MINISTERIALI
. Si trovano già ricordati nel basso impero, ma soprattutto nella società dell'alto Medioevo si presentano come una classe sociale con caratteri proprî. Furono originariamente una specie privilegiata di schiavi, adibiti ad arti e mestieri (ministeria), distinti dagli altri schiavi e valutati nel sistema germanico delle compositiones, quasi come i semiservi. Si potevano trovare alle dipendenze di un signore privato (laico o ecclesiastico) oppure del re: e cominciarono a elevarsi decisamente dalla loro condizione originaria, quando, nel primo caso, il signore privato concesse loro le armi - che secondo la concezione germanica solo i liberi eran capaci di portare - e si fece accompagnare da essi in guerra; nel secondo caso, quando il re cominciò a occuparli negli uffici di corte, giungendo fino a insignirli delle supreme cariche dello stato. Così i ministeriali non soltanto si distaccarono dalla loro originaria condizione servile, ma furono ritenuti veri e proprî signori, divennero titolari di feudi (regolati però in maniera particolare), ed ebbero vassalli. Tuttavia, nei rapporti di diritto privato sopravvissero a lungo tracce rilevantissime della loro condizione primitiva (restrizioni nei connubî, norme particolari sulla filiazione e sulle successioni, limiti nelle alienazioni, ecc.): senza dire che tuttora potevano essere donati, o lasciati in eredità, e, se volevano passare alla classe dei liberi, dovevano essere manomessi non diversamente dai servi. Ma col tempo questi residui si andarono attenuando, fino a scomparire del tutto: i ministeriali si confusero nella classe dei nobili, e ciò spiega come, in Italia già dal sec. XIV, e più tardi anche altrove, perfino il nome se ne perdette. Già prima però di quest'epoca, una particolare qualità di servi s'era venuta affermando, specialmente nell'Italia settentrionale, i quali offrivano coi ministeriali analogie evidentissime: eran detti homines de masnata (v. masnada).
Bibl.: A. v. Fürth, Die Ministerialen, Colonia 1836; K. W. Nitzsch, Ministerialität und Bürgenthum, Lipsia 1859; E. Schele, Über die Freiheti oder Unfreiheit der Ministerialen, des Mittelalters, Francoforte 1868; H. Siegel, Die Rechtsstellung der Dienstmannen in Österreich in XII. und XIII. Jahrhundert, Vienna 1885; A. Pertle, Storia del diritto italiano, III, Torino 1894, p. 93 segg.