BATHORY, Miklós (Michele)
È uno dei primi rappresentanti in Ungheria del rinascente platonismo. La data di nascita è incerta. Studiò in Italia; poi, ritornato in patria, ottenne dal re Mattia Corvino diverse alte dignità ecclesiastiche; nel 1469 divenne vescovo di Szerém, e dal 1475 fu vescovo di Vác. Morì nel 1506. Delle sue opere ci sono rimaste rare vestigia. Sappiamo, p. es., dal suo epitaffio che fu distinto giurista e teologo, versato negli studî greci e latini e che scrisse anche un poema latino sulla storia letteraria. Il suo merito principale fu il suo fervido entusiasmo per la filosofia platonica di Marsilio Ficino. Fu tra i primi ad accogliere benignamente in Ungheria Francesco Bandini, l'amico del Ficino e propagatore delle idee dell'Accademia platonica di Firenze. Fanatico di queste idee, fece ogni sforzo per indurre il Ficino stesso a fare un soggiorno in Ungheria per propagarvi personalmente la sua filosofia. Ma poiché non raggiunse l'intento, si adoperò con ogni zelo a che Sebastiano Salvini, celebre teologo e filosofo fiorentino consanguineo e seguace del Ficino, fosse chiamato a Buda a supplire l'assente capo dell'Accademia. In segno di gratitudine, il Ficino gli dedicò un'ampia lettera filosofica, ed anche Sebastiano Salvini gli offrì il suo rifacimento dell'opera medievale di Rabbino Samuele Contra Iudaeorum proterviam. Fu anche in relazione letteraria con l'umanista italiano Callimaco Siculo, la cui poesia panegirica scritta in onore del Báthory ci fu conservata dall'umanista palermitano Pietro Ransano in un volume manoscritto dei suoi Annali. E ammiratore sincero del B. fu anche l'umanista Galeotto Marzio Narnese, il quale nella sua opera De egregie, sapienter, iocose dictis ac factis S. Regis Mathiae ícap. XXXI) con caldi colori dipinse il carattere nobile e il modo di vivere degno d'imitazione dell'ungherese.
Bibl.: Per la biografia: A. Gyarinka, Báthory Miklós Váci püpstâk 1475-1506 (M. B. vescovo di Vác), Nagykörös 1904. Le lettere del Ficino al Báthory sono pubbl. in Marsilii Ficini... Opera, I, Basilea 1561. La lettera filosofica menzionata: ibid., p. 688. Sulle relazioni del Báthory col Ficino: A. della Torre, Storia dell'Accademia Platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 93, 100, 102; e G. Huszti, Platonista törekvések Mátyás Király udvarában (Tendenze platonizzanti alla corte di Mattia Corvino), Pécs 1925, pp. 62-63, 92-93. Le lettere di Seb. Salvini al Báthory, contenute nel cod. Vat. Lat. 5140, sono inedite. Il rifacimento dell'opera del Rabbino Samuele si trova nel cod. Magliabech. XXXIV, p. 72; la lettera di dedica è pubblicata in Abel Hegedüs, Analecta Nova ad historiam renascentium in Hungaria litterarum spectantia, Budapest 1903, p. 442. La poesia panegirica di Callimaco Siculo fu pubbl. da A. Termini, Pietro Ransano umanista palermitano del sec. XV, Palermo 1915, pp. 179-80. Cfr. ancora G. Huszti, Callimachus Siculus Költeménye Báthory Miklóshor (Una poesia di C. S. a M. Báthory), in Magyar Könyvszemle, 1928.