all'altro, oppure quest'ultimo è raffigurato in ginocchio. Il M. ha l'aspetto di uomo con la testa di toro. In monumenti arcaici tanto il M. quanto Teseo indossano un corto chitone o portano solo una cintura. In epoca più tarda il M. appare nudo, come già in figure di sostegno databili all'epoca geometrica. Talvolta esso compare anche con una coda di toro ed ha il corpo ricoperto di peli.
Il M. è rappresentato su lamine auree di Corinto e fasce bronzee da scudi argivi. Sporadico è questo motivo su vasi corinzî e calcidesi. Dell'Etruria, si può ricordare la hydrìa della Polledrara. Spessissimo la scena di lotta fra Teseo e il M. ricorre su vasi attici a figure nere. Qui il mostro si difende talvolta con pietre che è in atto di scagliare. In attitudine di fuga esso compare su altri vasi a figure nere, mentre in fuga o in lotta, lo presentano i vasi a figure rosse (vol. 1, p. 152, fig. 224; vol. iii, p. 158, fig. 197). Su questi ultimi l'episodio della lotta sembra essere preferito nell'età del maturo arcaismo, e si trova nella forma monumentale sulla metopa del Thesauròs degli Ateniesi a Delfi.
Nel corso del sec. V sorge un nuovo tipo: Teseo che sta in piedi accanto al corpo ucciso del Minotauro. Su vasi della fine del sec. V (per esempio la coppa di Aison, vol. i, p. 177, fig. 224) Teseo trascina per un corno o un orecchio il M. ucciso fuori della porta del labirinto.
L'antico schema della lotta si trova nella metopa del tempio sul Kolonòs Agoràios ad Atene, e in un gruppo del quale sono conservati frammenti di copie in marmo (Vaticano, Museo delle Terme, Atene). Al tipo di questi gruppi statuarî di dimensioni più grandi del vero si pensa appartenesse quello che Pausania (1, 24, 1) nomina come esistente sull'acropoli di Atene.
Il gruppo bronzeo di Afrodisiade di agile fattura risale forse ad un modello ellenistico. La scena del M. si trova anche su urne etrusche. Caratteristico è uno speccbio etrusco sul quale Eracle è rappresentato (come risulta chiaramente dalla iscrizione e dagli attributi) sul M. morto.
Su pitture parietali romane, su mosaici, (vol. 11, p. 927, fig. 1188) sarcofagi e gemme, pure di età romana, noi troviamo tanto il gruppo in lotta quanto Teseo accanto al mostro ucciso. Artisticamente importante è una pittura di Ercolano sulla quale i fanciulli ateniesi salvati ringraziano l'eroe che sta in piedi vicino al corpo del Minotauro.
L'immagine del M. compare isolata come figura di appoggio sull'ansa di un tripode geometrico e, inoltre, su un pìnax corinzio. Su monete di Cnosso vediamo il M. in ginocchio con la testa di fronte. Anche come insegna dei soldati romani in età repubblicana viene nominato il M. (Plin., Nat. hist., x, 16; Festus, p. 148, 234 M). Per Roma è da ricordare un M. rappresentato su una lastra fittile dal Foro Romano.
Singolare è la raffigurazione interna di una coppa etrusca a figure rosse: un idillio familiare, Pasifae col figlio M. in grembo. Una caricatura della lotta di Teseo contro il M. si trova nella Casa del Menandro a Pompei.
Bibl.: H. Brunn, Urne Etrusche, Berlino 1890, tavv. 31-32; S. Reinach, Rép. Stat., II, 1898, pp. 693-4; G. Körte, in Strena Helbigiana, Lipsia 1900, p. 165; Berlin Führer Bronzen, Lipsia-Berlino s. a., tav. 49; Fouilles de Delphes, IV, tav. 39; Helbig-Amelung, Führer Rom3, Lipsia 1912; C. Robert, Griechische Heldensage, II, 2, Berlino 1920; E. Pfuhl, Maler. u. Zeichn., Monaco 1923, fig. 656; Jahrbuch, XLIII, 1928, pp. 130-1, figg. 75-6; R. Paribeni, Guida Museo naz. delle Terme, Roma 1932, n. 530; O. Elia, Pitture Museo Naz. Napoli, Roma 1932, nn. 20; 143; A. Maiuri, La Casa del Menandro, Roma 1933, fig. 60; E. P. Blegen, in Am. Journ. Arch., XLI, 1937, p. 139, fig. 3; Recueil Pottier, p. 353, fig. i; C. V. A., Gallatin, 2, tav. 51, 399, i; J. D. Beazley, Et. Vas. Paint., tav. 10, 3; E. Kunze, Olympische Forschungen, II, Berlino 1950, p. 120; J. D. Beazley, Black-fig., 1956, p. 727 sono citati 90 vasi; id., Red-fig., pp. 28, 2; 35; 11; 40, 70; 46, 16; 49, 55; 54, 3; 55, 7; 125, 49; 128, 95; 194, 19; 195, 2; 288, 46; 357, 29; 370, 5; 372, 30; 378, 11; 382, 1; 386, 35; 565, 14; 575, 8; 660; 739, 4; 800, 20; K. A. Neugebauer, Die Griech. Bronzen der Klass. Zeit (Staat. Mus. Berlin, Kat. der Stat. Bronzen, II), Berlino 1957, n. 66; B. Schweitzer, in Charites, Godeberg 1957, pp. 175-81, tav. 30.