PICCIRILLO, Michele
PICCIRILLO, Michele. – Nacque a Casanova di Carinola (Caserta) il 18 novembre 1944 da Giovanni Peccerillo e Antonietta Mignacca secondogenito di quattro figli, due fratelli, Salvatore e Giacomo, e una sorella minore, Maria.
Il cognome Peccerillo gli fu mutato in Piccirillo per un intervento erroneo dell’impiegato dell’anagrafe; inoltre, in molti documenti ufficiali, risulta nato il 18 ottobre 1944.
Frequentò la scuola media nel Collegio di Terra Santa a Roma, dove si trasferì il 3 ottobre 1955, e il biennio ginnasiale a Città di Castello e Monteripido di Perugia, in Umbria. Fin da ragazzino Michele si mostrò interessato alla storia e all’archeologia della Terra Santa, verosimilmente anche per i contatti che ebbe con i frati francescani della Custodia di Terra Santa.
Era questo un ente religioso internazionale dipendente dalla Santa Sede, e comprendente un corpo di francescani incaricati di presiedere, a nome della Chiesa cattolica, alla custodia e al culto dei ‘Luoghi Santi’ e di svolgere attività pastorali a Gerusalemme, in Israele, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Egitto, e nelle isole di Cipro e Rodi.
Partito il 19 settembre 1960 da Napoli per Gerusalemme, entrò come novizio nel convento di Emmaus el-Qubeibeh e pronunciò la prima professione dei voti il 4 ottobre 1961. Dal 1961 al 1965 frequentò il liceo a Betlemme, vicino alla basilica della Natività.
Fu allievo di padre Bellarmino Bagatti, che aveva contribuito a far considerare i santuari non più soltanto luoghi di pie tradizioni religiose, ma anche siti archeologici da studiare scientificamente.
Nell’ottobre 1965, superato un periodo di crisi che lo stava portando ad abbandonare la fraternità francescana e la Terra Santa, per una diversa opzione di vita religiosa, passò al convento di San Salvatore a Gerusalemme, dove frequentò per quattro anni lo Studio teologico. Emise la professione solenne dei voti nel santuario francescano presso il Cenacolo il 24 giugno 1967. Sempre in quell’anno, la guerra arabo-israeliana dei Sei giorni (5-10 giugno) fu per lui occasione di un’importante esperienza di volontariato caritativo e di assistenza ai feriti. Nel giugno 1969 lasciò Gerusalemme per tornare a Roma, dove completò gli studi in teologia al Pontificio Ateneo Antonianum (1970). Nel frattempo, il 5 luglio 1969, ricevette l’ordinazione presbiterale da monsignor Vittorio Costantini, vescovo di Sessa Aurunca, ex ministro generale dei frati minori conventuali, nel suo paese natale. A Roma conseguì la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico (marzo 1973) e si laureò in archeologia all’Università La Sapienza nel luglio 1975, con una tesi su La ceramica del Ferro nell’area transgiordanica – Tipologia e cronologia (relatore Paolo Matthiae). Di nuovo a Gerusalemme, dall’anno accademico 1974-75 iniziò a insegnare introduzione all’Antico Testamento, storia e geografia biblica allo Studium Biblicum francescanum (SBF) e allo Studium Theologicum Jerosolymitanum; presso lo SBF fu direttore del Museo archeologico della Flagellazione dal 1974 e professore ordinario nel 1984. Dal 1990 al 2000 fu professore invitato al Pontifico Istituto Biblico di Roma, dove insegnò archeologia e geografia biblica.
Come archeologo iniziò a lavorare sul campo nel 1972, collaborando alla riscoperta e al restauro di molti edifici proto-cristiani. Buona parte della sua attività da allora in poi ebbe al centro la valorizzazione dei tappeti musivi ellenistico-romani e bizantini della Palestina, situabili tra il I e il X secolo d.C. Fra i primi, quelli della chiesa dei Santi Lot e Procopio nel villaggio giordano di Città del Nebo (Khirbet el-Mukhayyet). Nel 1976 fu posto alla guida dei lavori di scavo e di restauro dello stesso Monte Nebo (Siyagha), la montagna dalla quale, secondo la tradizione, Mosè vide la Terra Promessa prima di morire. Lì, in quell’anno, scoprì il grande mosaico nel diakonicòn – battistero del cosiddetto Memoriale di Mosè (cfr. Campagna archeologica nella basilica di Mosè Profeta sul monte Nebo Siyagha, in Liber annuus, XXVI (1976), pp. 281-318). Da allora proseguì per tutta la vita la ricerca archeologica sul Monte Nebo.
Nel 1986, portando alla luce i mosaici della chiesa di Santo Stefano e della chiesa dei Leoni, arrivò all’identificazione storica del sito archeologico di Umm er-Rasas, non lontano da Madaba, con l’antica Kastron Mefaa e con il centro carovaniero biblico di Mephaat.
Dedicò molti studi al celebre mosaico pavimentale della Mappa di Madaba, singolare documento geografico e topografico del VI-VII secolo d.C., rinvenuto nella chiesa di San Giorgio di Madaba, che, secondo le conoscenze dell’epoca, rappresentava i territori compresi fra il Libano e l’Egitto, il Deserto Arabico e il Mediterraneo, con al centro il fiume Giordano e Gerusalemme. In seguito a questi studi, avanzò ipotesi nuove riguardo all’individuazione, sulla sponda est del Giordano (Wadi Kharrar), del luogo del battesimo di Gesù, come descritto nel Vangelo di Giovanni. Anche al suo intervento si dovette l’apertura del Madaba Archaeological Park alla fine del 1995 e del Wadi Kharrar Natural Park nel 2000 messo a disposizione di pellegrini, studiosi e turisti in una zona fino allora militare. Nel corso del 1997, per le celebrazioni del Centenario della scoperta della Carta di Madaba, Piccirillo promosse un colloquio scientifico internazionale ad Amman (7-9 aprile), una mostra accompagnata da conferenze al Cairo nel mese di settembre e una mostra con altre conferenze a Gerusalemme nella primavera del 1998. Le conclusioni del dibattito furono documentate soprattutto nel suo testo, scritto in collaborazione con Eugenio Alliata, The Madaba Map centenary (1897-1997). Travelling through the Byzantine Umayyad period (Jerusalem 1999).
L’amicizia con l’imprenditore bresciano Giovan Battista Massolini e con il fotografo Basilio Rodella, nata nel 1989, portò Piccirillo a partecipare al progetto di un calendario dedicato ai beni artistici delle terre medio-orientali. I Calendari Massolini uscirono così negli anni seguenti a partire dal 1992 (calendario dedicato al Libano), con poche interruzioni.
Le relazioni culturali e religiose che intrecciò nella sua vita furono molteplici, spesso indirizzate a scambi di studio nei quali intravedeva la possibilità di far crescere conoscenza e rispetto tra le grandi religioni monoteistiche. Anche il coinvolgimento delle popolazioni locali nella gestione e nella conservazione del proprio patrimonio storico-artistico fu da lui considerata una strada possibile per la pace in Medio Oriente. Convinto dell’universalità del linguaggio del mosaico, promosse iniziative di formazione professionale, come la Madaba mosaic School, fondata nel 1992, e un’altra scuola per il restauro del mosaico per i giovani palestinesi a Gerico nel 2000 (cfr. il suo scritto La nuova Gerusalemme. Artigianato palestinese al servizio dei Luoghi Santi, SBF, Collectio Maior 51, Jerusalem 2007).
Fu membro del Comitato direttivo della Association internationale pour l’étude de la mosaïque antique (AIEMA) di Parigi e attivo collaboratore di altre numerose organizzazioni culturali internazionali.
Coltivò relazioni con la casa reale giordana, in un’atmosfera di reciproca stima e collaborazione, per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico di questa nazione. Lo attestano anche diverse pubblicazioni, fra le quali il volume The mosaics of Jordan (Amman 1993), che ebbe la prefazione di re Hussein e fu sponsorizzata dall’American Center of oriental research.
Numerose personalità politiche e religiose furono da lui accompagnate nella visita ai Luoghi santi; fra queste, papa Giovanni Paolo II nel 2000. Sul Monte Nebo accolse anche l’allora presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi (che inaugurò nel 2001 il Mount Nebo interpretation centre e che, nel 2002, lo insignì dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana), il re Abdallah II nel 2005 e il premier Tony Blair nel 2007. Il papa Benedetto XVI nel 2009 ricordò Piccirillo proprio sul Monte Nebo.
Lo scrittore Franco Scaglia, sotto il nome di padre Matteo, ha fatto di Piccirillo il protagonista di avventurose vicende ambientate nel Medio Oriente contemporaneo (Il custode dell’acqua, 2002; Il gabbiano di sale, 2004; L’oro di Mosè, 2006 tutti pubblicati a Casale Monferrato). Il senso della sua attività ben risalta nel film documentario Tessere di pace in Medio Oriente, realizzato nel 2008 dal regista Luca Archibugi (produzione Rai Cinema e Digital Studio), su soggetto dello stesso Piccirillo. Il film vinse il Premio del pubblico del Capitello d’oro, Festival internazionale del cinema archeologico 2008.
Nel 2008 Piccirillo fu fermato da una grave malattia, in seguito alla quale fu costretto a rientrare in Italia.
Morì a Livorno il 26 ottobre 2008.
Opere. Oltre ai lavori citati e ai numerosissimi saggi archeologici comparsi sul Liber annuus dello SBF e su riviste internazionali del settore, vanno almeno ricordati: Chiese e mosaici di Madaba, Gerusalemme 1991; Mount Nebo. New archaeological excavations 1967-1997, Jerusalem 1998 (con E. Alliata); Vangelo e archeologia. Tracce cristiane in Palestina, Cinisello Balsamo 1998; con F. Cardini - R. Salvarani, Verso Gerusalemme. Pellegrini, Santuari, Crociati, tra X e XV secolo, I-II, Gorle 2000, (con F. Cardini e R. Salvarani); Il futuro dell’archeologia cristiana, in Terzo millennio cristiano. Verifiche e prospettive ecclesiali, a cura di V. Brosco, Napoli 2000, pp. 223-238; La Palestina cristiana. I-VII secolo, Bologna 2008; ha inoltre curato il volume Un uomo di pace. Padre Bellarmino Bagatti (1905-1996), Gorle 2001.
Fonti e Bibl.: La vita e l’attività di Piccirillo sono documentate nel Bollettino ufficiale della Custodia di Terra Santa (Acta Custodiae Terrae Sanctae). Il suo Diario, iniziato nel 1960 con l’arrivo in Terra Santa e conservato dallo SBF, si sdoppia in due agende: l’una dedicata all’attività svolta a Gerusalemme e l’altra a quella al Monte Nebo in Giordania (Diario di Gerusalemme, serie J 1 – J 47, dal 17 settembre 1960 al 31 maggio 2008; Diario del Monte Nebo, serie N 1 – N 13, dal 1973 al 30 maggio 2008). I diari sono per il momento inediti, seppur catalogati, e così molte delle carte personali, anch’esse conservate dallo SBF a Gerusalemme.
F. Scaglia, Abuna Michele francescano di Gerusalemme, Milano 2005; R. Alessandrini, Un uomo di pace tra i segreti del monte Nebo, in Osservatore Romano, 27 ottobre 2010; M. Roncalli, Il frate che faceva parlare le pietre, in Avvenire, 22 ottobre 2010; Christ is here! Studies in Biblical and Christian archeology in memory of M. P. ofm, a cura di L.D. Chrupcała, Milano 2010; M. P. francescano archeologo tra scienza e provvidenza, a cura di G.C. Bottini - M. Luca, Milano 2010; In memoriam: Fr M. P., ofm (1944-2008). Celebrating his life and work, a cura di C. Dauphin - B. Hamarneh, Oxford 2011.