MICHELE (Michal) Korybut Tomasz Wiśniowiecki, re di Polonia
Nato nel 1639, morto a Leopoli il 14 novembre 1673, era figlio di Geremia Wiśniowiecki e crebbe orfano e povero (gl'immensi beni del padre situati al di là del Dniepr erano passati ai Cosacchi). Quando dopo l'abdicazione del re Giovanni Casimiro il trono polacco rimase vacante, la nobiltà, guidata dal vescovo Andrea Olszowski, presentò quale proprio candidato (contro l'alta aristocrazia e il partito francofilo) il giovane Wiśniowiecki, che fu acclamato re il 19 giugno e coronato il 29 settembre 1668. M. accettò con riluttanza: istruito e colto, ma quasi abulico, egli non aveva le qualità che le condizioni difficilissime in cui versava la Polonia esigevano dal capo dello stato.
Infatti il suo breve regno fu quanto mai infelice. L'Ucraina continuava a essere in costante agitazione. Uno dei capi cosacchi, Pietro Dorosenko, si staccò completamente dalla Polonia, sottoponendosi al dominio turco. L'etmanno G. Sobieski lo sconfisse nel 1671, ma la sua vittoria non fu sfruttata per le grandi discordie interne. Tra gli stessi partigiani del re il malcontento assumeva forme di congiura e di ribellione. Intanto Maometto IV condusse contro la Polonia un forte esercito: il 27 agosto 1672 la fortezza di Kamieniec Podolski capitolò e poco dopo la Polonia, col trattato di Buczacz, dovette rinunciare in favore della Turchia alla Podolia e all'Ucraina. Anziché unirsi, la nobiltà polacca si divise in due campi: numerosi nobili aderirono alla "confederazione" di Golab, mentre l'esercito dell'etmanno Sobieski che cominciava a rintuzzare l'offensiva turca, si unì alla confederazione di Szczebrzeszyn. Tra le due confederazioni vi furono persino conflitti armati, sinché al principio del 1673, grazie anche all'intervento del nunzio F. Buonvisi, si giunse a un accordo alla dieta di Ujazdów. Pochi mesi dopo M. moriva, mentre si accingeva a prendere parte alla campagna che condusse l'esercito polacco sotto Sobieski alla vittoria di Chocim.