CASTELLI, Michelangelo
Uomo politico, nato a Racconigi nel settembre 1810, morto a Torino il 30 agosto 1875. Prima appartenne spiritualmente alla Giovine Italia, ma dopo il 1834, staccatosi dal Mazzini, si formò una convinzione politica rispondente al liberalismo. Nel 1846 scrisse Del partito moderato in Italia, e, l'anno seguente, Saggi sull'opinione politica in Italia, che destarono l'attenzione del Balbo, il quale lo volle al Risorgimento. Qui egli conobbe il Cavour e nutrì d'allora per lui un'indelebile venerazione. Quantunque non abbia mai rivestito un'alta carica ufficiale, il C. partecipò alla più segreta politica dal 1850 al 1870. A lui si dovette un'intesa politica, che fu detta connubio fra il Cavour e il Rattazzi, il quale dovette al C., contro l'opposizione stessa del re, la presidenza della Camera nel 1852. Convinse il Cavour ad andare a Parigi nel 1856, e fu il suo fido messo con il Minghetti per preparare il dibattito sulla questione italiana nel consesso delle potenze. La sua opera nelle legazioni continuò dal 1857 al 1859, riferendo al Minghetti il pensiero del Cavour. Sicuro dell'alleanza franco-piemontese, andò dal grande ministro sardo nella famosa giornata del 19 aprile 1859 per incuorarlo a non disperare. Fu del Cavour consigliere, animatore, messo dal 1859 al 1861: la spedizione garibaldina dovette anche a lui l'aiuto del governo sardo. Favorì la convenzione di settembre, l'alleanza prussiana, la liberazione di Roma. Intuì la necessità, per l'Italia, della Triplice, e al re, che lo ascoltava, consigliò il viaggio a Vienna e a Berlino nel 1873. Fu nominato senatore il 20 febbraio 1860.
Bibl.: L. Chiala, Ricordi di Michelangelo Castelli, Torino 1888; M. Castelli, Carteggio politico, Torino 1890-91; V. Bersezio, Il regno di Vittorio Emanuele II, Torino 1878-95, passim; E. Tavallini, La vita ai tempi di Giovanni Lanza, Torino 1887.