MEDICI, Michele
– Nacque a Bologna l’8 maggio 1782 da Girolamo, maestro in una filanda di seta, e da Antonia Rossi.
Dopo aver studiato grammatica, umanità e retorica presso il seminario arcivescovile di Bologna, il M. seguì anche lezioni di filosofia. Orientatosi poi verso le discipline fisiche, dapprima frequentò le lezioni di farmacia impartitegli privatamente da F. Coli, pervenendo giovanissimo, nel 1799, all’abilitazione al libero esercizio dell’arte; quindi nell’Università bolognese conseguì, il 20 ag. 1802, la laurea in medicina. Intraprese subito la carriera ospedaliera nell’ospedale Maggiore di Bologna nel quale, dopo aver esercitato per tre anni le funzioni di pro-assistente, fu nominato nel 1805 medico sostituto e nel 1818 primario medico, incarico che ricoprì fino al 31 genn. 1855.
La completa e scrupolosa formazione che gli aveva consentito l’accesso alla carriera ospedaliera è facilmente desumibile dall’esame di un saggio che pubblicò a Bologna nel 1833: Cenni fisiologici, patologici e terapeutici intorno la malattia conosciuta nella città di Comacchio sotto il nome di male di fegato, accurata descrizione di alcuni casi di una patologia di non rara osservazione, tra fine del XVIII e primi anni del XIX secolo, in quella zona del delta del Po, forse identificabile con una forma di lebbra tuberosa.
Il M. si mise presto in evidenza per la preparazione e la valentia professionale, così che nel 1815 fu chiamato a reggere la cattedra di fisiologia nell’Università di Bologna. Con la restaurazione del governo pontificio, infatti, l’assetto provvisorio dell’ateneo petroniano, delineato in quell’anno dal delegato apostolico G. Giustiniani, disponeva l’istituzione dell’insegnamento della fisiologia scorporandolo da quello dell’anatomia comparata; l’autonomia della nuova cattedra nelle università pontificie sarebbe stata confermata, successivamente, nell’ordinamento degli studi stabilito dalla bolla Quod divina sapientia emessa da Leone XII il 28 ag. 1824.
Titolare della prima cattedra bolognese della disciplina, il M. approfondì gli studi di una scienza che andava, all’epoca, lentamente svincolandosi da una radicata concezione speculativa-filosofica per aprirsi al metodo sperimentale. Al nuovo orientamento appariva comunque aderente quando subito dopo la laurea, poco più che ventenne, in uno studio condotto con G. Gandolfi, contestando l’opinione allora dominante formulata da J. Tourdes, aveva negato l’esistenza di proprietà contrattili del sangue (Esperienze sopra il sangue, Bologna 1803), come anni dopo avrebbe confermato R.P.H. Heidenhain. In un pregevole studio anatomico sulla struttura delle ossa, in polemica con altri studiosi, il M. dimostrò che il tessuto spugnoso non è l’unico componente dell’intero osso bensì solo di alcune sue parti limitate, distinguendolo nettamente dal tessuto osseo «rivestito da lamine fibrose, le une sovrapposte alle altre» (cioè quello attualmente definito compatto): Esperienze intorno alla tessitura delle ossa, in Opuscoli scientifici, II (1818), pp. 93-117; Considerazioni intorno alla tessitura organica delle ossa scritte da Michele Medici… in risposta alle opposizioni fattegli dal sig. dottore Carlo Speranza e dal sig. cav. Antonio Scarpa (Bologna 1819). Sull’argomento sarebbe ancora tornato anni dopo: Observationum anatomicarum de ossium structura specimen, in Novi Commentarii Academiae scientiarum Instituti Bononiensis, I (1834), pp. 152-175.
Nell’interpretazione dei fenomeni biologici e fisiologici, il M. fu un vitalista convinto: andando oltre le teorie dell’«eccitabilità», degli «stimoli» e dei «controstimoli» enunciate rispettivamente da J. Brown, G. Rasori, G. Tommasini, in Commentario intorno alla vita (Bologna 1819), e più tardi in Manuale di fisiologia (ibid. 1833), introdusse il concetto di «forza riproduttiva», con cui intese «la proprietà o l’attitudine per opera della quale i corpi vivi si rifanno della materia che perdono» e grazie alla quale è possibile la rigenerazione dei nervi periferici e la formazione dei circoli venosi collaterali. Precisò ulteriormente tali argomenti, trattandone anche vari altri tra i quali «la formazione dei vasi nuovi nell’infiammazione», «il rimarginamento delle piaghe e delle ferite», «la suppurazione»: si veda Lettera fisiologica terza ed ultima al… dottore Francesco Freschi di Piacenza, in Giorn. per servire ai progressi della patologia e della terapeutica, IX (1838), pp. 68-125, 193-343. Nell’ampia disamina Esame critico sopra alcuni argomenti di fisiologia e di patologia in risposta ad alcune cose dette da… G. Tommasini nei capp. 302-303-304-305-306-307 del 3° vol. della sua opera sull’infiammazione e sulla febbre cronica, ibid., s. 2, I (1842), pp. 307-428, precisò che la riproduzione, a differenza di quanto sostenuto da Tommasini, è non una funzione subalterna alla vita o all’eccitamento, bensì «un atto primitivo pari all’eccitamento, benché diverso da esso ed anzi nei primordi della vita anteriore ad esso».
In interessanti ricerche anatomo-fisiologiche sulla funzionalità cardiaca il M. affermò che i moti del cuore dipendono solo dall’attività di «ramoscelli nervei del cuore medesimo» eccitati dall’entrata del sangue negli atri (Experimenta et considerationes de motu cordis et de sanguinis circuitu, in Novi Commentarii Academiae scientiarum Instituti Bononiensis, I [1834], pp. 241-254; Sull’opera dei nervi cardiaci sul moto del cuore. Lettera prima fisiologica al… dottore Francesco Freschi di Piacenza, in Giorn. per servire ai progressi della patologia e della terapeutica, VIII [1838], pp. 313-339), parziale, intuitiva anticipazione delle future scoperte di autorevoli studiosi. Non meno importanti furono i suoi studi sull’origine e sulle funzioni del sistema nervoso autonomo, del quale ipotizzò la probabile connessione attraverso i cosiddetti rami comunicanti con il sistema cerebro-spinale, in contrasto con la dottrina allora dominante dell’indipendenza dei due sistemi di M.F.X. Bichat, descrivendo inoltre l’esistenza, nel cane e nell’uomo, di anastomosi tra simpatico e vago (Ricerche anatomiche e fisiologiche sopra il nervo intercostale, Bologna 1843). Del M. si ricordano vari studi di fisiologia umana, animale e vegetale (Lettera seconda fisiologica al… dottore Francesco Freschi di Piacenza, in Giorn. per servire ai progressi della patologia e della terapeutica, VIII [1838], pp. 340-409; Osservazioni anatomiche e fisiologiche intorno all’apparecchio sonoro della cicala, in Memorie lette nelle adunanze ordinarie della Soc. agraria della provincia di Bologna, IV [1847-48], pp. 1-37; Del senso del moto delle piante, ibid., V [1849-50], pp. 273-297; Risposta… ad una lettera indirizzatagli dal… signor Secondo Berruti, intorno la generazione spontanea degli insetti e la natura degli zoospermi, in Giorn. per servire ai progressi della patologia e della terapeutica, s. 2, IV [1845], pp. 391-474). Il M. tentò, inoltre, di pervenire alla luce del suo costrutto fisiologico a un nuovo inquadramento nosografico delle varie malattie, in una mediazione, forse impossibile, tra quelli allora in auge formulati da G. Tommasini, F. Puccinotti, M. Bufalini (Tentativo di un prospetto di una medicina organico-dinamica, Bologna 1840). In sostanza la fisiologia del M., alla quale cominciò a dedicarsi con passione non appena chiamato all’insegnamento (Dell’utilità e della bellezza dello studio della fisiologia, in Opuscoli scientifici, IV [1823], pp. 349-361), pur se ancora distaccata dai progressi della fisica e della chimica e ben lontana dalla futura scienza sperimentale, ci appare oggi una disciplina per l’epoca innovativa nella finalità e nella metodologia: non più la ricerca delle strutture preposte alle funzioni propria della vecchia anatomia comparata e fisiologia, bensì il tentativo di chiarire il meccanismo della funzione attraverso l’accurato studio delle strutture.
Al M. si debbono, inoltre, preziose indagini storiche: le biografie, con le ricostruzioni delle loro opere scientifiche, di illustri anatomisti (Vita di Carlo Mondini…, Bologna 1829; 2ª ed. aggiornata, ibid. 1830; Elogium Ioannis Antonii Stancari anatomici et medici Bononiensis, Bononiae 1846; De vita et scriptis Petri Nannii anatomici, et medici Bononiensis, ibid. 1848) e medici bolognesi (Elogium Josephi Ferdinandi Guglielmini, ibid. 1846; Della vita e degli scritti degli anatomici e medici fioriti in Bologna dal cominciamento del secolo XVIII fino al presente: discorsi detti all’Accademia dell’Istituto delle scienze di Bologna, Bologna s.d., raccolta di numerose biografie pubblicate nelle Memorie dell’Accademia delle scienze); la storia della scuola di anatomia di Bologna (Michaelis Medici in Bononiensi Archigymnasio physiologiae professoris de anatomicis qui a decimi octavi seculi initio ad nostram usque aetatem… oratio, Bononiae 1844; Compendio storico della scuola anatomica di Bologna dal rinascimento delle scienze e delle lettere a tutto il secolo XVIII. Con un paragone fra la sua antichità e quella delle scuole di Salerno e di Padova, Bologna 1857) e delle accademie scientifiche e letterarie di Bologna (Cenno storico intorno le accademie scientifiche di Bologna, ibid. 1847; Memorie storiche intorno le accademie scientifiche e letterarie della città di Bologna, ibid. 1853).
Socio di importanti società scientifiche, il M. fu presidente dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna per ben quattro volte, della Società agraria e della Società medica chirurgica, alla quale donò alcuni strumenti probabilmente appartenuti a M. Malpighi. Chiamato a ricoprire importanti incarichi nell’amministrazione cittadina, fu per lunghi anni presidente della Commissione provinciale di sanità; nel 1847 Pio IX lo nominò cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno.
Il M. morì a Bologna il 4 maggio 1859.
Aveva disposto il lascito dei suoi beni a enti di beneficenza e la donazione della sua ricca biblioteca al Comune.
Fonti e Bibl.: Necr., in Atti dell’Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XII (1858-59), p. 374; Arch. di Stato di Bologna, Studio, cart. 920: carpetta Michele Medici; Arch. di Stato di Roma, S. Congregazione degli studi, b. 97 (vecchia numerazione: cart. 174), f. 364; F. Avetrani, Memorie per servire alla vita di M. M., Loreto 1847; P. Volpicelli, Sunto dell’opera del sig. prof. M. cav. M. intitolata «Compendio storico della scuola anatomica di Bologna…», in Atti dell’Acc. pontificia dei Nuovi Lincei, XII (1858-59), pp. 43-50; M. Paolini, Elogio di M. M., Bologna 1960; L. Simeoni, Storia dell’Università di Bologna, II, Bologna 1940, pp. 4, 179, 181, 189, 199; A. Simili, I primari dell’ospedale Maggiore, in Sette secoli di vita ospitaliera in Bologna, Bologna 1860, pp. 219-222; S. Arieti, M. M. e la prima cattedra di fisiologia nell’Università di Bologna, in Il Carrobbio, XXII (1996), pp. 153-158; Diz. dei bolognesi, a cura di G. Bernabei, II, Bologna 1989-90, p. 348; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, III, pp. 147 s.
S. Arieti