MINORI
Centro abitato situato sulla costiera amalfitana, nella breve insenatura dove sfocia il torrente Regina minor. Nella costiera amalfitana, tra Positano e Maiori, sono state rinvenute numerose iscrizioni, molte delle quali portando il titolo Augusti libertus ci permettono di avanzare l'ipotesi che la località doveva per gran parte rientrare nei domini imperiali e doveva possedere numerose ville della famiglia imperiale. E se la villa romana di Positano (v.) doveva appartenere ad un liberto di Claudio, la bella villa romana di M. dovette appartenere molto probabilmente, se non ad un membro della famiglia imperiale, ad un personaggio della più ricca aristocrazia romana.
La villa romana di M., sorgendo lì dove il torrente Regna minor sfocia a mare, riceveva da questo torrente l'approvvigionamento idrico per il sontuoso ninfeo triclinare, per la vasca del giardino e per le attrezzature termali. È una villa a due piani: del piano superiore avanzano pochi e non chiari elementi, sufficienti però a comprendere che questo secondo piano fu costruito non insieme al piano inferiore, ma successivamente come ulteriore ampliamento della villa. Ben conservato è il piano inferiore che, con le sue solidissime strutture appoggiate al colle doveva fungere anche da terrazzamento. Costruito entro un rettangolo di circa 55 m per oltre 20 si articola intorno ad una vasta sala triclinare con ninfeo, ed è preceduta, aprendosi sul lato S sul mare, da un ampio giardino circondato su tre lati da un portico: portico e giardino, quest'ultimo avente al centro una piscina di circa 12 m per 7, occupano un'area leggermente maggiore di quella occupata dalla stessa parte fabbricata. Anteriormente al portico si sviluppa il prospetto, formato da una serie di semicolonne ricoperte di stucco rosso riquadranti nicchie rettangolari. Sull'ala sinistra il prospetto a semicolonne gira seguendo un corpo avanzato che doveva ripetersi anche sul lato opposto.
Aperta sul mare, la villa si articola chiaramente intorno ad un asse mediano formato dall'ampio triclinio a ninfeo e dalla piscina. Il lato meridionale è occupato da una serie di alloggi padronali, mentre il lato settentrionale è occupato dalle sale termali, dai relativi servizi e da due nobili e riccamente decorati ambienti nella parte postica, ambienti di non chiara destinazione. Notevole, pertanto, da un punto di vista architettonico la chiarezza della pianta, che si differenzia nettamente da quella nota in Campania ad Ercolano o Pompei; accostandosi parzialmente al tipo delle ville di Stabia, e costituendo quasi una esemplificazione del tipo di villa aristocratica posta sul mare. La scala meridionale che conduceva al piano superiore (quella simmetrica a settentrione è solo parzialmente esplorata) diminuisce, salendo, sia in larghezza che nell'alzata e nella pedata, creando così un interessante e voluto effetto prospettico, per cui la scala sembra acquistare una ampiezza e una profondità di gran lunga maggiore di quella reale; notevole, ancora, la sala immediatamente a S del ninfeo, per la sua copertura a vela, girata, su pianta rettangolare, con grossi conci ad anelli concentrici.
Se pochi sono stati gli oggetti ritrovati, perché la villa in tempi non lontani fu raggiunta da scavatori clandestini, interessante è la decorazione pittorica e musiva. Un accurato mosaico in bianco e nero, con scene di caccia e con rappresentazione di animali marini orna il triclinio-ninfeo. Notevole la decorazione pittorica: un elegante motivo di viticci avvolge le semicolonne del prospetto, il peristilio aveva su fondi rossi o gialli ricchi motivi decorativi: ma preminenti, per ricchezza e per qualità, gli affreschi del ninfeo e delle sale interne: sono qui motivi tipologicamente non lontani da quelli noti a Pompei o ad Ercolano, ma condotti con mano più scaltra, che si estrinseca in un diseguo sottile e garbato: la sintassi decorativa di ciascun ambiente è controllata ed equilibrata. Le pitture non sono tutte coeve: quelle del prospetto sembrano risalire al primitivo impianto della villa, alla metà cioè del I sec. a. C., mentre quelli dell'ala settentrionale possono essere datati alla fine del I sec. d. C. Nel complesso comunque formano un interessante e vario ciclo di affreschi, dipinto probabilmente da maestranze non campane.
La villa romana di M. costruita alla metà del I sec. a. C., fu distrutta da un'alluvione dopo la fine del I sec. d. C.
Bibl.: A. Schiavo, I Monumenti della costa di Amalfi, Milano-Roma 1941, p. 175 ss.; V. Panebianco, La colonia romana di Salernum, in Rassegna Storica Salernitana, VI, 1945, p. 2 ss.; A. Maiuri, Le vicende dei monumenti antichi della costa amalfitana e sorrentina alla luce delle recenti alluvioni, in Rend. Acc. Arch., Napoli, N. S., XXIX, 1954, p. 87 ss.