BIANCHI, Michele
Nato a Belluno nel 1603, era titolare di un canonicato e una cappellania a Belluno quando nel 1645 entrò a servire, senza veste ufficiale, nella diplomazia veneta in qualità di uomo di fiducia di Nicolò Sagredo, nominato in quell'anno ambasciatore alla corte imperiale. Nel 1659 fu inviato dal Sagredo in Polonia, su invito del nunzio a Varsavia G. de Torres, promotore di una mediazione veneta tra i Polacchi ed i Cosacchi insorti. Dopo un breve soggiorno a Varsavia ed a Leopoli, si recò quindi presso il Chmel'nickij con l'incarico di indurlo a rivolgere le armi contro i Turchi. I colloqui con il generale cosacco, svoltisi a due riprese, nel giugno e nell'agosto 1650, non ottennero altro risultato, se non una generica e non impegnativa adesione del Chmel'nickij al progetto veneziano di leva contro i Turchi. Sino al novembre di quell'anno il B. si trattenne quindi a Leopoli, donde continuò a mandare regolarmente al Sagredo e al de Torres dispacci ricchi di notizie e di intelligenti considerazioni sulla situazione interna dell'Ucraina, sui rapporti della regione con i Polacchi ed i Tatari, sui tumulti dei Cosacchi contro i Polacchi. Nel 1654 il B. venne inviato a Stoccolma e l'anno successivo in Moscovia con l'incarico di testimoniare a quelle corti l'interesse che la Repubblica portava ad una rapida conclusione del conflitto tra Svedesi e Polacchi e tra Polacchi e Russi in Lituania, nella prospettiva di una comune azione delle potenze cristiane del Nord contro i Turchi.
Rientrato a Vienna nel 1657, di lì a poco tornò definitivamente in patria, dove ottenne dalla Repubblica un feudo perpetuo e la carica di arciprete di Pieve d'Alpago. Mori l'11 genn. 1667.
Dalle sue esperienze di diplomatico e di viaggiatore il B. trasse una Historia delle guerre civili di Polonia, che dedicò a Michele Morosini, ambasciatore veneto a Roma, e che fu pubblicata postuma nel 1671 a Venezia con lo pseudonimo di Alberto Vimina.
Il B. racconta le vicende delle guerre polacche contro i Cosacchi nel periodo dalla morte di Ladislao IV (1648) sino alla primavera del 1652, presentandole nel contesto politico europeo e offrendo molte informazioni storiche e geografiche sui vari popoli coinvolti nella lotta contro i Polacchi: Ruteni, Moscoviti, Tatari, Moldavi e Valacchi. Nella valutazione il B., che dimostra anche una buona conoscenza della tradizione storiografica polacca, attingendo in larga misura al Kromer, si giova della sua condizione di straniero per un atteggiamento di maggiore obiettività rispetto alle sue fonti letterarie e alle contemporanee trattazioni polacche e russe. Così, sebbene non nasconda la sua solidarietà di cattolico con i Polacchi, non respinge le ragioni nazionali dell'insurrezione, ascolta volentieri gli argomenti dei capi cosacchi e riconosce all'insipienza politica della nobiltà polacca un peso determinante nella crisi.
L'opera è completata da vari excursus sull'origine e i costumi dei Cosacchi, sui costumi e l'organizzazione politica del granducato di Moscovia e del regno di Svezia, nei quali il B. ripropone sostanzialmente le relazioni redatte durante le sue missioni diplomatiche. Di questi scritti furono ristampati separatamente la Relazione della Moscovia, a cura di G. Berchet, Milano 1861, e la Relazione dell'origine e dei costumi dei Cosacchi, che fu pubblicata a Reggio-Emilia nel 1890 da G. Ferraro e in Arch. storico di Belluno, VI(1934), pp. 581-586, a cura di L. Alpago Novello.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Dispacci ambasciatori,Germania, ff. 98 s., 104 s., 106-108; Polonia, f. 175; Cancell. Inferiore, f. 175; F. Miari,Cronache bellunesi, Belluno 1865, p. 215; K. Estreicher,Bibliografia poùska, Kraków 1883, pp. 303, 346; A. Buzzati,Bibliografia bellunese, Venezia 1890, pp. 75 s., 313, 340 s., 399, 652, 768; F. Antonibon,Le relazioni a stampa di ambasciatori veneti, Padova 1939, p. 109; R. Picchio, E. M. Manolesso,A. Vimina e la Polonia, in Venezia e la Polonia nei secoli dal XVII al XIX, a cura di L. Cini, Venezia-Roma 1965 pp. 121-132.