MICHELE Arcangelo
È in ebraico (Mīkhā'el, "Chi-comeDio?") il nome di un principe degli angeli, o arcangelo, riportato sia nell'Antico Testamento (Daniele, X, 13, 21; XII,1) sia nel Nuovo (Giuda, 9; Apocalisse, XII, 7); appare anche in scritti apo- crifi (Assunzione di Mosè, ecc.) e rabbinici. Il passo dell'Apocalisse, che accenna alla battaglia di Michele e dei suoi angeli contro il Dragone, è il tema usuale dell'iconografia relativa.
Il suo culto appare diffuso fin dai tempi antichi nelle chiese greca (all'8 novembre), siriaca, armena e copta; a Roma è attestato già nel Sacramentario Leoniano del sec. VI (al 30 settembre), poi in quello Gelasiano e Gregoriano. Al sec. VI è attribuita la sua celebre apparizione sul Monte Gargano; all'anno 590 l'altra sul mausoleo d'Adriano a Roma, chiamato perciò in seguito Castel S. Angelo; quella in Normandia, che diede il nome al Mont-Saint-Michel, è riportata al 708. Nella Chiesa latina la sua festa è celebrata l'8 maggio (apparizione sul Gargano) e il 29 settembre.
L'arte dei primi secoli lo rappresenta come nunzio o guardia del paradiso, in veste bianca, ali policrome, lancia e globo, poi come capitano delle milizie celesti, d'aspetto severo nella sua giovanile bellezza, in completa armatura come un paladino alato (Giovanni Pisano, Fonte di Perugia) e infine come psicopompo, spesso in atto di pesare le anime sulla bilancia o come domatore degli spiriti inferiori personificati dal drago o demonio trafitto da lancia sotto i suoi piedi.
Bibl.: F. Wiegand, Der Erzengel Michael, Stoccarda 1886; O. Rodjestiensky, Le culte de St. Michel et le moyen âge latin, Parigi 1912; K. Künstle, Ikonographie der christlichen Kunst, I, Friburgo in B. 1926; A. Renner, Der Erzengel Michael in der Geistes- und Kunstgeschichte, Saarbrücken 1927.