microscopia
microscopìa [Comp. di micro- e -scopia] [OTT] Originar., l'osservazione di oggetti troppo piccoli per poter essere osservati a occhio nudo (oggetti microscopici), fatta con appositi strumenti detti microscopi; a questa, che propr. è la m. ottica, o m. in luce visibile, si sono affiancate in tempi relativ. recenti (all'incirca dagli anni '30 di questo sec. 20°) altri metodi di osservazione, consistenti nell'illuminare gli oggetti da osservare con una radiazione non luminosa (per es., un fascio di elettroni), nel ricavare così un'immagine intermedia, per sua natura non visibile, e nel convertire infine questa in un'immagine visibile; in qualche caso, se la radiazione usata è attinica, si salta quest'ultima fase, usando l'immagine intermedia per impressionare un'emulsione fotografica e ottenere quindi un'immagine fotografica, da osservare visualmente e, eventualmente, sottoporre ad altri trattamenti, per es. d'ingrandimento; il vantaggio di queste m. non ottiche sta in vari casi in un maggiore potere di definizione o, se si vuole, nell'ingrandimento conseguibile e in altri casi nella possibilità di mettere in evidenza certi fenomeni non rilevabili otticamente. In definitiva, la m. viene attualmente a ripartirsi in varie discipline, che si differenziano tra loro principalmente per la natura della radiazione con cui si effettua l'osservazione (m. acustica, a raggi X, elettronica e ionica, ottica, ecc.: v. oltre e, alternativamente, → microscopio) e, secondariamente, per la particolare tecnica usata (m. a contrasto di fase, a effetto tunnel, a interferenza, di fluorescenza, ecc.: per queste tecniche, v. oltre e → microscopio). ◆ [OTT] M. a contrasto di fase: v. microscopia ottica: III 860 a. ◆ [ACS] M. acustica: tecnica che utilizza ultrasuoni per ottenere immagini microscopiche, sia di superficie che di volume, di corpi opachi alla luce, con una risoluzione che è dell'ordine della lunghezza d'onda degli ultrasuoni usati, e cioè dell'ordine del μm: v. microscopia acustica. ◆ [OTT] M. a interferenza: lo stesso che m. interferenziale. ◆ [OTT] M. a luce incidente: v. microscopia ottica: III 859 f. ◆ [OTT] M. a raggi X: serve per analizzare superfici solide ed è ottenuta provocando l'emissione di raggi X mediante un fascetto elettronico (microsonda elettronica) inviato sulla superficie; le informazioni sulle caratteristiche della superficie si ricavano dall'analisi dello spettro dei raggi X diffusi da essa: v. ottica dei raggi X: IV 367 e. ◆ [OTT] M. binoculare: lo stesso che m. stereoscopica. ◆ [ELT] M. corpuscolare, o particellare: altra denomin. della m. elettronica e della m. ionica. ◆ [OTT] [BFS] M. di assorbimento: tecnica di m. ottica di preparati biologici, basata su una colorazione per cui certe parti del preparato presentano un assorbimento maggiore di altre per luci di un certo colore: v. microscopia in fisica medica: III 855 b. ◆ [OTT] [BFS] M. di fluorescenza: tecnica di m. ottica di preparati biologici, basata su una colorazione che rende fluorescenti certi componenti: v. microscopia in fisica medica: III 855 c. ◆ [ELT] M. elettronica: tecnica microscopica nella quale l'oggetto da osservare è irradiato con elettroni, anziché con luce visibile (o, se si vuole, con fotoni) realizzandosi così disposizioni simili al microscopio ottico, oppure in cui si sfruttano elettroni secondari estratti dal fascio elettronico irradiante o elettroni retrodiffusi dalla superficie del campione o altri effetti comunque dovuti agli elettroni primari: v. microscopia elettronica e ionica. La prima a essere realizzata fu la m. per trasmissione, intorno al 1931, nella quale un fascio di elettroni è focalizzato e rifratto come un fascio di luce nella m. ottica; utilizzandosi peraltro una radiazione la cui lunghezza d'onda, dipendente dalla tensione di accelerazione degli elettroni, è dell'ordine di qualche pm (tensione di qualche decina di migliaia di volt), cioè centinaia di migliaia di volte minore di quella della luce visibile, si conseguono poteri di risoluzione e ingrandimenti di altrettanto maggiori. I microscopi elettronici a trasmissione (v. microscopia elettronica e ionica: III 841 b) furono grandemente perfezionati negli anni '30 e '40 di questo 20° sec., spec. a opera di M. von Ardenne, E. Ruska e B. von Borries, fino a diventare strumenti di uso corrente nella ricerca scientifica. Per le varie tecniche, → microscopio. ◆ [OTT] M. in campo chiaro, o per trasparenza: la normale m. ottica, in cui l'obiettivo raccoglie la luce trasmessa dall'oggetto, che quindi appare in trasparenza. ◆ [OTT] M. in campo riflesso, o per riflessione: tecnica di m. ottica nella quale l'obiettivo raccoglie la luce riflessa dal preparato (che quindi può essere anche opaco), illuminato con luce dall'alto. ◆ [OTT] M. in campo scuro, o per diffusione: tecnica di m. ottica nella quale l'obiettivo raccoglie la luce diffusa dal preparato, illuminato fortemente ma lateralmente; non dà immagini complete degli oggetti, ma soltanto il loro contorno, peraltro con una risoluzione maggiore di quella che si avrebbe con la normale illuminazione in campo chiaro. ◆ [OTT] M. interferenziale: v. microscopia ottica: III 860 b. ◆ [FME] [OTT] M. medica: v. microscopia in fisica medica. ◆ [FNC] M. NMR: particolare tecnica di osservazione microscopica, basata sulla risonanza magnetica nucleare (NMR): v. risonanza magnetica nucleare in fisica medica: V 31 e. ◆ [OTT] M. ottica: la m. che usa luce visibile: v. microscopia ottica. ◆ [OTT] M. ultravioletta: m. ottica nella quale il preparato è illuminato con luce visibile contenente anche radiazioni ultraviolette; è usata spec. per osservare, con aumentato contrasto, preparati biologici opportunamente trattati in modo che l'ultravioletto determini un assorbimento differenziale (v. sopra: M. di assorbimento) o ecciti la fluorescenza di determinate componenti (v. sopra: M. di fluorescenza).