Morgan, Michèle
Nome d'arte di Simone Roussel, attrice cinematografica francese, nata a Neuilly-sur-Seine il 29 febbraio 1920. Il suo nome resta legato a Quai des brumes (1938; Il porto delle nebbie), il capolavoro di Marcel Carné, e al memorabile personaggio di Nelly, la giovane ragazza del porto che lega il suo destino a quello di un giovane disertore (Jean Gabin). Il tipo dell'eroina romantica, particolarmente adatto all'austera bellezza del suo volto, ha segnato, la sua carriera, coronata da numerosi riconoscimenti, tra cui il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes del 1946 per La symphonie pastorale (La sinfonia pastorale) di Jean Delannoy e il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia del 1996.Trasferitasi a Parigi, studiò recitazione con René Simon esordendo nel cinema, a soli quindici anni, in Mademoiselle Mozart (1935; Otto cani in cerca di padrona) di Yvan Noé. Nel 1937 debuttò come protagonista in Gribouille (Il caso del giurato Morestan) di Marc Allégret, interpretando la parte di una giovane donna ingiustamente accusata dell'assassinio del proprio amante. Dopo Orage (1938; Delirio), dello stesso Allégret, la sua carriera ebbe una svolta quando Carné le affidò il personaggio centrale di Quai des brumes; l'immagine dell'attrice, con il volto incorniciato da un basco che ne metteva in evidenza i bellissimi occhi chiari e il corpo avvolto in uno stretto impermeabile, conquistò il pubblico e la critica. Seguirono quindi altre intense interpretazioni sulla stessa falsariga, tra cui quelle di La piste du Nord, noto anche come La loi du Nord (La legge del Nord) di Jacques Feyder e Remorques (Tempesta) di Jean Grémillon, due film realizzati tra il 1939 e il 1940, ma proiettati rispettivamente nel 1942 e nel 1941.
Nel frattempo l'attrice aveva accettato offerte della RKO e si era trasferita negli Stati Uniti (Paese di cui acquisì la cittadinanza). La sua prima produzione americana fu, significativamente, Joan of Paris (1942; L'ora del destino), film antinazista di Robert Stevenson, in cui la M. recita la parte di una partigiana della Resistenza francese. Seguirono ruoli di minor spessore, come quelli che ricoprì nella commedia musicale Higher and higher (1943) di Tim Whelan, al fianco di Frank Sinatra, e in Passage to Marseille (1944; Il giuramento dei forzati) di Michael Curtiz, questa volta in coppia con Humphrey Bogart. L'esperienza statunitense si chiuse in maniera deludente una volta sfumata la sua partecipazione a Casablanca, poi diretto nel 1942 da Curtiz, a causa del mancato accordo tra RKO e Warner Bros.
Nel 1945 l'attrice accettò l'invito di Delannoy, che la voleva come protagonista di La symphonie pastorale, e ritornò in Francia. Il film, in cui interpreta un'orfana cieca dalla nascita intorno alla quale si scatena un dramma familiare, segnò il suo ritorno al successo. Forte anche della notorietà internazionale, comunque accresciuta dall'esperienza hollywoodiana, tra la fine degli anni Quaranta e il decennio successivo fu molto attiva, dentro e fuori la Francia. Di questo periodo occorre ricordare Aux yeux du souvenir (1948) di Delannoy, The fallen idol (1948; Idolo infranto) di Carol Reed, Les orgueilleux (1953; Gli orgogliosi) di Yves Allégret, Les grandes manœuvres (1955; Grandi manovre) di René Clair, ma soprattutto Fabiola (1949), il costosissimo peplum di Alessandro Blasetti che ne accrebbe la popolarità in Italia ‒ e che suscitò polemiche da parte della critica di orientamento cattolico per alcune scene d'amore ritenute troppo osé ‒ in cui la M. è la figlia di un senatore romano, innamorata di un gladiatore convertitosi al cristianesimo.
Dopo aver interpretato una serie di famosi personaggi storici, come Giovanna d'Arco nel collettivo Destinées (1954; Destini di donne, segnatamente nell'episodio Jeanne diretto da Delannoy), Joséphine de Beauharnais in Napoléon (1955; Napoleone Bonaparte) di Sacha Guitry e Maria Antonietta in Marie-Antoinette (1956; Maria Antonietta regina di Francia) di Delannoy, negli anni Sessanta la sua attività cinematografica andò progressivamente declinando. Fatta eccezione per i film girati con Claude Chabrol (Landru, 1963) e con Claude Lelouch (Le chat et la souris, 1974, Il gatto, il topo, la paura e l'amore), è poi apparsa per lo più in ruoli minori, spesso in quello della signora sofisticata. I suoi interessi si sono quindi indirizzati altrove, prevalentemente al teatro, dove ha esordito con successo nel 1978, alla televisione e alla pittura.
Nel 1977 ha pubblicato, in collaborazione con M. Routier, un'autobiografia, Avec ces yeux. Nel 1990 è comunque tornata sul set, chiamata da Giuseppe Tornatore, per il film Stanno tutti bene.
C. Bouniq-Mercier, Michèle Morgan, Paris 1983.