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mille

di Bruno Bernabei - Enciclopedia Dantesca (1970)
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mille [plur. mila, milia]

Bruno Bernabei

È concepito da D. quale simbolo del moto accrescitivo, poiché le cifre ad esso superiori si designano con i suoi multipli: Cv II XIV 4 mille significa lo movimento del crescere; ché in nome, cioè questo ‛ mille ', è lo maggiore numero, e più crescere non si può se non questo multiplicando (si veda la nota di Busnelli-Vandelli, che ricordano fra l'altro la testimonianza del Villani circa la scarsa diffusione, ai tempi di D., del termine ‛ milione '). Ricorre con grande frequenza nell'opera di D., che raramente se ne avvale in senso determinato (cfr. Cv I IX 2, II XIV 2, due volte, IV XIII 3, due volte; If XXI 113; Pd XI 65 millecent'anni e più... / si stette), assumendolo, per lo più, in espressioni di valore indeterminato, e spesso iperbolico, per significare " molti " o " moltissimi ".

Tale uso trova ampio sviluppo nella Commedia, soprattutto quando il poeta riferisce il numero delle creature che popolano i mondi del suo mistico viaggio. La voce, quasi sempre rafforzata dall'avverbio ‛ più ', ricorre in If V 67 più di mille / ombre [di lussuriosi] mostrommi; VIII 82 Io vidi più di mille [diavoli] in su le porte; Pd V 103 vid'io ben più di mille splendori (i beati nel cielo di Mercurio). Cfr. ancora Rime LVIII 13; If IX 79, X 118, XVI 102, XX 64, XXVI 66, XXXI 118, XXXII 70, Pg VII 80, XVII 15, XXI 96, XXXI 118, Pd XVIII 103, XIX 80, XXVI 78, XXX 113, XXXI 131; Fiore XLI 5, CLX 5, CCXXII 5. La locuzione mille passi (non necessariamente " un miglio ") è in Cv I XI 9, Pg III 68 e XXIV 131; mille fiate, in If XXXII 102; mille volte, in Pd IV 78. Si noti anche l'espressione mille anni, che D. usa, per lo più, secondo il consueto valore indeterminato (cfr. Cv I V 9) e che ricorre, secondo i significati antitetici di " spazio temporale estremamente breve " (in rapporto all'eternità) e " periodo estremamente lungo ", rispettivamente in Pg XI 106 e XIV 65 (cfr. anche XXVII 26). Frequenti sono poi locuzioni del tipo mille e mille (Cv IV XI 13), o a mille a mille (in If XII 73), sempre per esprimere un numero grande, ma indeterminato; cfr. anche Fiore CCXXXII 10 mille e mille volte.

Di controversa interpretazione il passo di Rime CIII 73: il poeta dice che, se Amore infierisse contro di lui con le sue sferzate, egli se ne vendicherebbe di più di mille. L'espressione (m. è sostantivato, per ellissi del sostantivo) non va interpretata nel senso di " assai di più ", o " mille volte di più ", ma dev'essere integrata, sottintendendo " sferzate " e attribuendo al primo di valore strumentale (" con più di mille sferzate ": cfr. Barbi-Pernicone; così anche Contini).

Il plurale milia è latinismo ampiamente diffuso in tutta l'Italia centrale durante il periodo compreso fra i sec. XIII e XV. È la forma antica del moderno ‛ mila ' (le cui prime testimonianze sono documentate a Firenze nella seconda metà del Trecento), plurale di mille. Cfr. infatti dumilia (Cv IV XI 8), tremilia (II VI 10), cinquemilia (Pg XXXIII 62), semilia (Cv IV VIII 7) e seimilia (Pd XXX 1); ma anche dumila (Cv III V 9), settemila (§ 10), e diecimila (§ 11). Per alternanza -mila / -milia vedi anche Cv II XIII 11 sei milia (cfr. IV VIII 7, citato) IV VIII 7 trentacinque milia, e If XXVI 112 cento milia. La voce occorre anche in Fiore XCVI 1 e CXLIX 5.

Bibl. - N. Zingarelli, in " Studj di Filologia Romanza " I (1884) 36; B. Bianchi, in " Archivio Glottologico Italiano " XIII (1893) 217-220; per Pg III 68: F. D'Ovidio, in " Studi d. " II (1920) 90-92; Parodi, Lingua 251; Castellani, Nuovi testi 136-139.

Vocabolario
mille
mille agg. num. card. e s. m. [lat. mīlle], invar. – 1. Numero cardinale, unità del quarto ordine nel sistema di numerazione decimale, equivalente alla terza potenza del dieci (perciò scritto anche, nell’uso scientifico, 103) e a dieci...
otto per mille
otto per mille (8 per mille), loc. s.le m. inv. Quota pari all’otto per mille dell’Irpef che, in sede di dichiarazione dei redditi, può essere destinata, per scelta del contribuente, allo Stato o a istituzioni religiose, per scopi sociali...
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