LA ROSA, Michele
Fisico, nato a Palermo il 26 giugno 1880, morto ivi il 6 luglio 1933. Dopo essersi laureato, fu prima a Firenze, nell'Istituto fisico diretto da A. Rioti (1903); quindi assistente e poi aiuto presso l'università di Palermo (1904), dove succedette a D. Macaluso nella cattedra di fisica sperimentale (1914). Fu preside della facoltà di scienze, membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, rettore dell'università, uno dei XL della Società italiana delle scienze.
I suoi lavori riguardano svariati campi della fisica sperimentale e teorica. Si occupò dell'arco elettrico cantante, studiandolo specialmente dal punto di vista spettroscopico. Fu tratto da queste ricerche a sfruttare le alte temperature ottenute per provocare la fusione del carbonio, allo scopo di ottenerne la cristallizzazione sotto forma di diamante. Si devono a lui ricerche di ottica fisiologica, particolarmente sulla visione degli occhi astigmatici. Altri suoi studî si riferiscono alla termoelettricità, all'effetto Hall e ad altre proprietà elettriche dei metalli.
Un ultimo gruppo di lavori è dedicato a una critica sui fondamenti fisici della teoria della relatività, e specialmente alla questione dell'influenza del moto della sorgente sulla velocità della luce. Ammessa una tale influenza (ipotesi "balistica"), egli è pervenuto a una spiegazione di varî fenomeni offerti dalle stelle variabili.