MOROSINI, Michele
Doge. Figlio di Marino, visse nel periodo fortunoso, nel quale si preparava e delineava la politica di terraferma della sua patria, ma fu piuttosto fautore d'una politica di pace che non di avventure militari. La sua carriera infatti, e prima e dopo la sua elevazione alla dignità di procuratore di S. Marco, fu tutta dedita alla diplomazia, ed egli fu attivo negoziatore per il mantenimento della pace. Nel 1371 andò ambasciatore a Genova, poi a Carlo d'Ungheria, nel 1376 a Padova: scoppiata la guerra di Chioggia, non tardò a mettere a disposizione dello stato parte del suo ricco patrimonio per soccorrere e difendere la patria, e sostenerla nei suoi estremi bisogni. Egli non era soldato e non partecipò con la propria persona, pur recando il contributo della sua esperienza personale, animata da intenso amor patrio. Superato vittoriosamente il momento critico, fu tra i primi scelto come negoziatore delle trattative che si aprivano a Torino sotto gli auspici del duca di Savoia per la conclusione della pace, trattative difficili e laboriose, che richiedevano una singolare perspicacia per non perdere i frutti della vittoria e non precipitare in un'intempestiva rottura. Egli riuscì a condurle a buon esito, e si deve a questo successo tanto benefico per la fortuna della patria la sua elevazione nel 1381 alla dignità ducale. Ma la sorte non gli consentì di condurre innanzi l'opera di restaurazione appena intrapresa, perché appena quattro mesi dopo, il 15 ottobre, egli moriva.
Bibl.: L. A. Casati, La guerra di Chioggia, ecc., Firenze 1866.