PASQUARELLI, Michele Gerardo
PASQUARELLI, Michele Gerardo. – Nacque a Marsico Nuovo (Potenza) il 30 maggio 1868 da Federico, notaio, e da Raffaella Tucci, benestante. Frequentò in paese le scuole ginnasiali e completò gli studi liceali a Matera, ove, tra gli altri, ebbe come maestro il geografo Arcangelo Ghisleri. Benché avesse mostrato una pronunciata inclinazione per le lettere, fu indirizzato agli studi di medicina presso l’Università di Napoli, ove fu allievo di Francesco Paolo Sgobbo, Giovanni Paladino, Angelo Zuccarelli e, soprattutto, di Leonardo Bianchi che, nel 1893, fu il relatore della sua tesi di laurea, in psichiatria, sulla paralisi progressiva.
La sua formazione universitaria fu permeata dall’influenza delle teorie e del metodo della scuola antropologico-criminale di Cesare Lombroso, recepiti sia attraverso l'opera di coloro che, negli ambienti culturali napoletani, ne erano ritenuti precursori (Luigi Ferrarese, Salvatore Tommasi), sia attraverso i lavori dei fautori coevi, tra i quali spiccava il suo maestro Zuccarelli. Teatro di questi suoi primi studi fu una Napoli in cui si sviluppò, soprattutto sulla rivista Nuovi orizzonti, un vivace dibattito tra umanisti classici e positivisti, questi ultimi assidui frequentatori del gabinetto antropologico Giambattista Della Porta.
Appena laureato, si ritirò in Basilicata ed esercitò la professione medica nel paese natio e in due borghi lucani (Missanello e Pietrapertosa). Sostanzialmente isolato, mantenne, però, desti i suoi interessi scientifici, collaborando con prestigiose riviste come L’Anomalo, Il manicomio moderno, l’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari, Folklore calabrese, la Rivista delle tradizioni popolari italiane, l’Archivio di psichiatria, scienze penali ed antropologia criminale. I suoi contributi spaziarono dall’antropologia criminale alla paremiologia, dalla medicina popolare alle pratiche magiche e simboliche. Non mancò di analizzare le condizioni economico-sociali della sua Basilicata, certamente in ciò stimolato dall’esortazione di Ghisleri a promuovere la scoperta di 'casa nostra', sollecitato dalle letture di Giacomo Racioppi, Enrico Pani Rossi ed Ettore Ciccotti, sostenuto dall’amicizia che intrattenne con Giustino ed Ernesto Fortunato, con Francesco Saverio Nitti, con il deputato Francesco Perrone, sodalizi spesso nutriti da intensi scambi epistolari.
I risultati delle sue ricerche, frutto di un’acuta osservazione di comportamenti, abitudini, linguaggi, concezioni di vita della gente lucana, segnarono una progressiva attenuazione dell’originario approccio naturalistico lombrosiano a favore di una più spiccata apertura a istanze socioculturali folkloriche, rafforzata anche dai legami epistolari con studiosi quali Giuseppe Pitrè, Raffaele Lombardi Satriani, Angelo De Gubernatis, i più giovani Gaetano Amalfi e Raffaele Corso, il francese Arnold Van Gennep. Nonostante avesse ricevuto ripetute attestazioni di stima, Pasquarelli non riuscì a elaborare e pubblicare in forma compiuta i suoi studi, che rimasero un corpus di saggi, articoli, note e recensioni, espressioni di un’indagine antropologica fondata su materiali demologici. Questa aspirazione non realizzata va spiegata anche con le condizioni economiche non proprio floride di Pasquarelli, che probabilmente lo indussero, insieme a una mai sopita ansia conoscitiva, a emigrare, nel 1903, in Venezuela. Qui si stabilì ad Altagracia de Orituco, nello stato di Guárico, ove il 6 settembre del medesimo anno sposò Ignacia Maria Jiménez Pedrigue, da cui ebbe sei figli: Luisa, Eva, Giusto, Diana, Michelangelo e Vivina. Durante il suo lungo soggiorno venezuelano annotò usi e costumi locali, che diventarono poi materia di due brevi saggi, pubblicati nel 1916 e nel 1917.
Rientrato in Italia nel 1912, esercitò come medico a Marsico Nuovo, ove fu anche sindaco dal 19 gennaio al 6 luglio 1914, e in Savoia di Lucania. Già componente della Società romana di antropologia e della Società meridionale di etnografia di Bari, nel 1919 fu insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Colto da improvvisa crisi cardiorespiratoria, morì a Savoia di Lucania il 19 marzo 1924.
Fonti e Bibl.: Per i dati biografici si è fatto ricorso all’Archivio comunale di Marsico Nuovo. Per il corpus degli scritti di Pasquarelli, con l’indicazione della collocazione originale, si veda ora: M.G. Pasquarelli, Medicina, magia e classi sociali nella Basilicata degli anni Venti. Scritti di un medico antropologo, a cura di G.B. Bronzini, I-II, Galatina 1987, con un accurato saggio introduttivo del curatore, M.G. Pasquarelli tra demopsicologia e antropologia, I, pp. VII-XXX. Un’ampia scelta dei lavori di Pasquarelli, corredata da un appropriato commento critico, è in A. Lotierzo, Antropologia e cultura popolare. La Basilicata di M.G. Pasquarelli, Manduria 1983. Un’antologia di testi non commentati viene proposta in E.V. Alliegro, La terra del Cristo. Percorsi antropologici nella cultura tradizionale lucana, Potenza 2005, pp. 771-910. Sulla vita e l’attività di Pasquarelli, si vedano, innanzitutto, i necrologi di R. Corso, in Folklore. Rivista trimestrale di tradizioni popolari, X (1924), 2, pp. 27-30; e di G. Amalfi, in La Basilicata nel mondo, II (1925), 3, pp. 183-185. Utile, ora, la voce P. M.G., in A.L. Larotonda, Riprendiamoci la storia. Dizionario dei lucani, Milano 2012, pp. 402 s. Fondamentali i contributi di: G.B. Bronzini, Cafoni e galantuomini in Basilicata all’inizio del secolo, in Lares, XLVI (1980), pp. 503-525 e Id., Malocchio, invidia, diagnosi e terapia magica nella cultura contadina lucana degli anni Venti, ibid., XLVII (1981), pp. 265-290, riproposti entrambi in Id., Cultura contadina e idea meridionalistica, Bari 1982, rispettivamente pp. 117-146 e 147-179. Si rimanda, infine, a: T. Pedio, Storia della storiografia lucana, Bari 1964, p. 171; L.M. Lombardi Satriani, La febbre continua, in Basilicata tra passato e presente, a cura di N. Calice, Milano 1977, pp. 201-234; Omaggio a Michele G. Pasquarelli medico e antropologo, a cura di V. Rizzo, Anzi 2002; G.B. Bronzini, Vita e lavoro dei contadini attraverso le inchieste agrarie e le storie municipali, in Storia della Basilicata, a cura di G. De Rosa - A. Cestaro, 4, L’Età contemporanea, a cura di G. De Rosa, Roma-Bari 2002, pp. 456-461; E.V. Alliegro, Antropologia italiana. Storia e storiografia, 1869-1975, Firenze 2011, pp. 73, 113, 136.