COSTANTINO, Michelangelo (Michele)
Nato a Bitonto (prov. di Bari), forse alla fine del sec. XVI o all'inizio del sec. XVII, fu uno dei primi pugliesi addottorato a Napoli con il titolo di architetto e patentato come regio ingegnere; operoso nel sec. XVII, fu a capo di una bottega, con il ruolo di protomastro; secondo l'antica tradizione locale associava di volta in volta, nei suoi lavori, mastri di taglio (scalpellini), di fabbrica (muratori), manipoli (manovali), ecc.
Una delle prime opere del C. è la sobria decorazione della cappella gentilizia nella chiesa di S. Domenico a Rutigliano (Bari) che fu commissionata da Antonio Gil il 3 giugno 1636: ne rimane un vasto epitaffio incorniciato da sculture a sottosquadro raffiguranti festoni di frutta, maschere leonine, satiri, motivi che si ritrovano sugli stipiti ed architravi della loggia Ilderis Aggera a Bitonto, realizzata nel 1643. Nel 1651, al servizio del capitolo cattedrale, eresse nel duomo di Bitonto il mausoleo Carafa. Dopo il 1654, sulla strada per le Murge, progettò e diresse i lavori per il nuovo santuario rurale della Madonna delle Grazie, servendosi, per i rilievi planimetrici, della collaborazione del pittore e incisore Francesco Corduba.
Il 26 giugno 1661 il C. costituì un'importante società imprenditoriale per l'esecuzione di notevoli lavori al castello di Taranto, lavori dei quali, però, non vi è traccia nella letteratura sulle difese militari tarantine. Ultime sue opere furono la costruzione di un complesso aziendale extraurbano, passato poi, a metà Settecento, al cantante Caffarelli e detto "del musico", nonché la progettazione della chiesa del Purgatorio a Bitonto.
Il C. morì a Bitonto il 2 gennaio del 1670.
Le sue opere sono tipiche del barocco barese che rispetta la rustica cultura mediterranea con il prevalere della purezza geometrica dei volumi, la classica intelaiatura delle fronti incrostate da macabre e sobrie decorazioni.
Nicola GiuseppeAntonio (Colantonio), fratello di Michelangelo, nacque a Bitonto verso la fine del sec. XVI, e, ancor molto giovane, venne avviato alla carriera musicale, distinguendosi, quale cantore, nella cappella della cattedrale della città natale, rinomata nell'ambito pugliese per il prestigio raggiunto da Marco Benedetto di Mezzullo e da compositori della fama di Bonifacio Nicola Logroscino e Tommaso Traetta. Ottenuta la dignità di chierico, come era usanza del tempo fu molto probabilmente lo zio Gabriele, che era canonico capitolare, a far sottoporre il ragazzo alla operazione della evirazione nella cittadina di Norcia. Divenne, quindi, astro del bel canto, quale voce bianca, recandosi a Napoli, ove venne ammesso nella cappella del Tesoro di s. Gennaro. Verso la metà del sec. XVII, probabilmente intorno al 1648, assieme con altri italiani, fu conosciuto ed assunto quale eunucus, ossia quale cantore di corte, dal duca di Brunswick in Germania.
Il motivo del suo definitivo ritorno in Italia, verso il 1665, è a tutt'oggi sconosciuto; certo è che nel gennaio del 1666 il C. venne nuovamente assunto nella regia cappella di Napoli, licenziandosi l'anno successivo per recarsi nella città natale forse per motivi di salute.
Ritornato a Bitonto, si sistemò presso il fratello Michelangelo, architetto ed ingegnere, fornito di regia patente. Pur colpito da inguaribile male, diresse scuole musicali nel duomo e nelle cappelle conventuali e di conservatori. Si distinse per la sua munificenza ed istituì una scuola di canto presso il conservatorio delle Martiri, cui donò una pregevole icona della Madonna col Bimbo.
Morì a Bitonto il 2 giugno 1668, nel quartiere di S. Maria alla Porta e venne sepolto con pompa al vescovado.
Fonti e Bibl.: Bitonto, Arch. d. Bibl. interdiocesana A. Marena, ins. VIII.B.3: Indice dei docum. anagraf. parrocch., Parrocchia S. Maria alla Porta;Ibid., Carte Cerrotti, s. c.; A. Castellano, M. C. architetto e regio ingegnere della città di Bitonto, in Studi bitontini, IV (1972), 8, pp. 23-30; Id., F. Corduba, pittore e incisore di fontane in Roma, ibid., VI (1974), 12, pp. 42, 46; A. Fanizzi, M. C. e la cappella Gil in S. Domenico di Rutigliano, ibid., XIII (1981), 32-33, pp. 37-41. Per Nicola Giuseppe Antonio: Bitonto, Parrocchia di S. Maria alla Porta, ms., 1668 Obituario;Marena, Ind. cit., c. 219v; Bitonto, Archivio diocesano, Visita Pastorale del vescovo Giovanni Barba, 1740, s. n. c.; S. Milillo, Note per la biografia di V. Giordano, N. Gliro, F.A. Altobello, C. Rosa ed altri, in Cultura e società a Bitonto nel sec. XVII, Bitonto 1980, p. 197; A. Giovine, Musicisti e cantanti di Terra di Bari, in Biblioteca dell'Archivio delle tradiz. popolari baresi, Bari 1968, p. 45; A. Castellano, Nicola Costantino, astro del bel canto, in Da Bitonto, n. 3, 1983, p. 3.