Scrittore e diplomatico (Guatemala 1899 - Madrid 1974), dal 1966 ambasciatore del Guatemala in Francia; premio Nobel per la letteratura nel 1967. Ha pubblicato versi di varia ispirazione (Fantomima, 1935; Sonetos, 1936; Sien de alondra, 1949; il poema Bolívar, 1955; Clarivigilia primaveral, 1964; Sonetos de Italia, 1965), ma è noto soprattutto come narratore. Realismo magico, indianismo, protesta sociale: queste le caratteristiche dei romanzi di A., contrassegnati da originale ricchezza e plasticismo di linguaggio. In Leyendas de Guatemala (1930), un libro di evocazioni in cui si confondono miti, storie, sogni, viene rappresentato essenzialmente l'incanto che avvolge il mondo indio. Il romanzo El señor presidente (1946) mette a nudo la drammatica realtà sociale e politica del Guatemala sotto la dittatura di Manuel Estrada Cabrera. Hombres de maíz (1949) riprende i motivi di denuncia della dolorosa situazione dell'America Latina, velandola di un'atmosfera magica. L'impegno sociale dello scrittore si fa ancora più manifesto nei romanzi successivi: Viento fuerte (1950), El papa verde (1954), Los ojos de los enterrados (1960). Particolarmente vivo è il richiamo al mondo indigeno in Mulata de tal (1963), nei racconti El espejo de Lida Sal (1968) e negli ultimi romanzi: Maladrón (1969), Viernes de dolores (1972).