MILETO (A. T., 27-28-29)
Paese della Calabria nella provincia di Catanzaro, sul margine orientale dell'altopiano vibonese; sorto alla fine del secolo XVIII a due km. circa più a oriente di Mileto Vecchia (v. appresso) della quale non rimangono che pochissimi ruderi, fu assai danneggiato dal terremoto dell'8 settembre 1905 e venne in gran parte ricostruito a scacchiere di larghe piazze e lunghe vie fiancheggiate da basse costruzioni. Mileto è sede vescovile sin dall'età normanna, allorché in essa furono riunite le sedi di Bivona (1081) e Tauriana (1121); ha una grandiosa cattedrale, di recente ricostruzione (1928-29), e un vasto e importante seminario, in parte pure recentemente ricostruito, con osservatorio meteorologico e sismico. È centro agricolo e commerciale importante. Il territorio comunale coltivato a cereali, ulivi, viti e agrumi ha una superficie di kmq. 65,82. La popolazione del comune era di 3109 ab. nel 1815, di 5962 nel 1901, di 6372 nel 1921, di 6988 nel 1931, dei quali 3701 nel capoluogo e il resto quasi tutto nei centri minori di Calabrò, Comparini, Paravati, San Giovanni. Scarsissima è la popolazione sparsa, per la malaricità del territorio. Mileto è stazione della ferrovia complementare Porto Santa Venere-Serra S. Bruno ed è attraversato dalla carrozzabile Napoli-Reggio.
Storia. - Le primissime imprese dei Normanni in Calabria traggono dall'oscurità Mileto e le conferiscono imprevista importanza. Il conte Ruggiero la presidiò, la fece capitale della "provincia melitana" che presto divenne contea di Calabria e quindi contea di Calabria e di Sicilia, la elevò a sede d'uno dei primissimi vescovati di rito latino nella Calabria bizantina e fra le sue mura trattò i più importanti affari, che consolidarono la potenza militare e politica della casa d'Altavilla. Poi Mileto decadde: feudo di Ruggiero di Lauria e dei Sanseverino, seguì le alterne vicende degli atteggiamenti politici di questa casata, fedele seguace degli Angioini contro Durazzeschi e contro Aragonesi, finché il terremoto del 1783 non la distrusse. Risorta in luogo poco discosto dal precedente, vide dinnanzi alle sue mura la battaglia del 28 giugno 1807; in essa il generale francese Régnier sgominò i borbonici comandati dal tedesco principe Luigi d'Assia Philippsthal e il dominio francese, in Calabria, fu allora assicurato.
Bibl.: V. Capialbi, Memorie per servire alla storia della Santa Chiesa Militese, Napoli 1835; D. Taccone-Gallucci, Monografia della città e diocesi di Mileto, Modena 1902; F. Pititto, La battaglia di Mileto, in Archivio storico della Calabria, 1912; F. Pititto, Racimolature storiche. La Badia della Trinità in Mileto, ibid., 1914; C. Naccari, Cenni storici intorno alla città di Mileto, Laurana di Borrello 1931.