EULAMBIO, Michele
Nacque a Trieste il 13 febbr. 1881 da Alessandro e Anna Diamanti. Iniziato in giovanissima età allo studio del pianoforte dalla madre, studiò contemporaneamente violino con C. Coronini e A. Castelli a Trieste, ove fu poi allievo per l'armonia di Gustavo Wieselberger. I lusinghieri risultati ottenuti e l'impegno mostrati in questi primi anni di studio indussero la famiglia ad indirizzarlo verso un più prestigioso centro di cultura musicale e, inviato a Lipsia, nel 1903 entrò nel locale conservatorio, ove divenne allievo di S. Krehl per la teoria, di H. Zoellner per la composizione, di A. Ruthard per il pianoforte, di R. Hoffmann per la strumentazione ed infine del celebre direttore A. Nikisch per la direzione d'orchestra. Portati a termine gli studi nel 1907 con ottimi risultati, si diplomò in composizione e direzione d'orchestra, presentando quale saggio finale un Concerto per pianoforte e orchestra da lui stesso diretto con successo. Tornato in Italia, si stabilì dapprima a Milano, quindi si trasferì a Napoli ove visse dal 1915 al 1926, dedicandosi prevalentemente alla composizione di musica da camera, e si legò agli ambienti culturali della città entrando in rapporti di amicizia con Salvatore Di Giacomo. Lasciata Napoli, si stabilì a Gradisca d'Isonzo, ove si impegnò sopratutto nell'insegnamento della musica nelle scuole medie e nella composizi one di lavori teatrali e sinfonici rimasti per lo più inediti.
Tra i lavori di carattere teatrale si ricordano in particolare: Ninon de Lenclos, dramma in tre atti su libretto di E. Hardt, dall'omonimo lavoro teatrale dello stesso autore, rappresentato il 27 apr. 1912al Neues Städtisches Theater di Lipsia e replicata con successo più volte, sotto la direzione dello stesso E. a Kiel, Schwerin, Elberfeld, Magdeburgo, Ratisbona, Würzburg e in altri importanti teatri tedeschi. Inoltre sono inedite e non rappresentate: Madamigella Figaro, libretto di E. Golisciani da una commedia di E. Scribe, 1921; Corsaresca, opera in tre atti, libretto di A. Algardi, 1926; I prati di Yalu, mimodramma in tre quadri su testo di M. Giotti del Monaco, 1941 (cfr. Enc. d. spett.). Compose inoltre varia musica per pianoforte, per violino e pianoforte, liriche per canto e pianoforte, musica sinfonica e da camera, tutta pubblicata a Napoli presso l'editore Raffaele Izzo.
L'E. morì a Monfalcone (prov. di Gorizia) il 26 genn. 1974.
La sua fama è legata esclusivamente all'unica opera rappresentata, Ninon de Lenclos, che, edita a Berlino nel 1912, conobbe una singolare fortuna soprattutto nei paesi di lingua tedesca; fu rappresentata tra l'altro anche in Svizzera nel 1948 e nel 1951, mentre nella versione italiana conobbe un successo effimero limitato ad un'unica rappresentazione. Influenzato, anche per formazione culturale, dai compositori d'Oltralpe, si accostò al teatro musicale di tradizione germanica, rappresentato in particolare a cavallo dei due secoli da R. Strauss ed E. d'Albert, e realizzò un fortunato compromesso tra la scuola romantica tedesca e quella veristica italiana, espressa soprattutto dalla figura isolata di Francesco Cilea, non a caso compositore tra i più sensibili agli influssi transalpini. Tale indirizzo spiega il successo riscosso, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, ove lo stile dell'E. fu particolarmente apprezzato. Per le stesse ragioni l'opera ebbe scarsa fortuna in Italia dove fu rappresentata soltanto nel 1947 al teatro Verdi di Trieste sotto la direzione di U. Berrettoni, protagonista S. Scuderi, in una versione ritmica italiana realizzata da E. Golisciani sin dal 1918.
Ciò indusse l'E., peraltro collocato in posizione assolutamente isolata ed estranea ai grandi circuiti artistici italiani, ad abbandonare la composizione di altri lavori teatrali, oltre quelli citati che, rimasti inediti e non rappresentati, meriterebbero forse di essere oggi riportati alla luce e considerati almeno nell'ambito d'una rivalutazione di carattere storico.
Bibl.: U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 360; Enc. dello spett., V, coll. 1686 s.; C. Schmidl, Diz. univ. deimusicisti, I, p. 506.