FENOCCHIO, Michele
Figlio di Antonio, esattore delle imposte, nacque probabilmente verso il 1725 a Pinerolo (prov. Torino), città di cui sarebbe stato sindaco un suo zio nel 1747. Nel 1739 iniziò a lavorare presso l'ufficio delle Fortificazioni e fabbriche come assistente. Negli anni della guerra di successione austriaca mise in rilievo "le distinte prove che ha sempre date, di singolare abilità, probità ed esattezza" (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Pat. Contr. Finanze 1781, vol. 60 f. 15r). Il 14 febbr. 1749 venne approvato quale architetto civile dalla università di Torino. La sua attività, nell'ambito delle Fortificazioni e fabbriche, si svolse essenzialmente nel Pinerolese. Per circa un quarantennio eseguì periodici interventi di manutenzione per il castello di Perosa, per il forte di Mirabocco, per i quartieri militari e per l'arsenale di Pinerolo; diresse inoltre i lavori di costruzione delle locali carceri. Più saltuariamente operò per le fortificazioni di Cuneo e Fossano e per il castello di Saluzzo (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, art. 183; Tesoreria Fortificazioni e Fabbriche, registri 1739-1797).
Nello stesso tempo svolse una attività di tipo "minore" quale architetto civile, con interventi su fabbricati, chiese e sulle infrastrutture del territorio.
Si ricordano in particolare: la relazione del 1747 sul modo di sistemare le soffitte dell'ospizio dei cattolicizzandi a Pinerolo (Signorelli, 1972, p. 252) e il progetto di ampliamento del convento di S. Chiara a Saluzzo (3 luglio 1762). Tra il 1765 e il 1768 il F. lavorò al restauro del coro del duomo di Pinerolo. Al 1768 risale l'esecuzione dei tre progetti per uno stallo nel coro del duomo di Pinerolo e un altare per la vestizione del vescovo nella sacrestia.
Nel 1771 il F. si occupò di due problemi di idraulica. Il primo, nel mese di aprile, era relativo ad una fontana che doveva condurre l'acqua nel giardino del vescovo di Pinerolo (Arch. di Stato di Torino, Sezione prima, Prov. Pinerolo, m. 4.2 n. 3bis). Il secondo riguardava il modo migliore per la conduzione dell'acqua dinanzi al collegio dei gesuiti. Relazioni e proposte vennero prodotte da più architetti; il F. presentò anche un disegno, datato 4 luglio, intitolato Profilo di due progetti per tramandar l'acqua nella contrada del R. Arsenale.
Del 2 luglio 1774 è la relazione in Stato e forma della chiesa di S. Marcellino a Bibiana, mentre è del 1777 quella per il campanile della parrocchiale di S. Maria del Borgo a Vigone. Al 22 luglio 1780 risale un suo "tipo per il nuovo ponte sul rivo Subiasco e sovra i limiti di Villar Perosa e Bobbio Pellice". Nel 1784 fu deliberata la costruzione dell'ala pubblica (mercato coperto) di Cumiana con disegno ed istruzione del Fenocchio (Arch. di Stato di Torino, Sez. riun., Intendenza di Pinerolo, Categ. 1ª, sez. 1ª, Lavori pubblici comunali).
Altri documenti (ibid.) che attestano l'attività del F. sono la relazione (21 ag. 1747) sulla visita alla strada reale da Paesana a Crissolo, in territorio di Ostana, distrutta da una valanga, contestata da quella Comunità, e quella (6 sett. 1747) sulla visita a Cercenasco per la sistemazione del torrente Lemina.
Nel 1747 una supplica della Comunità di San Pietro Val Lemina, relativa alla messa a punto dei ripari del ponte esistente fra quel comune e Pinerolo, attaccava l'operato del F. in modo pesante, fornendo alcune informazioni sul suo conto (Signorelli, 1972). Per questo venne convocato l'architetto B. A. Vittone, che con una relazione del 7 luglio approvò sostanzialmente l'operato del Fenocchio.
Del 1773 sono una istruzione e due disegni del F. "in seguito a nuova opera eseguitasi ai ripari del torrente Chisone fra San Secondo ed Osasco".
L'ultima notizia sul F. risale al gennaio 1799, quando si ritrova il suo nome, unitamente a quello di altri pinerolesi, quale donatore di una spada ed un pugnale d'argento all'amministrazione repubblicana della città (Pittavino, 1963, p. 307).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Sez. prima o di Corte, Benefici di qua dei monti Pinerolo, m. 78; ibid. Paesi per A e B, Vigone, m. 24, n. 25; ibid., Lettere particolari: Brunetta, m. B 127, Pagan, m. P 1; ibid., Monache di qua dai monti Saluzzo S. Chiara, m. 3; Ibid., Sez. riunite, Intendenza di Pinerolo, Categoria 1ª, sez. 1ª, Lavori pubblici comunali, nn. 62, 76, 99, 103; ibid., sez. VII, art. 19, mazzi 184-187; ibid., Tipi, sez. III, cartella P, s.v. Pinerolo; ibid., Conto Tesoreria Fortificazioni e Fabbriche, registri 1739-1797- Si veda ancora A. Pittavino, Storia di Pinerolo e del Pinerolese, I, Milano 1963, pp. 307, 450; C. Brayda-L. Coli -D. Sesia, Ingegneri e architetti del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, p. 34; B. Signorelli, Vittone a Pinerolo, in Bernardo Vittone e la disputa fra classicismo e barocco nel Settecento, II, Torino 1972, pp. 252, 265; Id., Acque strade e ponti in Sabaudia..., in Studi piemontesi: XIII (1984), 1, p. 172.