Friedman, Milton
Economista statunitense (New York 1912 - San Francisco 2006). Forse il più influente economista del 20° sec. insieme a J.M. Keynes, fu allievo di J. Viner, F. Knight e H. Simons. Tra il 1933 e il 1945, F. affiancò attività di ricerca e insegnamento a collaborazioni con il governo federale. Professore all’Università di Chicago (1946-77), divenne, con il suo amico G. Stigler, leader della scuola di Chicago (➔ Chicago, scuola di), sinonimo di precetti economici liberisti. Qui elaborò i suoi contributi teorici, metodologici e storici, fondamentali quali la teoria della scelta (➔) in condizioni di incertezza (The utility analysis of choices involving riske e The expected utility hypothesis and the measurability of utility, entrambi con L.J. Savage, «Journal of Political Economy», 1948, 56, 4; 1952, 60, 6); la teoria del consumo (➔ p) fondata sull’ipotesi del reddito permanente (A theory of the consumption function, 1957); il controverso approccio positivista alla metodologia economica (The methodology of positive economics, 1953); la critica alla tradizionale curva di Phillips (➔ Phillips, curva di) in The role of monetary policy («American Economic Review», 1968, 58, 1); la ripresa moderna della teoria monetarista (➔ monetarismo) in A theoretical framework for monetary analysis (1971), dopo la monumentale A monetary history of the United States (con A. Schwartz, 1963). Nel 1976 gli fu conferito il premio Nobel per l’economia. Fu consigliere del presidente R. Reagan e ispiratore di molti governi conservatori in Europa, Asia e America Latina.