TONELLO, Michelangelo
– Nacque a San Secondo, oggi San Secondo di Pinerolo (Torino), il 29 maggio 1800, da Carlo e da Caterina Maria Labey.
Rimasto orfano di madre in tenera età, fu cresciuto con i fratelli Giovanni Battista, Francesco Giovanni e Giovanni Andrea dal padre notaio e dalle zie paterne, Francesca e Benedetta.
Compiuti i primi studi a Pinerolo, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Torino, dove si addottorò a diciannove anni. Per un breve periodo si dedicò al patrocinio delle cause, ma preferì seguire una naturale vocazione allo studio e all’insegnamento: il 15 luglio 1825 conseguì l’aggregazione alla facoltà di giurisprudenza. Tale scelta gli dischiuse la via alla cattedra universitaria, a cui Tonello affiancò l’approfondimento della storia, della filosofia e dei classici della lingua italiana. Nel 1835 fu per la prima volta destinato dal magistrato della Riforma a professore supplente di leggi. Con patenti del 9 agosto 1836 fu nominato professore straordinario e il 17 dicembre professore effettivo di istituzioni canoniche in surrogazione del defunto professor Antonio Monti. Il 29 agosto 1844 assunse la cattedra di diritto canonico e due anni dopo, il 26 ottobre 1846, fu trasferito all’insegnamento del diritto romano.
Del suo insegnamento rimangono tracce in alcune pubblicazioni giuridiche, caratterizzate da sicura padronanza della lingua e dello stile latini, come i trattati Juris ecclesiastici institutiones (Augustae Taurinorum 1839), Commentarii in librum quantum decretalium Gregorii IX, seu Tractatus de sponsalibus et matrimonio (Taurini 1845), la trilogia De juribus personarum, De juribus rerum, De juribus obligationum (dispense universitarie, s.l. né d.) e la raccolta Jurisconsultorum Romanorum opera atque fragmenta quae extra Justiniani libros supersunt ad usum praelectionum (Taurini 1847).
Dal 1839 Tonello fu con Carlo Bon Compagni di Mombello tra i fondatori della Società degli asili di Torino, e quindi della Società d’istruzione e di educazione e della Società di patronato dei giovani liberati dalle case di correzione. Liberale moderato, Tonello fu amico di Felice Merlo e di Pier Dionigi Pinelli e strinse un rapporto duraturo con Vincenzo Gioberti, del quale fin dal 1845 promosse la pubblicazione delle opere grazie a un’associazione sorta a tale scopo.
Consulente stimato da Casa Savoia per le sue competenze giuridiche, Tonello fu più volte ascoltato in materia di pubblica istruzione e nel 1846 fu nominato membro della Commissione per il riordinamento degli studi di giurisprudenza e di altre analoghe, legate alla riforma degli studi e ai regolamenti universitari (1850, 1851, 1860). Ebbe inoltre un ruolo rilevante nelle concessioni politiche del 1848 e fu in particolare ascoltato da Carlo Alberto in occasione delle Lettere patenti con cui si riconoscevano le libertà civili e politiche ai valdesi.
A partire da quell’anno Tonello compì un’importante carriera diplomatica e politica. Fu eletto deputato nella prima legislatura del Parlamento subalpino nel collegio di Sanfront e di lì a poco, il 19 agosto 1848, ottenne il primo incarico governativo, come primo ufficiale del ministero dell’Istruzione pubblica sotto il ministro Merlo, suo collega al tempo degli studi universitari; e poi con il ministro Pietro Gioia. Fu poi segretario generale dello stesso ministero dal novembre del 1851 al maggio del 1852. Dal nuovo ministro Luigi Carlo Farini fu inoltre nominato membro straordinario del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, incarico mantenuto dal 17 dicembre 1851 al 31 dicembre 1854.
Intanto, fin dal 1849, era stato eletto nel Consiglio comunale di Torino, dove sarebbe rimasto fino al 1859; e, per le molte benemerenze acquisite, nel 1849 gli era stata conferita la croce di cavaliere dell’Ordine mauriziano.
Dal 29 febbraio 1852 al 1° settembre 1872, data del collocamento a riposo, Tonello fu consigliere di Stato. Inoltre, dopo oltre ventidue anni di insegnamento, amatissimo dagli studenti, divenne anche rettore dell’ateneo torinese, dall’agosto del 1857 alla fine del 1859.
Nel 1858 sposò Quintilia Crosa, vedova dell’avvocato Peirone. La coppia non ebbe figli, ma accolse come tali due cugini fanciulli di Tonello, rimasti orfani e in misere condizioni.
Tonello fu eletto deputato per altre due legislature, la VII (al primo turno del 25 marzo 1860) e l’VIII (al ballottaggio del 3 febbraio 1861), nel collegio di Saluzzo.
Accanto alla carriera accademica e agli impegni amministrativi e politici, Tonello svolse la professione di magistrato, come giudice prima supplente (1857-62) e poi effettivo (1862-72) presso il tribunale supremo di Guerra, dalle cui funzioni fu esonerato per sua domanda.
Da esperto e navigato giurista, Tonello tornò alle attenzioni della monarchia sabauda e del governo proprio sui temi del rapporto Stato-Chiesa, ai quali avrebbe legato in seguito la sua più ampia notorietà. Fu, infatti, inviato a Roma una prima volta nell’agosto del 1850 come consigliere di una missione straordinaria guidata da Pier Dionigi Pinelli, per tentare una mediazione con il Papato sull’arresto dell’arcivescovo di Torino Luigi Fransoni, determinatosi in seguito all’approvazione delle leggi Siccardi.
Il giudizio e l’opera di Tonello nelle materie aventi rapporto con gli affari ecclesiastici si resero ancora indispensabili negli anni successivi. Nel 1854 fu presidente della commissione incaricata di verificare lo stato dei lasciti pii in favore dell’istruzione pubblica; nel 1856 fu relatore di una commissione avente per scopo l’esame di una questione sulla delegazione della S. Sede ai vescovi nella collazione dei canonicati; dal 1857 al 1865 fu membro della commissione di sorveglianza sulla Cassa ecclesiastica e presidente del Consiglio di amministrazione presso l’Economato generale dei benefizi vacanti; infine nel 1866 fu chiamato dal ministro di Grazia e Giustizia e Culti Francesco Borgatti per studiare i regolamenti in esecuzione della legge sulla soppressione delle corporazioni religiose. Se tali incarichi gli guadagnarono la stima di Giovanni Lanza, Carlo Cadorna, Quintino Sella e Vittorio Emanuele II, fu il presidente del Consiglio Bettino Ricasoli, nel riprendere le trattative diplomatiche con la S. Sede dopo la convenzione di settembre e l’insuccesso della missione a Roma del magistrato torinese Francesco Saverio Vegezzi, a ritenere indispensabile il contributo di Tonello, per la grande esperienza e per l’ampia stima di cui questi godeva presso la S. Sede.
La questione romana era stata di centrale importanza sin dal suo primo ministero (1861-62), quando Ricasoli aveva creduto di poter finalmente ottenere da Napoleone III il riconoscimento dei diritti italiani su Roma e nello stesso tempo aveva cercato di attuare una politica ecclesiastica nettamente separatista e di favorire le correnti del cosiddetto clero nazionale, contrarie al potere temporale del papa. Ora, con il suo secondo ministero, Ricasoli intese affrontare con rinnovata determinazione la soluzione delle relazioni con la S. Sede, a partire dal tema delicato del riordinamento e della provvista delle sedi vescovili.
Con lettera del 6 dicembre 1866 Vittorio Emanuele II presentava Tonello a Pio IX come persona che godeva della sua piena fiducia, esprimendo voti all’Onnipotente affinché moltiplicasse «i suoi doni nella mente e nel cuore del Vicario di Gesù Cristo in terra» e agevolasse ciò che pareva umanamente difficile, ovvero «il sospiro dei veri fedeli di tutta Italia» (Pirri, 1961, p. 149). I toni polemici del monarca lasciarono un’impressione poco favorevole sul pontefice e non favorirono l’avvio delle trattative, seguite con apprensione da tutte le cancellerie europee. Fermo nei propri solidi principi, abile nel dialogo e conciliativo nei modi, il negoziatore Tonello giunse a Roma il 10 dicembre 1866 ed ebbe contatti con quei cardinali noti per essere i più aperti a soluzioni conciliative, come Pietro De Silvestri, Luigi Amat, Angelo Di Pietro, anche se i negoziati ufficiali si svolsero tra lui e il segretario di Stato di Sua Santità, cardinal Giacomo Antonelli, ed ebbero come oggetto principale il problema delle quasi cento sedi vescovili vacanti, molte delle quali nelle regioni meridionali del Regno. Il governo italiano presentò per mezzo del suo inviato liste di candidati per le sedi che riteneva opportuno doversi conservare; in particolare Tonello ebbe il mandato di non permettere che monsignor Paolo Angelo Ballerini, eletto arcivescovo di Milano nel 1859, entrasse in possesso della diocesi; e di fatto a quella sede fu poi promosso il vescovo di Casale, Luigi Nazari di Calabiana.
La missione dell’inviato straordinario presso la S. Sede durò diversi mesi, fino al 31 marzo 1867, quando Tonello fu richiamato dal nuovo presidente del consiglio Urbano Rattazzi.
Anche se non raggiunse tutti gli obiettivi, la missione riuscì a comporre alcune vertenze spinose fra il governo italiano e la S. Sede nelle materie puramente ecclesiastiche, trovando un accordo sulla creazione o traslazione di trentasette vescovi, diciasette negli antichi Stati pontifici e venti nelle altre province. Essa inoltre consentì di sottoscrivere alcuni accordi riguardanti altri affari d’interesse reciproco, come le dogane, le poste e i passaporti. Così, mentre si notificava il permesso di transito di merci di qualsiasi genere tra i due Stati, si raggiungevano accordi informali e aperture circa la repressione del fenomeno del banditismo nei territori di frontiera, le estradizioni reciproche dei rei, il raccordo delle linee telegrafiche.
Alla fine della missione Tonello fece ritorno per un breve periodo in Piemonte. Per i servigi resi e la paziente opera profusa nel corso della delicata trattativa diplomatica con il papa, il 12 marzo 1868 fu nominato senatore da Vittorio Emanuele II. Altre onorificenze si aggiunsero nel 1871, con la nomina al grado di grande ufficiale della Corona d’Italia e nel 1872 a quello di gran cordone dell’Ordine mauriziano. Nel 1871 Tonello fu chiamato a far parte del Consiglio del Contenzioso diplomatico e l’anno successivo della commissione di vigilanza sull’amministrazione della Cassa militare.
Alla fine del 1872, Tonello chiese e ottenne il proprio collocamento a riposo e da Roma fece ritorno in Piemonte con la moglie. Negli ultimi anni della sua vita, segnati da una lenta ma inesorabile malattia, trascorse lunghi periodi di villeggiatura e riposo a Revello (Saluzzo), in Valle Po.
Morì a Torino il pomeriggio del 2 dicembre 1879, assistito dalla moglie e con i conforti della religione.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Segreteria di Stato, 165, 1865-1867.
Camera dei Deputati, Il ministero Ricasoli e le relazioni della Chiesa collo Stato. Discussione alla Camera dei Deputati sull’interpellanza Ferrari intorno la missione Tonello a Roma con documenti e note, 9-15 luglio 1867, Firenze 1867; G. Frigyesi, L’Italia del 1867. Storia politica e militare, corredata di molti documenti editi ed inediti e di notizie speciali, I, Firenze 1868, passim; C. Cantù, Della indipendenza italiana. Cronistoria, III, 2, Torino 1876, pp. 739-742; P. Balan, Continuazione alla Storia universale della Chiesa cattolica dell’ab. Rohrbacher. Dall’elezione al pontificato di Pio IX nel 1846 sino ai giorni nostri, Torino 1879, pp. 732-735; G.E. Garelli della Morea, M. T., in Annuario della R. Università di Torino, 1880-1881, pp. 109-115; L.M. Billia, In memoria di M. T. Preambolo, Torino 1892; P. Pirri, Pio IX e Vittorio Emanuele II dal loro carteggio privato, III, La questione romana dalla Convenzione di Settembre alla caduta del potere temporale, 1864-1870, Roma 1961, pp. 144-175; M.F. Mellano, Il caso Fransoni e la politica ecclesiastica piemontese (1848-1850), Roma 1964, pp. 169 s.; R. Mori, Il tramonto del potere temporale (1866-70), Roma 1967, pp. 54 s.; E. Del Vecchio, La missione Tonello, in Studi romani, XVI (1968), 3, pp. 315-343; A. Lupano, La scuola dell’Università di Torino dal Settecento al periodo liberale, in Annali di storia delle università italiane, V (2001), pp. 67-82; Camera dei Deputati, Portale storico, https://storia.camera.it/deputato/ michelangelo-tonello-18000529#nav; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, http://notes9.senato.it/web/senregno. nsf/T_l2?OpenPage.