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Caravàggio, Michelangelo Merisi detto il

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Caravàggio, Michelangelo Merisi (o Amerighi) detto il. - Pittore (Milano 1571 - Porto Ercole 1610), detto C. dal paese d’origine della famiglia. Allievo di S. Peterzano a Milano (1584), intorno al 1592 andò a Roma, dove il Cavalier d’Arpino lo avrebbe applicato «a dipingere fiori e frutta». Protetto dal cardinale F. M. del Monte e da V. Giustiniani, C. approfondì la sua ricerca naturalista, legata alla sua formazione a contatto con la pittura lombardo-veneta (L. Lotto, il Moretto, G. B. Moroni, G. G. Savoldo), in composizioni allegoriche, religiose (Riposo nella fuga in Egitto e la Maddalena, Roma, Galleria Doria Pamphilj), e più ancora in quadri un tempo considerati di genere, come il Bacco (Firenze, Uffizi), il Bacchino (Roma, Galleria Borghese), il Ragazzo con canestro di frutta (ivi), la Buona ventura (Parigi, Louvre), il Concerto (New York, Metropolitan Museum), il Canestro di frutta (Milano, Pinacoteca Ambrosiana). Abbandonò poi le tematiche poetiche ed elegiache dei quadri giovanili per sviluppare una pittura più drammatica, basata sul contrasto tra luce e ombra, sull’immanenza e la reale e quotidiana rappresentazione del divino. Nel 1599 ebbe l’incarico di decorare con Storie di s. Matteo la cappella Contarelli in S. Luigi dei Francesi, prima opera pubblica: la Vocazione di s. Matteo rappresenta l’iniziale manifestazione del suo stile maturo, in cui l’evento sacro viene drammaticamente sottolineato dall’uso e dalla dialettica tra luce e ombra. L’opera suscitò polemiche e scandalo (secondo alcune fonti sarebbe stata richiesta una seconda versione della pala d’altare) e avviò la celebrità dell’artista. Dopo i dipinti della cappella Contarelli, C. creò una serie di opere assai importanti sia per l’innovazione iconografica sia nella struttura compositiva: la Crocifissione di s. Pietro e la Conversione di s. Paolo per la cappella Cerasi in S. Maria del Popolo (eseguite in due versioni, 1601-05), la Deposizione (Pinacoteca Vaticana), la Madonna dei Pellegrini (S. Agostino), la Madonna dei Palafrenieri (Roma, Galleria Borghese), la Morte della Vergine (Parigi, Louvre), le due versioni della Cena in Emmaus (1602, Londra, National Gallery e 1606, Milano, Brera). Costretto alla fuga per un omicidio compiuto nel 1606 durante una rissa, passò a Napoli, di lì a Malta, ove nel 1608, nominato cavaliere di grazia ma poi imprigionato, evase, soggiornando quindi in Sicilia e a Napoli; di qui, nel tentativo di tornare a Roma approdò a Porto Ercole, possedimento spagnolo, e vi morì. Ovunque aveva lasciato opere altissime, di un’intima e cupa drammaticità: le Sette Opere di Misericordia (Napoli, Pio Monte della Misericordia), la Decollazione del Battista a Malta (La Valletta, Cattedrale), il Seppellimento di s. Lucia (Siracusa, S. Lucia), l’Adorazione dei Pastori e la Resurrezione di Lazzaro (Messina, Museo Regionale). L’originalità del suo fare artistico, sempre riconosciuta, seppure in modo controverso, ha determinato soprattutto nel 20° sec. interpretazioni critiche di segno diverso, ponendo l’artista in vario modo in relazione con l’ambiente culturale e religioso del tempo.

Vedi anche
Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Vincenzo Giustiniani Mecenate e collezionista (1564 - 1637). A Roma formò una notevole raccolta di marmi antichi e di quadri, descritta da lui stesso in due volumi corredati da incisioni di J. Sandrart (1631), poi dispersa. I dipinti, prevalentemente del sec. 17º, passati a Parigi, furono acquistati, nel 1814, da Federico ... iconografia Arte Disciplina relativa all’archeologia e alla storia dell’arte, che studia i temi figurativi (inizialmente, soprattutto nella storia dell’arte antica, il ritratto nel suo valore storico-documentario; in generale, sia l’insieme sia i singoli elementi, grafici e compositivi, fondamentali o accessori, ... allegoria Arte Figurazione pittorica o plastica di un concetto astratto. Si esprime soprattutto per mezzo di personificazioni e simboli. In quanto strumento di complesse rappresentazioni o programmi iconografici, è oggetto di studio dell’iconologia (➔), che già C. Ripa aveva identificato con l’a. letteraria, in ...
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  • BIOGRAFIE in Arti visive
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Altri risultati per Caravàggio, Michelangelo Merisi detto il
  • MERISI, Michelangelo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)
    (detto il Caravaggio). – Figlio di Fermo e di Lucia Aratori, nacque verosimilmente il 25 sett. 1571 a Milano, dove fu battezzato il 30 dello stesso mese, e non a Caravaggio, dove i genitori avevano origine e interessi e dove forse trascorse la fanciullezza (Bologna, 2006, pp. XXIV, 358 s.) Ferdinando ...
  • Caravaggio, Michelangelo Merisi detto il
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Flaminia Giorgi Rossi Il pittore inquieto, innamorato del vero e della luce Pochi artisti hanno suscitato tanto interesse e hanno rivoluzionato così profondamente la storia dell'arte come il pittore lombardo Caravaggio, vissuto nella seconda metà del Cinquecento. La sua vita travagliata, segnata da ...
Vocabolario
caravaggésco
caravaggesco caravaggésco agg. e s. m. (pl. m. -chi). – Del pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610), con riferimento al suo stile, al suo modo di dipingere: maniera c.; stile c.; scuola caravaggesca. Come s. m., seguace...
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
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