STENO, Michele
Fu il 63° doge di Venezia, secondo la serie tradizionale (o il 61° ammettendo recenti ipotesi del Cessi). Fu eletto il 7 gennaio 1400, succedendo ad Antonio Venier, e governò fino al 26 dicembre 1413. Apparteneva ad antichissima famiglia, e, prima di assurgere alla ducea (cui pervenne sulla settantina, essendo nato, probabilmente, intorno al 1331) partecipò a fazioni navali, come provveditore a Pola, sotto Vettor Pisani (1378), e al riacquisto di Chioggia, durante la guerra omonima; fu castellano a Modone e Corone; ebbe più volte incarichi diplomatici, e, nel 1386, fu eletto procuratore di San Marco. Una tarda tradizione fa di Michele Steno il provocatore diretto della congiura di Marin Falier; ma cronisti e storici più vicini agli avvenimenti non accennano affatto a lui. La ducea dello Steno fu ricca di avvenimenti di grande importanza nella storia di Venezia. Si ebbe un periodo di ostilità con Genova, venuta in potere dei Francesi, e una vittoria di Carlo Zeno sull'armata del Boucicault (1403), con conseguente pace vantaggiosa a Venezia; quindi la repubblica si trovò impegnata nelle lotte fra l'imperatore Roberto e Gian Galeazzo Visconti, come pure nelle contese che seguirono alla morte di quest'ultimo per la spartizione del. ducato di Milano. Agognando i Carraresi, in tale circostanza, in accordo con gli Scaligeri, ampliare la propria signoria su Verona e Vicenza, la Repubblica, minacciata, li prevenne facendosi cedere dalla reggente del ducato, Caterina, Vicenza e altri luoghi. Questa situazione rendeva inevitabili le ostilità fra Venezia e Padova che finirono con la sconfitta (nov. 1405) dei Carraresi. La fine dei Carraresi dava a Venezia il dominio del Veneto. In Oriente e nell'Adriatico la dominazione veneziana si amplia con l'acquisto di Lepanto (1407), di Patrasso (1408), di Zara, Arbe, Pago, Cherso, Ossero (1409), del Castello di Ostrovizza (1410), di Sebenico (1412); mentre, nel Veneto, il dominio si completa con l'acquisto di alcuni castelli sul Po (Guastalla, Brescello; Casalmaggiore, Colorno) e d'altri nella Valdilagre (Verona).
Bibl.: Particolarmente diffusa è la biografia dello Steno in E. Cicogna, Iscrizioni veneziane, Venezia 1853, VI, i, p. 67 segg. - La letteratura più recente sugli avvenimenti del dogato dello Steno è citata da H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, II, p. 611 segg., Gotha 1920; v. anche V. Lazzarini, Una bolla d'oro di Michele Steno, in Nuovo Archivio Veneto, XIV, ii (1897); L. Rizzoli, La dedizione di Zara alla Repubblica Veneta nel 1409 e la bolla d'oro di Michele Steno, Padova 1923 (opuscolo per il XXVIII Congresso della Dante Alighieri, p. 41 e segg.).