milieu
<mili̯ö'> s. m. fr. – In geografia la nozione di m. ha perso le connotazioni esclusivamente naturalistiche per significare l’ambiente sociale, culturale ed economico, ossia il risultato storico dell’interazione degli esseri umani con la società e con il loro territorio, che determina una serie di competenze e di condizioni caratterizzanti l’unicità del luogo. L’analisi del m. coglie l’identità di un luogo nelle caratteristiche della popolazione locale (per es. grado di istruzione, capacità lavorative e tradizioni produttive), nella dotazione di infrastrutture, risorse naturali e nelle amministrazioni locali. Nel rapporto tra l'essere umano e l'ambiente circostante hanno un ruolo importante anche le rappresentazioni di valore dei soggetti che lo abitano e che costituiscono il progetto politico, che conferisce al m. un senso dinamico e ancora più specifico. In quanto fattore identitario, il m. è importante per interrogarsi sui prerequisiti dello sviluppo, vale a dire sulle condizioni territoriali e spaziali, materiali e immateriali, che favoriscono la crescita economica e la specializzazione produttiva. Negli studi sul m. hanno avuto successo anche le applicazioni in ambito urbanistico, poiché nelle città si concentrano le risorse umane migliori e la densità permette uno scambio reciproco profittevole, particolarmente significativo per le dinamiche dell'innovazione e della creatività. In Italia Giuseppe Dematteis e Francesca Governa hanno dedicato riflessioni importanti al m., spiegando perché la crescita economica interessi alcune regioni e non altre, anche in assenza di una pianificazione politica dello sviluppo. Il m. sottende una molteplicità di forme di sviluppo e innovazione che impongono di considerare la situazione concreta in ogni indagine economica o sociologica e dunque la capacità delle realtà locali di rapportarsi alla globalizzazione formulando risposte autonome. Studiare il m. significa riconoscere la disomogeneità dello spazio e il prevalere della specificità sull’universalismo, a favore di una concezione del territorio come patrimonio da valorizzare, secondo l’espressione di Alberto Magnaghi, e non come mero oggetto di appropriazione.