Dufrenne, Mikel
Studioso francese di estetica (Clermont-Ferrand, Puy-de Dôme, Alvernia, 1910- Parigi 1995). Fu prof. a Poitiers (1955), poi a Parigi-Nanterre (1964-74). Seguace della fenomenologia secondo l’interpretazione che ne è stata data in Francia da Sartre e Merleau-Ponty, in polemica con l’idealismo, ha proposto un’estetica dell’oggetto come analisi dell’opera d’arte e come fenomenologia e critica dell’esperienza estetica. Temperando il soggettivismo fenomenologico con l’oggettivismo hegeliano, D. arriva a definire l’oggetto estetico come un «quasi soggetto». L’opera d’arte, cioè, avrebbe una natura «in sé» la quale, tuttavia, si manifesta solo in rapporto al soggetto che la fruisce. I fattori costitutivi dell’esperienza estetica sarebbero una sorta di a priori la cui origine ultima è nel soggetto. Indagando la natura del poetico e della creazione artistica (Le poétique, 1963; trad. it. Il senso del poetico) D. arriva a ritrovarne l’essenza nella «natura naturante» che si prolunga e si attua nel cosmo. Nei suoi ultimi scritti approfondirà il tema del rapporto tra arte, politica e utopia. Tra le sue opere: Phénoménologie de l’expérience esthétique (2 voll., 1953; trad. it. Fenomenologia dell’esperienza estetica); La personnalité de base (1953); La notion d’a priori (1959); Esthétique et philosophie (1967; trad. it. Estetica e filosofia); Pour l’homme (1968); L’oeil et l’oreille (1987; trad. it. L’occhio e l’orecchio).