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MICHELE Arcangelo

di Umberto GNOLI - Enciclopedia Italiana (1934)
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MICHELE Arcangelo

Umberto GNOLI

È in ebraico (Mīkhā'el, "Chi-comeDio?") il nome di un principe degli angeli, o arcangelo, riportato sia nell'Antico Testamento (Daniele, X, 13, 21; XII,1) sia nel Nuovo (Giuda, 9; Apocalisse, XII, 7); appare anche in scritti apo- crifi (Assunzione di Mosè, ecc.) e rabbinici. Il passo dell'Apocalisse, che accenna alla battaglia di Michele e dei suoi angeli contro il Dragone, è il tema usuale dell'iconografia relativa.

Il suo culto appare diffuso fin dai tempi antichi nelle chiese greca (all'8 novembre), siriaca, armena e copta; a Roma è attestato già nel Sacramentario Leoniano del sec. VI (al 30 settembre), poi in quello Gelasiano e Gregoriano. Al sec. VI è attribuita la sua celebre apparizione sul Monte Gargano; all'anno 590 l'altra sul mausoleo d'Adriano a Roma, chiamato perciò in seguito Castel S. Angelo; quella in Normandia, che diede il nome al Mont-Saint-Michel, è riportata al 708. Nella Chiesa latina la sua festa è celebrata l'8 maggio (apparizione sul Gargano) e il 29 settembre.

L'arte dei primi secoli lo rappresenta come nunzio o guardia del paradiso, in veste bianca, ali policrome, lancia e globo, poi come capitano delle milizie celesti, d'aspetto severo nella sua giovanile bellezza, in completa armatura come un paladino alato (Giovanni Pisano, Fonte di Perugia) e infine come psicopompo, spesso in atto di pesare le anime sulla bilancia o come domatore degli spiriti inferiori personificati dal drago o demonio trafitto da lancia sotto i suoi piedi.

Bibl.: F. Wiegand, Der Erzengel Michael, Stoccarda 1886; O. Rodjestiensky, Le culte de St. Michel et le moyen âge latin, Parigi 1912; K. Künstle, Ikonographie der christlichen Kunst, I, Friburgo in B. 1926; A. Renner, Der Erzengel Michael in der Geistes- und Kunstgeschichte, Saarbrücken 1927.

Vedi anche
arcangelo Etimologicamente, capo supremo degli angeli. Nel Nuovo Testamento si parla di un solo arcangelo; la tradizione, accolta da vari Concili (Laodicea, circa 365; Roma, 745; Aquisgrana, 789), ne fissa il numero in tre: Michele, Gabriele e Raffaele. Lo pseudo-Dionigi l’Areopagita colloca gli arcangelo al penultimo ... angelo Essere sovrumano, ministro di Dio presso gli uomini per annunciare e fare eseguire la sua volontà. Il termine greco ἄγγελος («messaggero») applicato a messi divini (Hermes, Iride, la Fama, talvolta in connessione con l’Oltretomba) venne usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico ... diavolo Secondo la tradizione giudaica e cristiana spirito del male, nemico di Dio e degli uomini, che tenta per indurli a peccare. Nella letteratura apocalittica e nel Nuovo Testamento il diavolo, o Satana, è il capo degli angeli ribelli.  ●La comparsa di demoni, cioè esseri malvagi avversari di Dio, come ... Guido Rèni Rèni, Guido. - Pittore (Bologna 1575 - ivi 1642). Tra i maggiori artisti del tempo, molto apprezzato dai contemporanei, operò a Roma, a Napoli ma soprattutto nella sua città natale. Vicino al classicismo carraccesco seppe darne un'interpretazione personale e controllata, che al di là dello studio dei ...
Vocabolario
arcàngelo²
arcangelo2 arcàngelo2 s. m. [uso estens. di arcangelo1]. – In zoologia, nome usato nell’Italia centr. per l’uccello chiurlo maggiore; a. piccolo, il chiurlo piccolo; a. turco, l’uccello mignattaio.
arcàngelo¹
arcangelo1 arcàngelo1 (o arcàngiolo) s. m. [dal lat. tardo archangĕlus, gr. ἀρχάγγελος]. – Propriam., in origine, capo supremo degli angeli. Più com., ciascuno degli angeli che, nella scala gerarchica discendente degli ordini angelici (seguendo...
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