TARICCO, Michele
– Nacque a Cherasco, in provincia di Cuneo, il 28 novembre 1874, da Antonio e da Maria Rossi.
Dopo il conseguimento della laurea in ingegneria presso la Regia Scuola di applicazione degli ingegneri di Torino nel 1898, si immatricolò nel 1904 alla Scuola mineraria di Berlino, che frequentò fino al 1905, unico allievo italiano per quell’anno di corso. Prese servizio nel Corpo delle miniere nel 1907 e venne destinato presso l’Ufficio minerario di Iglesias. Nello stesso anno si sposò con Gemma Masserano; dal matrimonio nacque, nel 1914, Massimo, che divenne un noto regista radiofonico con lo pseudonimo di Pietro Masserano Taricco.
Nel 1918 Michele Taricco figurava nei ruoli del Regio Ufficio geologico, con la qualifica di ingegnere, dove proseguì la sua carriera divenendo geologo nel 1922, geologo capo nel 1925 e geologo superiore nel 1935. Nei primi anni si dedicò al rilevamento geologico di diverse zone della Sardegna meridionale, finalizzando le proprie ricerche allo studio di giacimenti minerari dell’isola. Nel 1911 pubblicò i risultati dei suoi studi geologico-minerari su Gadoni e sul Gerrei (Osservazioni geologico-minerarie sui dintorni di Gadoni e sul Gerrei (prov. di Cagliari), in Bollettino della Società geologica italiana, XXX (1911), pp. 113-150).
Successivamente dedicò la sua attenzione ai caratteri stratigrafici del Paleozoico (Sul Paleozoico del Fluminese (Sardegna), in Bollettino del Regio Comitato geologico d’Italia, 1920-1921, vol. 48, n. 6, pp. 1-22) e, in particolare, del Cambriano (Contributo allo studio del Cambriano della Sardegna, in Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XXI (1912), pp. 116-121) e del Siluriano superiore (Il Gothlandiano in Sardegna, ibid., XXII (1913), pp. 109-115).
Proseguì le ricerche di carattere stratigrafico pubblicando una Nota preliminare su località fossilifere nel Sarrabus (Sardegna) (in Bollettino del Regio Comitato geologico d’Italia, 1915, vol. 45, nn. 3-4, pp. 351-353).
Taricco effettuò ricerche minerarie nel massiccio paleozoico sardo, caratterizzato dalla presenza di giacimenti a piombo e zinco, in una vasta area dei dintorni di Arbus, Guspini e Gonnosfanadiga. Compì rilevamenti anche nel distretto minerario del Fluminese, nei comuni di Buggerru e Fluminimaggiore e nel bacino lignitifero di Gonnesa, in provincia di Cagliari.
A partire dal 1921 venne incaricato dal Regio Ufficio geologico di effettuare, in collaborazione con Vittorio Novarese, attività di rilevamento geologico nell’Iglesiente e nel Varesino. La collaborazione con Novarese proseguì proficuamente con l’organizzazione della riunione della Società geologica italiana che si tenne a Cagliari nell’aprile del 1922.
Durante il congresso venne effettuata una escursione scientifica che toccò Iglesias, dove i congressisti, ospiti dell’Associazione mineraria sarda, effettuarono una visita al museo della Scuola mineraria. Taricco guidò il consesso scientifico all’osservazione delle facies cambriane di Canal Grande di Nebida, località già nota dagli studi di Johann Georg Bornemann e Giuseppe Meneghini, e dove egli individuò una località fossilifera a piccole lingule e trilobiti. L’escursione, dopo aver osservato i caratteri della miniera di Nebida, si recò in quelle di Monteponi, Bacu Abis e Piolanas, dove Taricco illustrò i caratteri degli scisti fossiliferi del Caradociano. Nella tappa di Oristano illustrò anche i caratteri tecnici della bonifica dello stagno, in corso in quel periodo; l’escursione proseguì poi, con varie vicissitudini, per Macomer, Sassari e Alghero.
Il congresso dimostrò l’importanza di stretti rapporti tra scienze geologiche e scienze minerarie, di cui Taricco era uno dei rappresentanti più significativi. Un’importanza che emerge, tra l’altro, nella pregevole sintesi sul Paleozoico dell’Iglesiente pubblicata da Novarese e Taricco, comprendente osservazioni di natura strutturale e sulle caratteristiche minerarie degli ammassi e dei filoni dei giacimenti del calcare metallifero cambriano (Cenni sommari sul Paleozoico dell’Iglesiente, in Bollettino della Società geologica italiana, XLI (1922), pp. 316-325). Come consuetudine, anche in quell’occasione venne redatta, da Taricco e Tito Sotgia Rovelli, una Bibliografia geologica, paleontologica, mineralogica e mineraria della Sardegna (ibid., pp. 373-437), che raccolse un dettagliato elenco di 1083 citazioni bibliografiche prodotte da vari autori nell’area sarda. Taricco pubblicò in quegli anni anche le sintesi dei lavori eseguiti nelle zone oggetto dell’escursione, tra le quali Il bacino lignitifero di Gonnesa (in Bollettino del Servizio geologico d’Italia, XLIX (1922-1923), 9, pp. 1-15).
Completato il rilevamento delle tavolette di Fluminimaggiore e S. Benedetto, nel 1925 iniziò l’attività di rilevamento per il foglio geologico Varese e pubblicò, in occasione del congresso della Società geologica italiana del 1925 di Milano e Bergamo, alcune osservazioni sui calcari mesozoici del lago Maggiore (Osservazioni sui calcari mesozoici della Valcuvia (lago Maggiore), in Bollettino della Società geologica italiana, XLIV (1925), pp. 141-146).
Negli anni 1924-26 svolse le funzioni di segretario della commissione istituita per definire il riordino del Servizio geologico. Non abbandonò, tuttavia, le sue ricerche e nel 1926 pubblicò un lavoro sull’eccezionale ritrovamento paleontologico di Una medusa nell’Ordoviciano della Sardegna (in Bollettino del Regio Ufficio geologico d’Italia, LI (1926), 9, pp. 1-5) e un interessante lavoro che ampliò la presenza di unità cambriane anche nel Sulcis, oltre a quelle già note dell’Iglesiente (Il Cambriano del Sulcis, ibid., LIII (1928), 5, pp. 10-29). È bene notare che questo lavoro era finalizzato all’aggiornamento della terza edizione della Carta geologica d’Italia alla scala 1:1.000.000, che Vittorio Novarese avrebbe pubblicato nel 1931.
Negli anni 1928-30 furono pubblicate le prime carte geologico-minerarie prodotte da Taricco: si tratta delle tavolette della miniera di San Benedetto e di Buggerru della Carta geologico-mineraria dell’Iglesiente. A queste fece seguito, nel 1933, la pubblicazione del foglio 232 (Isola di San Pietro - Capo Sperone) della Carta geologica d’Italia alla scala 1:100.000, rilevata insieme a Novarese e Guido Pullè. I caratteri peculiari di questo foglio geologico vennero descritti in Geologia del Foglio Isola di S. Pietro - Capo Sperone (Sardegna) (in Bollettino del Regio Ufficio geologico d’Italia, LIX (1934), pp. 1-78) e in L’Isola di San Pietro (in Atti del XII Congresso geografico italiano... Cagliari... 1934, 1935, pp. 265-273).
La sua lunga esperienza nelle ricerche minerarie lo portò a contribuire alla redazione della voce Carbone per l’Enciclopedia Italiana, in collaborazione con Giorgio Mortara e Arrigo Mazzucchelli (VIII, Roma 1930, pp. 953-960).
Nel 1938 la carriera di Taricco era all’apice, ricoprendo egli contemporaneamente diverse cariche: geologo superiore presso il Regio Ufficio geologico del ministero delle Corporazioni; segretario generale del Comitato per la geologia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR); professore incaricato di mineralogia e geologia applicata alla facoltà di scienze dell’Università di Roma e di mineralogia e geologia nel biennio propedeutico dell’Istituto superiore di ingegneria, sempre a Roma. Nel 1936 collaborò con Giuseppe Checchia-Rispoli alla descrizione dei caratteri delle argille smectiche, utilizzate per la filtrazione degli olii minerali e naturali, a nome del Comitato nazionale per la geologia (Cenni preliminari su giacimenti di argille smettiche in Italia, in La ricerca scientifica ed il progresso tecnico nell’economia nazionale, VII (1936), 7-8, pp. 446-448), indicando i giacimenti di Pietramontecorvino in Capitanata e di Mondaino nell’Urbinate. In pieno periodo di politica coloniale, Taricco sintetizzò anche le informazioni relative alle Risorse minerarie dell’Abissinia (in L’industria mineraria. Bollettino mensile della Federazione nazionale fascista dell’industria mineraria, X (1936), 2, p. 61). Nello stesso periodo, venne pubblicato il foglio 239-240 Teulada - S. Efisio della Carta geologica d’Italia, suo ultimo lavoro cartografico.
Nel 1938 partecipò a una discussa vicenda: durante il periodo autarchico, il chimico Giuseppe Oddo ripresentò, dopo vari tentativi falliti, un progetto per lo sfruttamento di un giacimento di sali di sodio, potassio e magnesio in un sito vicino a Enna. Taricco e Roberto Gualtieri vennero designati per effettuare gli accertamenti tecnici; il 30 maggio 1939 Pietro Badoglio, allora presidente del CNR, scrisse che il Consiglio dichiarava «l’interesse industriale e autarchico della valorizzazione del giacimento salino di Calascibetta» (Scibilia, 2015, p. 125). Ma il progetto di Oddo non ebbe seguito se non dopo la caduta del fascismo.
I suoi ultimi lavori riguardarono la caratterizzazione mineraria a muscovite nelle Serre Calabresi (Cenni sulla presenza di muscovite industriale a Spilinga e a S. Nicola di Crissa (Calabria), in La ricerca scientifica ed il progresso tecnico nell’economia nazionale, XIII (1942), 6-7, pp. 410-413) e un ricordo dedicato a L’Ing. Giovanni Aichino (estratto da L’industria mineraria d’Italia e d’oltremare, Faenza 1942, pp. 192 s.).
Durante la sua carriera, Taricco ricevette molti incarichi di studio e ricerca sui giacimenti bituminosi, sui materiali refrattari, per diversi studi idraulici e geognostici e per definire i criteri necessari alla ricostruzione post-terremoto. Non ultimo, venne incaricato di partecipare al I Congresso internazionale di rabdomanzia, sui cui risultati espresse diverse perplessità. Socio della Società geologica italiana, venne nominato cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Morì a Roma nel 1950.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Archivio del CNR, Presidenza Pietro Badoglio, b. 11, f. 104; Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale Istruzione superiore, div. 1, Fascicoli personali professori ordinari, II versamento, serie 1900-1940, b. 154, f. Michele Taricco.
Annuario del ministero dell’Educazione nazionale, Roma 1935, passim; D. Brianta, Europa mineraria. Circolazione delle élites e trasferimento tecnologico, Milano 2007, p. 347; C. Scibilia, L’Olimpiade economica, Milano 2015.