Vedi MILO dell'anno: 1963 - 1995
MILO (v. vol. V, p. 33)
La sequenza stratigrafica di Filakopì continua a essere la base principale per la cronologia delle isole Cicladi in epoca preistorica, anche se essa deve essere integrata da indicazioni più dettagliate fornite dagli scavi di Haghia Irini a Ceo (1960-1974). A parte alcuni limitati sondaggi di verifica effettuati a Filakopì negli anni '60 dal Servizio Archeologico Greco, dopo il completamento degli scavi inglesi nel 1911 non vi sono state a M. altre consistenti esplorazioni di ambito preistorico. La ricerca a Filakopì - ripresa nel 1974-1977 soprattutto al fine di registrare con un maggior numero di dettagli la stratigrafia di tutti i periodi di occupazione - ha completamente messo in luce i resti di un santuario del Tardo Bronzo (Tardo Cicladico III) e ha in larga misura ampliato il quadro di sviluppo dell'insediamento del Tardo Cicladico I. Una sistematica ricognizione di superficie in altre zone di M. ha stabilito che, per gran parte dell'Età del Bronzo, Filakopì fu l'unico centro importante dell'isola.
Ritrovamenti dell'Antico Bronzo hanno contribuito non poco a chiarire l'entità di quanto rinvenuto in precedenti ricerche. In una trincea (non troppo disturbata dagli scavi di inizio secolo), al di sotto dei livelli del Medio Bronzo, è stato rinvenuto un muro della Prima Città con, associati, pavimenti, un focolare, una vaschetta e una macina in pietra; il corpo di un bambino era stato sepolto in un grosso vaso fittile sistemato al di sopra del pavimento più alto. Al di sotto del pavimento inferiore erano manufatti del periodo preurbano in associazione con un muro, primo resto architettonico di questa fase attestato a Filakopì. Le ceramiche di questi livelli sono importanti in quanto confermano largamente la sequenza cronologica dell'Antico Cicladico, quale era stata precedentemente postulata, principalmente sulla base di rinvenimenti in necropoli. Il sito potrebbe essere stato abbandonato alla fine dell'Antico Bronzo, momento che costituisce un difficoltoso «vuoto» nella storia dell'insediamento nell'isola.
È ora chiaro che nell'Antico Cicladico Filakopì era solo uno dei tanti piccoli insediamenti, distribuiti su tutta l'isola di M., ma in misura/ considerevolmente più abbondante nella zona orientale.
Non sono queste, comunque, le più antiche testimonianze di un'attività umana. Già nel Paleolitico Superiore (oltre 10.000 anni a.C.) l'ossidiana di M. aveva probabilmente trovato il modo di giungere nella Grotta di Franchti, in Argolide, nella Grecia continentale, mentre vi sono le prove dell'esistenza a M. di insediamenti del Tardo Neolitico. Questi più antichi siti potrebbero aver visto, tuttavia, solo un uso stagionale da parte di visitatori provenienti dal continente, all'inseguimento di pesci migratori (come i tonni) o attirati dalle risorse litiche. All'epoca della Prima Città (vale a dire alla fine dell'Antico o agli inizî del Medio Bronzo) il numero degli insediamenti era molto diminuito e tutti erano situati nella parte orientale dell'isola; verso il 2000 a.C. circa, Filakopì era divenuta il centro dominante dell'isola e per il resto dell'Età del Bronzo rimase l'unico insediamento di una certa importanza.
I recenti scavi di Filakopì hanno fornito ampi depositi datati al Medio Cicladico, ma una stratificazione ben poco chiara all'interno di questo periodo. Molto si è appreso, comunque, riguardo la storia della città agli inizî del Tardo Bronzo, corrispondente al Tardo Minoico IA di Creta. Le massicce fortificazioni conservate sul margine O dell'insediamento, a lungo ritenute pertinenti al Medio Bronzo, appaiono ora esser state costruite nel Tardo Cicladico I, al pari di un'ampia «residenza», che potrebbe aver avuto la funzione di centro amministrativo della città; associato con le rovine di quest'ultima era un frammento di tavoletta in argilla con iscrizione in Lineare A. La prima edificazione della «residenza» sembra aver preceduto la costruzione delle fortificazioni. L'eruzione del vulcano di Santorini, successiva a entrambi questi eventi, ma ancora compresa all'interno del Tardo Cicladico I, risultava attestata a M. da piccole quantità di tèphra vulcanica; tracce di queste ceneri vulcaniche sono state recuperate nei recenti scavi di Filakopì. Il sito sembra aver occupato un'area peninsulare con un'insenatura ben riparata a S e a SO, ora colmata dalle erosioni.
Gli affreschi decorativi pubblicati nel 1904 e assegnati allora al Medio Bronzo, sembrano ora databili al Tardo Cicladico I, così come gli ambienti con pilastri a blocchi e un nuovo frammento di affresco miniaturistico. La numerosa e spettacolare serie di affreschi contemporanei da Akrotiri (Thera) permette ora di formulare interpretazioni più convincenti in merito ai disiecta membra da Filakopì; p.es. l'affresco dei «pesci volanti» è stato associato con frammenti di una figura femminile come parte della stessa composizione; si ritiene che la figura sia una dea e potrebbe verosimilmente sorreggere una rete da pesca.
Discordi sono i pareri circa lo status politico della città. Si trattava di una colonia minoica o di un emporio indipendente? Gli stili artistici del Medio Bronzo e le fasi iniziali del Tardo Bronzo - compresi i motivi decorativi della ceramica - erano fortemente influenzati dalle mode minoiche. Inoltre un sistema di scrittura, unità di misura ponderali e altre innovazioni tecnologiche, sono importazioni da Creta. Filakopì era probabilmente visitata assai di frequente da viaggiatori che percorrevano la rotta tra la Grecia continentale e Creta alla ricerca di rame e argento dalle miniere dell'Attica orientale, mentre l'assorbimento dell'isola all'interno di più ampi sistemi economici regionali può ben aver contribuito alla centralizzazione dell'insediamento e del potere. Sorprendentemente scarse sono tuttavia le prove che il controllo sull'estrazione o la distribuzione dell'ossidiana abbiano avuto un ruolo significativo nel promuovere la crescita di Filakopì fino a farla divenire uno dei centri più importanti dell'Egeo.
Non molto dopo il 1400 a.C. la «residenza» venne rimpiazzata da una più ampia struttura che i primi scavatori avevano denominato mègaron o palazzo miceneo. In quest'epoca l'influenza cretese era svanita ed erano divenuti dominanti i rapporti con la Grecia continentale. Nello stesso periodo venne costruito il Sacello Occidentale nel settore S del sito, ampliato poco dopo il 1300 a.C., con l'aggiunta di un più piccolo Sacello Orientale. Nello stesso tempo gli apprestamenti difensivi dell'insediamento venivano rinforzati. Dagli strati di distruzione del santuario proviene una graziosa figura in terracotta di grande formato, di un tipo noto da contesti rituali della Grecia continentale. Figurine maschili più rozze erano prodotte localmente, mentre una piccola testa in lamina d'oro e figure in bronzo di una divinità maschile in atto di avanzare a grandi passi e di colpire sono manufatti provenienti dal Mediterraneo orientale. L'abbandono di questo santuario agli inizî dell'XI sec. a.C. segna la fine dell'occupazione preistorica; in epoca più tarda, nel periodo geometrico, sono scarse a Filakopì le prove di una presenza di attività umane.
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