ROSSI, Michelangelo
Musicista della scuola romana, nato a Roma e vissuto nei primi tre quarti circa del sec. XVII. Di lui si hanno poche e incerte notizie. Lo si afferma allievo del Frescobaldi, e il suo stile strumentale fa pensare probabile la cosa; di una sua affermata permanenza a Forlì, nel 1639, e a Faenza, nel 1670, non si hanno prove. Fu organista e abilissimo violinista, noto al suo tempo come "Michel Angelo del violino". Maggiore è per noi la sua importanza di compositore. Con il melodramma Erminia sul Giordano occupa un buon posto nella storia dell'opera a Roma nella prima metà del Seicento; ma superiore è il posto che occupa nell'evoluzione della musica strumentale, come uno dei più arditi seguaci del Frescobaldi.
Il R. appartenne al gruppo di musicisti romani che furono a servizio dei Barberini e per il loro teatro scrisse l'Erminia sul Giordano, melodramma in un prologo e 3 atti, su libretto di monsignor Giulio Rospigliosi (poi papa Clemente IX), rappresentato nel carnevale del 1633 "nel palazzo dell'illustrissimo et eccellentissimo signore D. Taddeo Barberino Prefetto di Roma, e Principe di Pellestrina", come si legge nel frontespizio della partitura, stampata a Roma "appresso Paolo Masotti" nel 1637. Alla rappresentazione presero parte i migliori cantanti dell'epoca e lo stesso R. che, nella parte di Apollo, cantava e suonava il violino trasportato su una nube. L'incarico d'ideare le scene e i meccanismi fu affidato all'architetto Guitti di Ferrara (secondo il Passeri - in Vita de' Pittori, Roma 1772 - al pittore Camassei) il quale vi fece mirabilia. Della musica la parte più importante è costituita dai numerosi cori, ora polifonici, ora omofonici; di scarso interesse è l'orchestra che, all'infuori di tre brevi sinfonie e di qualche ritornello, si limita ad accompagnare le voci. Con l'Erminia trionfa a Roma il tipo d'opera fastosa e macchinosa, che doveva imperare per dieci anni ancora fino all'avvento dell'opera romano-napoletana, con il Palazzo d'Atlante di Luigi Rossi (v.). Partiture dell'Erminia sono conservate in Roma, alla Biblioteca Vaticana e alla Biblioteca di S. Cecilia. Di un'altra azione drammatica del R., Andromeda, su libretto di Ascanio Pio di Savoia, scenografo Francesco Guitti, rappresentata a Ferrara nel carnevale del 1638, per le nozze del marchese Cornelio Bentivoglio con Costanza Sforza, non si conosce la musica.
Superiore è l'importanza del R. come autore di musiche strumentali. Di lui si conoscono: un volume di Toccate e Correnti per Organo o Cimbalo, stampato a Roma "a spese di Giov. Battista Caifabri in Parione all'insegna della Croce di Genova" (senza data) e ristampato da Carlo Ricarii nel 1657 (sono 10 Toccate e 10 Correnti); 3 Toccate, una Partita sopra la Romanesca, 2 Versetti per organo e un pezzo senza titolo, conservati manoscritti. Il tutto è stato ristampato in edizione moderna a cura di Alceo Toni in I Classici della musica italiana (Milano 1919-20). Queste per il sapiente uso di melismi, che ravvivano i temi senza soffocarli, per la vivacità del disegno melodico e ritmico, per il dotto uso d'imitazioni e l'arditezza di modulazioni e passaggi; qualità che le pongono in prima linea tra le composizioni del tempo. Il loro stile ondeggia tra quello proprio dell'organo e quello del clavicembalo, ma in alcune lo stile cembalistico prende il sopravvento e fa presentire D. Scarlatti. Il senso tonale, pur essendo moderno, risente ancora qualche volta, specie nel modo minore, dell'incertezza propria delle modalità gregoriane. Nel complesso la "toccata" di M. R. è tra le più geniali e ardite concezioni strumentali del '600: si compone, in genere, di due fughe, precedute, intramezzate e concluse con episodî caratteristici, di vivacità variabile, a modo di recitativo o di corale.
Bibl.: H. Goldschmidt, Studien zur Gesch. der ital. Oper im 17. Jahrh., I, Lipsia 1901, p. 62; L. Torchi, La Musica strumentale in Italia nei secoli XIV, XVII e XVIII, Torino 1901; H. Prunières, L'Opéra italien en France avant Lulli, Parigi 1913; A. Toni, M. A. R., cenni biografici, in Bollettino bibliografico musicale, II, Milano, giugno 1927, n. 6; U. Rolandi, L'Andromeda musicata da M. A. Rossi, in Rassegna dorica, III, n. 3.