micosi
Infezione da funghi patogeni, che può colpire qualsiasi distretto corporeo, con conseguenze più o meno gravi, a seconda della diffusione, dell’organo colpito, e dello stato immunitario del paziente.
Le m. più frequenti sono quelle cutanee (le cosiddette tigne), che solitamente non hanno gravi conseguenze sullo stato di salute generale e che possono essere curate con terapia locale o, se particolarmente diffuse e persistenti, con terapia sistemica. Le m. dell’apparato digerente possono colpire tutti i tratti del tubo gastroenterico: dal mughetto, una stomatite da funghi, all’esofagite, alla colonizzazione nel colon; queste forme insorgono spesso in condizione di immunodepressione, come durante la chemioterapia, e richiedono cure specifiche con antimicotici. Le localizzazioni micotiche polmonari sono, insieme a quelle encefaliche, le più gravi; insorgono anch’esse in soggetti defedati e immunodepressi, e in coloro che assumono per lungo tempo terapie antibiotiche (si selezionano miceti che prima erano in equilibrio biologico con i batteri). Le m. polmonari sono frequenti anche nella fibrosi cistica e nei pazienti degenti in terapia intensiva.
La diagnosi di m. si basa su criteri clinici e, soprattutto, attraverso l’esame microscopico e colturale. Le diagnosi sierologiche (su sangue o sul liquor) sono valide solo per criptococcosi e coccidiosi, e pochi altri miceti. Gli agenti farmacologici contro le m., per uso topico e sistemico, sono gli antimicotici.