Maestro armaiolo fiorentino (sec. 17º-18º). Costruiva fucili a ripetizione come quelli dei Cecchi di Bargi, che firmavano le loro armi Acquafresca; in queste armi la carica era inserita nella canna mediante la rotazione di un cilindro forato, interposto tra la canna e il calcio. Qui erano ricavati due serbatoi, uno per la polvere e l'altro per le pallottole; la leva che faceva rotare il cilindro armava il cane e innescava lo scodellino. Fucili di questo tipo potevano sparare serie di 12 o 18 colpi, ma la possibilità di accensioni simultanee di tutte le cariche contenute nel serbatoio li rendeva estremamente pericolosi. La paternità di questo sistema è spesso erroneamente attribuita a John Cookson, che ebbe solo il merito di diffonderlo in Inghilterra, dopo che Abraham Hill lo aveva brevettato, come suo, a Londra nel 1664.