PSELLO, Michele (Ψελλός)
Poligrafo e uomo di stato bizantino del sec. XI. Nato a Nicomedia (secondo altri a Costantinopoli) l'anno 1018 da modesta famiglia borghese, per il suo ingegno e la sua dottrina salì ben presto in alta considerazione e occupò le cariche più elevate. Giudice a Filadelfia sotto Michele IV segretario imperiale sotto Michele V, godette dei favori di Costantino IX (1042-1054), che nell'università eretta nel 1054 gli conferì la cattedra di filosofia. Quando il suo amico Giovanni Sifilino si ritirò nel 1054 nel monastero dell'Olimpo in Bitinia, lo seguì nella solitudine, mutando il nome di battesimo Costantino in quello monastico di Michele. Ma non sentendo propensione per l'ascetismo claustrale, accolse l'invito dell'imperatrice Teodora, che lo richiamava alla corte, dove esplicò le più importanti mansioni di stato, sino a quella di primo ministro del già suo discepolo Michele VII Parapinace (1071-1078). Caduto da ultimo in disgrazia e in discredito, morì alla fine del 1078 (secondo alcuni alla fine del 1096).
Se come privato e come uomo politico P. deve essere giudicato severamente per la sua illimitata ambizione e per la doppiezza del suo carattere, gli spetta tuttavia un particolare riconoscimento per le sue benemerenze verso la cultura. Ammirato professore all'università, insegnò in ogni ramo dello scibile. Pur commentando Aristotele, fu entusiasta di Platone, di cui ravvivava lo studio a Costantinopoli, sforzandosi di conciliare la filosofia platonica col cristianesimo, come anche cercava mediante l'allegoria di fare d'Omero un precursore del cristianesimo. Il suo sapere enciclopedico profuse in una colluvie di scritti in prosa e in versi (parecchi sono tuttora inediti), riguardanti la teologia e la filosofia, la grammatica e la rettorica, la giurisprudenza, la medicina, le scienze naturali e le matematiche. Si ricordano: sull'origine dell'anima secondo Platone (εἰς τὴν ψυχογονίαν Πλάτωνος), sugli oracoli Caldaici (εἰς τὰ Χαλδαικὰ λόγια) e l'epistola sull'arte di fare l'oro (περὶ χρυσοποιίας), la miscellanea istruttiva (παντοδαπὴ διδασκαλία), la monodia sul crollo di S. Sofia, i sofistici elogi della pulce, della cimice, ecc., ma soprattutto la storia di cento anni (‛Εκατονταετηρίς), che in continuazione di Leone Diacono va dall'accessione al trono di Basilio II (976) a quella di Niceforo Botaniate (1077). Però, più che una storia compiuta degli avvenimenti, costituisce delle memorie per servire alla storia di quel tempo; poiché vi si espongono ampiamente le lotte intestine e gl'intrighi di corte, trascurandosi quasi i rapporti e le guerre all'estero. Benché parziale e forse incompiuta, è opera d'indiscutibile valore non solo storico, ma anche letterario per la virtuosità della forma, l'acutezza di osservazione, l'efficacia e vivacità d'esposizione. Importanti dal lato storico e letterario sono anche gli elogi funebri di Michele Cerulario (in stridente contrasto con la requisitoria formulata già contro di lui), di Costantino Lichude, di Giovanni Sifilino e d'altri personaggi; traboccante di affetto quello per la madre. Di straordinaria importanza anche la corrispondenza (di circa cinquecento numeri): qualche lettera è precettiva, come quella con l'acuto giudizio sullo stile di S. Gregorio Nazianzeno. Caratterizzano il temperamento di P. le virulenti invettive in prosa e in versi contro i suoi nemici.
Ediz.: Raccolte parziali di opere di P.: De operatione daemonum, a cura di F. Boissonade, Norimberga 1838, con altri opuscoli; Migne, Patrol. Graeca, CXII, coll. 477-1186; C. Sathas, Bibliotheca Graeca medii aevi, IV-V (Venezia 1874-1875); la Chronographia, oltre alle due edizioni di C. Sathas (op. cit., IV e Londra 1899); Chronogr., texte établi et traduit par È. Renauld, voll. 2, nella coll. Les Belles Lettres, Parigi 1926-28; il trattatello sui caratteri rettorici di S. Gregorio Naz., edito da A. Mayer in Byzant. Zeitschrift, XX (1911), pp. 27-100 e da P. Levy, Lipsia 1912; Épître sur la Chrysopée, ecc., con app. di Choix de dissertations inédites a cura di I. Bidez, in Catal. des manuscrits alchim. grecs, VI (Bruxelles 1928). Cfr. anche K. Svoboda, La démonologie de M. P., Brno 1927.
Bibl.: A. Rambaud, Études sur l'histoire byzantine, Parigi 1912, pp. 111-171; K. Dieterich, Byzantinische Charakterköpfe, Lipsia 1909, pp. 63-80; É. Renauld, Étude de la langue et du style de P. e Lexique choisi de P., Parigi 1920; C. Zervos, Un philosophe néo-platonicien du XIe siècle, ivi 1920; N. Iorga, Histoire de la vie byzantine, II, Bucarest 1934, p. 230 segg.