FRIEDMAN, Milton
Economista statunitense, nato a Brooklyn il 31 luglio 1912. Professore di economia all'università di Chicago dal 1946 al 1976, presidente della American Economic Association nel 1967, premio Nobel per l'economia nel 1976. È uno dei maggiori economisti del nostro secolo; le sue ricerche hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo delle tendenze più recenti per ciò che riguarda la teoria monetaria, la microeconomia e la politica economica.
Limitandoci ai contributi più importanti, segnaleremo la riformulazione delle teorie del consumo, che, mediante l'ipotesi del reddito permanente, spiega l'incapacità della teoria keynesiana a interpretare i dati di lungo periodo. Il saggio sui cambi flessibili del 1953 anticipa le motivazioni che condurranno al fallimento del sistema di cambi controllati del Fondo monetario internazionale. Il contributo principale di F. alla teoria monetaria è probabilmente rappresentato dal saggio sulla domanda di moneta che dà l'avvio a un nuovo corso nello studio dei fenomeni monetari. A proposito degli studi monetari conviene ricordare la storia monetaria degli Stati Uniti e gli altri studi di statistica monetaria, diretti a verificare le ipotesi teoriche proprie della "teoria quantitativa". In politica economica, uno dei maggiori contributi di F. è la proposta di un'imposta negativa sul reddito, il cui scopo sarebbe quello d'integrare il reddito dei meno abbienti, evitando al tempo stesso gli sprechi determinati dai costi burocratici degli attuali programmi di assistenza e previdenza. Di grande importanza è anche la critica rivolta dal F. alle politiche di stabilizzazione di breve periodo, che finiscono con l'aggravare in un momento successivo l'instabilità del sistema economico. Tale posizione, assolutamente minoritaria al momento della sua formulazione, è oggi largamente accettata anche a livello politico in paesi che, come l'Inghilterra, avevano in passato adottato politiche di stop-go. Altra importante proposta di politica economica è quella della creazione di attività finanziarie indicizzate, per tutelare i risparmiatori dall'erosione monetaria. Sorvolando su una serie d'importanti contributi alla teoria e alla politica economica, conviene ricordare che il F. si è anche battuto per una serie di riforme civili, come l'abolizione del servizio militare obbligatorio, e la riforma del finanziamento dell'istruzione secondaria basandolo sul voucher, il che consentirebbe un più vasto ambito di scelte, specie alle famiglie meno abbienti. Liberista radicale, anche al limite del paradosso (è favorevole alla legalizzazione della droga), il F. presenta un "modello" di società che, anche se accettato integralmente da pochi, ha grandemente modificato l'opinione della maggioranza degli studiosi di problemi sociali.
Opere principali: delle oltre 200 pubblicazioni, tra libri, saggi e articoli, ricordiamo: Essays in positive economics, 1953; Capitalism andfreedom, 1962; A program for monetary stability, 1959; A monetary history of the United States, 1867-1960 (con A. Schwartz), 1963; Dollars and deficits, 1968; Monetary statistics of the United States (con A. Schwartz), 1970.