PLACUCCI, Michele
PLACUCCI, Michele. – Primo di otto figli, nacque a Forlì il 24 agosto 1782 da Luigi e Giulia Bagioli.
Le tappe salienti della sua carriera sono elencate nello Stato degl’impieghi coperti dal sottoscritto, colla specificazione dell’epoche, e de’ rispettivi indennizzi mensili (1817). Il 22 dicembre 1792 vestì l’abito clericale, ebbe la prima tonsura e ricevette i primi due ordini minori: ostiariatus e lectoratus. Seguì gli studi di grammatica, retorica e filosofia, apprendendo anche gli elementi di geometria, della lingua francese ed esercitandosi nella calligrafia. Abbandonò ben presto la carriera ecclesiastica per dedicarsi agli impieghi civili. Il 22 giugno 1797, a neppure quindici anni, conseguì il primo impiego di scrittore presso l’amministrazione centrale dell’Emilia. Dal 20 marzo alla fine del 1799 tenne l’ufficio di ricettore a porta Pia di Faenza, dove rimase sino alla fine di maggio. A partire dal maggio 1801 fu senza interruzione per tutta la vita al servizio dei vari governi che si succedettero nella Municipalità di Forlì, cambiando periodicamente mansione e salendo gradualmente dal modesto impiego di scrittore a quello massimo di segretario capo, raggiunto nel 1833.
Accanto alla carriera nell’amministrazione pubblica, Placucci ricoprì numerosi incarichi nella guardia nazionale: sottotenente nel 1801, tenente nel 1803, poi tenente della guardia scelta e, nel novembre 1805, capitano. Uscito dal servizio nel 1810, alla fine del 1813 fu richiamato per sedare i tumulti e i disordini dovuti al brigantaggio, verificatisi all’ingresso delle truppe austriache, e per recuperare le armi tolte alla guardia nazionale. Nell’aprile 1817 fu mobilitato per garantire l’ordine pubblico durante il passaggio in città di papa Pio VII. In quell’occasione ebbe l’onore, in qualità di ufficiale della guardia nazionale, di vedere il papa appoggiarsi alla sua spalla destra, nell’atto di porgere il piede, affinché lo baciassero, a tutti quelli che ne avevano tirato la carrozza, e di scortarlo nel viaggio verso Ravenna (M. Placucci, Memorie storiche sul passaggio per la città di Forlì di Sua Santità Papa Pio VII..., Forlì 1822, pp. 65, 116).
Nel 1818 pubblicò da Barbiani a Forlì Usi, e pregiudizj de’ contadini della Romagna. Operetta serio-faceta di Placucci Michele di Forlì aggiunto al Segretario, e Capo Speditore presso la suddetta Comune, dedicata alli signori associati. Il testo vero e proprio è preceduto da una «protesta al lettore», una «lettera dedicatoria alli Signori Associati», l’elenco dei 218 associati e una «prefazione». In essa l’autore dichiarò che «un genio bizzarro eccitato dal desiderio di conoscere da vicino queste rurali debolezze [i pregiudizi vigenti tra i contadini della Romagna], non mancò di raccoglierle colla massima accuratezza, e compilandole volle formarne un [sic] Operetta, coll’avvertenza di scrivere le Canzoni e Motti villici in lingua vernacola a maggiore diletto de’ lettori, con classificare pure la materia in più parti, traducendo eziandio le Canzoni e i Motti suddetti in lingua Italiana a comune intelligenza» (p. 17). Seguono dieci «titoli», divisi in paragrafi, e l’indice. I titoli riguardano: «delle nascite; de’ matrimonj; de’ mortorj; delle operazioni di agricoltura praticate da’ contadini in ciascun mese dell’anno; degli usi, e pregiudizj relativi a certe epoche principali dell’anno; degli usi, e pregiudizj sugl’influssi celesti, ed intemperie; de’ pregiudizj relativi a certi medicamenti; dei pregiudizj sulla economia domestica; dei malefizj; delli diversi usi in generale» (pp. 1-7).
Per scrivere quest’opera Placucci si servì diffusamente delle relazioni compilate nel territorio del Dipartimento del Rubicone in risposta all’inchiesta napoleonica del 1811, indirizzata alla conoscenza delle condizioni allora esistenti nelle zone rurali del Regno d’Italia (Mambelli, 1936, p. 222; Toschi, 1941, pp. 45 s.; Fabi, 1951-52; Id., 1983). Accanto a questi documenti ne vennero utilizzati altri derivanti dalla Pratica Agraria dell’abate Giovanni Battarra e dal Testamento e ricordi lasciati dal gran villano di Garfagnana ad un suo figliuolo prima di morire, del francescano Francesco Moneti (Lumbroso, 1884-85; Merlini, 1894, pp. 56-60). La diffusione dell’opera di Placucci rimase inizialmente confinata in ambito locale e soltanto nel 1832 furono pubblicate una recensione favorevole e una lettera in cui si affermò, a torto, la priorità di quel libro rispetto all’opera dei fratelli Grimm nel tramandare le usanze dei contadini (Mazzoni, 1832; Vaccolini, 1832; sulla fortuna iniziale di quest’opera v. Campana, 1927). Negli anni Settanta dell’Ottocento i coniugi Ida e Otto von Reinsberg-Düringsfeld la citarono nella loro opera sui proverbi delle lingue germaniche e romanze. Nel 1878 Alessandro D’Ancona ne pubblicò due «titoli» in opuscoli per nozze. Nel 1882-83 Giacomo Lumbroso fece nuovamente conoscere il libro definendone l’autore un «vero precursore» degli studi folklorici. Nel 1885 Giuseppe Pitrè ne curò la prima ristampa mettendone in luce «la classificazione così acconcia della materia che la critica d’oggi avrà ben poco da modificarvi» (1885, p. VI). Altre ristampe furono edite nel 1952, 1963, 1966, 1984, 2002 e 2004. Il libro di Placucci è ormai universalmente considerato tra le fonti letterarie che documentano la cultura popolare di una regione (Burke, 1980, p. 18) e il suo autore è reputato «il primo in Italia a fornire una descrizione organica delle usanze e credenze di una regione e anticipa di mezzo secolo, con la sua precisa classificazione e descrizione dei materiali folklorici, la nostra demologia scientifica» (G. Bellosi, Prefazione a Placucci, 2002, p. XLVIII).
Nel 1822, Placucci pubblicò a Faenza, presso Pietro Conti, Memorie storiche sul passaggio per la città di Forlì di Sua Santità Papa Pio VII felicemente regnante e sul ripristinamento del di Lui governo. Questa «operetta» fu edita con il concorso di 250 «associati» e consta di 269 pagine, con sei figure incise. Nella presentazione al lettore l’autore ne specificò il contenuto: «Nella prima parte, cominciando dall’epoca in cui i Francesi occuparono l’Italia, cioè dal 1796, non ho mancato di accennare in ordine cronologico i Governi che si successero in questa città [Forlì], coi nomi delle Autorità Amministrative, le quali ressero la Provincia di Romagna col risiedere in Forlì, come pure di esporre l’arrivo delle truppe Austro-Britanne avvenuto nel 1813. Nella seconda parte ho esposto dettagliatamente tutte le feste, e quanto da’ Forlivesi si fece nel 1814 al passaggio del Santo Padre per Forlì e Territorio, unendo in tavole incise l’epigrafi, obelischi, e poetiche composizioni ch’ebbero luogo in tale evento. Nella terza parte ho narrato come nel 1815 seguì il dominio delle Legazioni ricuperate dal S. Padre, e particolarmente di questa nostra, e le successive autorità che la governarono, e governano tuttora. Inoltre ho accennato i tratti più distinti di omaggio e divozione esternati da’ Forlivesi al Santo Padre all’occasione e dopo il ripristinamento del suo Governo; e finalmente la speciale predilezione da Lui addimostrata per la città stessa riconfermandola in Capo-Luogo della Provincia. Dopo di che segue un supplemento di alcune altre memorie patrie, delle quali ho creduto opportuno il farne menzione» (pp. 11-14).
Le migliaia di informazioni dettagliate che compongono il libro risultano veramente esaurienti. Molte di esse sono estranee al fine precipuo di quel testo e riguardano le vicende storiche del territorio forlivese nel periodo compreso fra il 1796 e i primi anni dopo la Restaurazione. L’accoglienza riservata dai forlivesi ai due libri di Placucci non fu positiva e vennero diffusi sonetti satirici ai quali l’autore rispose con altri versi nei quali deprecava il costume di censurare qualsiasi cosa venisse allora stampata, a prescindere dal suo valore.
Nel 1832 il cardinale Tommaso Bernetti respinse la richiesta fatta da Placucci per poter stampare una collezione da lui raccolta di atti e notificazioni emanati a Forlì nel 1831. Il 28 maggio 1835 Placucci sposò Orsola Benedetti, di ventisei anni, nella chiesa parrocchiale di S. Biagio a Forlì. Il matrimonio non dette figli e la moglie sarebbe morta il 3 gennaio 1846.
La sera del 30 marzo 1840, alle ore 9 circa, mentre tornava a casa, Placucci fu pugnalato alla schiena da un individuo che rimase sconosciuto e le ferite subite ne determinarono il 2 aprile la morte. Il processo vide imputati un presunto figlio illegittimo e Antonio Placucci, fratello del defunto, ma si concluse con il rilascio degli imputati per la mancanza di prove certe di colpevolezza a loro carico.
Nel testamento Placucci lasciava alla Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì (d’ora in avanti BCF), che ancora la conserva, «la grande Raccolta di stampe e memorie patrie, che incomincia dal 26 dicembre 1813 in seguito, non che tutte le stampe in separata Raccolta di tutte le cose che sortirono alla luce al tempo delle turbazioni politiche avvenute nel 1831, e le altre poste in luce dal Governo dopo la di lui ripristinazione» (Fabretti, 1928, pp. 6-7. A questi documenti vanno aggiunti quelli ricordati in Mambelli, 1936, p. 222, il Frammento di cronaca di Forlì dal 1 marzo al 19 agosto 1814, ms. autografo in BCF, Raccolte Piancastelli, Sala O, Mss. III. 163, e alcuni volumi della Cronaca in miscellanea, ibid., Lunetta 13).
Fonti e Bibl.: L’atto di battesimo si trova a Forlì, Archivio del battistero della cattedrale, Libro 25 dei battezzati, c. 90 r. Sulla sua carriera: M. Placucci, Stato degl’impieghi coperti dal sottoscritto, colla specificazione dell’epoche, e de’ rispettivi indennizzi mensili, documento vergato calligraficamente recante la firma di Placucci, datato 29 marzo 1817, e Id., Indicazione sul personale e sugl’impieghi sostenuti dal sottoscritto, documento autografo, datato Forlì, 10 novembre 1817, entrambi in BCF, Antichi fondi, W.I.6, Raccolta di notificazioni e circolari, 1817, t. IV, fra le cc. 147 e 148; arringa di L. Bezzi Scala Castellini al Consiglio comunale di Forlì, 13 aprile 1834, in Archivio di Stato di Forlì (d’ora in avanti ASF), Carteggio amministrativo del comune di Forlì 1806-1897, b. 255 (1834), titolo X, r. 18; G. Calletti, P. M., in Cenni biografici di quegli illustri forlivesi che dall’anno 1760 al 1851 mancarono ai viventi, pp. 90 s., in BCF, Antichi fondi, I.58. Sulle benemerenze acquisite nel 1813 nella guardia nazionale, v. P. Baccarini, Storia di Forlì, I-IV, in BCF, Antichi fondi, I.48-51, II, p. 855. Copia delle lettere di gradimento per le Memorie storiche sul passaggio per la città di Forlì di Sua Santità Papa Pio VII (Forlì 1822), scritte a Placucci dal cardinale Ercole Consalvi (Roma, 15 giugno 1822) e dal legato di Forlì cardinale Stanislao Sanseverino (Forlì, 18 giugno 1822), sono ibid., Raccolte Piancastelli, Carte Romagna, b. 620, cc. 105 s. Sul rifiuto di stampare la raccolta di notifiche del 1831, v. la lettera del cardinale Tommaso Bernetti al vicecommissario straordinario della legazione pontificia a Bologna, in ASF, Legazione Pontificia. Atti Riservati, b. 11, f. 91, n. 4, Rifiuto a M. P. del permesso di dare alle stampe gli atti di governo emanati dalle autorità rivoluzionarie nel 1831. V. anche la minuta della lettera del cardinale Giuseppe Albani al prolegato di Forlì (18 novembre 1832) dello stesso tenore, nella medesima busta. La cattiva accoglienza dei forlivesi alle opere pubblicate da Placucci è ricordata in G. Calletti, Storia della città di Forlì, I-V, in BCF, Antichi fondi, I.52-56, II, pp. 193 s. Copie di alcuni sonetti scritti pro e contro Placucci sono ibid., Raccolte Piancastelli, Carte Romagna, b. 620, cc 107, b. 177, cc. 11, 57 s. Il contratto di matrimonio tra Placucci e Orsola Benedetti è in ASF, Atti del notaio Evangelista Felici, b. 4358. Il fascicolo del processo intentato per far luce sull’assassinio di Placucci è ibid., Tribunale Penale, 1840, b. 801, f. 7326. Su questo argomento v.: G. Calletti, Storia della città di Forlì, cit., III, p. 535; P. Baccarini, Storia di Forlì, cit., III, pp. 1727 s.; P. Vallicelli Dalla Mora, Memorie di Forlì, pp. 555-557, in BCF, Raccolte Piancastelli, II.8; G. Casali, Cronaca forlivese dall’anno 1840 all’anno 1849, pp. 3 s., ibid., V.4; V. Varoli, L’uccisione del forlivese Vincenzo Ravajoli, ispettore di polizia, in La Piê, LXXII (2003), pp. 31-34. Il testamento scritto da Placucci il 20 giugno 1837 è in ASF, Atti del notaio Luigi Nannerini, b. 3895. Lo stesso notaio, su incarico della vedova, redasse tra aprile e maggio 1840 l’inventario dei beni del defunto ibid., b. 3890. L’atto di morte è nell’Archivio della parrocchia della Ss. Trinità di Forlì, Libro VIII dei defunti, p. 235.
Le più importanti notizie biografiche su Placucci sono in O. Fabretti, M. P., Forlì 1928. Altre informazioni sono in Id., M. P. I Gli «Usi e i Pregiudizj» e le «Memorie Storiche». II La Raccolta di «Notificazioni e Circolari». III La storia dei forlivesi che parteciparono alle campagne napoleoniche. IV Notizie biografiche. V Lettere inedite, in Il Plaustro, IV (1914), pp. 334-336; A. Mambelli, I forlivesi nel risorgimento nazionale da Napoleone a Mussolini, Forlì 1936, pp. 221 s.; Id., Uomini e famiglie illustri forlivesi, Forlì 1976, pp. 182 s. Le vicende legate alla stesura e alla fortuna degli Usi, e pregiudizj de’ contadini della Romagna sono state prese in esame da G. Bellosi nella Prefazione, a M. Placucci, Usi, e pregiudizj de’ contadini della Romagna, a cura di G. Bellosi, Imola 2002, pp. X-LVI. Su questo libro v.: A. Mazzoni, Lettera al direttore del Repertorio Enciclopedico, in Repertorio Enciclopedico, n. 10, 25 ott. 1832, pp. 73 s.; D. Vaccolini, Usi e pregiudizj de’ contadini nella Romagna, di M. P., Forlì dal Barbiani, 1818, in Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, aprile-giugno 1832, t. 55, pp. 186-189; I. e O. von Reinsberg-Düringsfeld, Sprichwörter der germanischen und romanischen Sprachen, Leipzig 1872-75; M. Placucci, Usi natalizi dei contadini di Romagna, a cura di A. D’Ancona, opuscolo per nozze Imbriani-Rosnati, Pisa 1878 a; Id., Usi nuziali dei contadini di Romagna, a cura di A. D’Ancona, opuscolo per nozze Salomone-Marino-Abate, Pisa 1878 b; G. Lumbroso, Di un libro poco noto su i costumi di Romagna, in Atti e memorie della R. deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, s. 3, 1882-83, I, pp. 314-319, e Id., Di un altro libro poco noto su i costumi di Romagna, ibid., s. 3, 1884-85, III, pp. 377-380, ristampati in Id., Memorie italiane del buon tempo antico, Torino 1889, pp. 217-229; G.G. Bagli, Dell’amore e del matrimonio presso i contadini della Romagna, in La Patria, 7 settembre 1884, ristampato in Fanfulla della domenica, 16 novembre 1884; M. Placucci, Usi e pregiudizj dei contadini della Romagna, in Archivio per lo studio delle tradizioni popolari, III (1884), pp. 317-358, 477-530; IV (1885), pp. 41-78; G. Pitrè, Avvertenza, in M. Placucci, Usi e pregiudizj dei contadini della Romagna, riprodotti sulla ed. originale per cura di G. Pitrè, Palermo 1885, pp. V-XIX; D. Merlini, Saggio di ricerche sulla satira contro il villano, Torino 1894, pp. 56-60; G.G. Bagli, Contributo agli studi di bibliografia storica romagnola, Bologna 1897, pp. 16, 28, 42; A. Campana, Il libro di M. P. e i contemporanei, in La Piê, VIII (1927), pp. 4-7; Il libro di M. P., in Il Marzocco, XXXIII (1928), p. 13; C. Piancastelli, Saggio di una bibliografia delle tradizioni popolari di Romagna, Bologna 1933, pp. 89-91; P. Toschi, Guida allo studio delle tradizioni popolari, Roma 1941; A. Fabi, Documenti inediti romagnoli relativi all’inchiesta sulle costumanze popolari del Regno italico (1811), in Lares, XVII (1951), pp. 1-16, XVIII (1952), pp. 41-60; Romagna tradizionale, a cura di P. Toschi, Bologna 1952, pp. 45-169, rist. 1963; M. Placucci, Usi e pregiudizj… per cura di G. Pitrè, Sala Bolognese 1966, 1984 (rist. anast. dell’ed. Palermo 1885); P. Burke, Cultura popolare nell’Europa Moderna, Milano 1980, pp. 18-19; A. Fabi, Il libro di M. P. e l’inchiesta napoleonica sulle tradizioni popolari, in Presenza Romagnola, III (1983), pp. 52-57; G. Bellosi, Tera bianca, sment negra, Ravenna 2000, pp. 58-61; M. Placucci, Usi, e pregiudizj…, a cura di G. Bellosi, Imola 2002, e Id., Usi, e pregiudizi…, a cura di A. Manzella, Roma 2004 (ambedue rist. anast. dell’ed. Forlì 1818). Sulle Memorie storiche sul passaggio per la città di Forlì di Sua Santità Papa Pio VII v.: A. Mambelli, Le «memorie» storiche di M. P., in Corriere Padano, 21 agosto 1929, ripreso in Id., M. P. e le sue memorie storiche, in La Piê, XI (1930), pp. 155 s.