CARDUCCI, Michelangelo
Nacque a Norcia nella prima metà del XVI secolo e, secondo lo Gnoli (p. 81), fu forse indirizzato all'arte dal conterraneo Camillo Angelucci da Mevale, pittore all'epoca abbastanza attivo e famoso, seguace dello Spagna. Non si conoscono i primi lavori del C., ma è certo che, attorno alla metà del sec. XVI, l'artista aveva raggiunto una considerevole notorietà se gli venne affidata la decorazione ad affresco della volta nella cappella della SS. Icone, la più importante nel duomo di Spoleto. Per questo lavoro, di cui attualmente non resta quasi traccia, risultano registrati a nome del C. alcuni pagamenti dal 25 ag. 1555 al marzo 1556, per un totale di 30 fiorini (Sordini, 1909, p. 196; Fausti). Di poco successiva è la pala di altare raffigurante la Resurrezione di Lazzaro per la cappella Tebaldeschi-Argentieri nella chiesa di S. Benedetto a Norcia, siglata "M.A.C.N." e dat. 1560 (Sordini, 1909, pp. 193 s.); la composizione, gremita di figure, si allaccia strettamente al manierismo michelangiolesco e raffaellesco. Nel 1562 il pittore firmò i dipinti esterni e interni di una grande nicchia nella chiesa della Misericordia a Spello.
Al centro è rappresentata la Crocifissione con la Madonna, le Marie, s. Giovanni Evangelista ed altri personaggi;all'esterno, nei triangoli dell'archivolto, la Carità e la Fede, nei pilastrini l'Annunciazione e la Madonna della Misericordia con sotto due cartelle delle quali una reca la firma (Urbini; Sordini, 1909, p. 194).
Sempre a Spello, nella prima nicchia a destra della chiesa di S. Andrea, un affresco con la Madonna, il Bambino e i ss. Anna, Biagio e Rocco è attribuito al C. e fatto risalire al 1565.
In occasione della morte dell'artista, il concittadino Gerolamo Catena, suo contemporaneo, scrisse un epitaffio in versi latini a memoria della larga celebrità goduta dal pittore, morto tuttavia in età non avanzata (I. Hieronymi Catenae Academici Affidati Latina Monumenta, Papiae 1577, l. VI, p. 107). Poiché l'epitaffio è inserito tra due componimenti in prosa datati l'uno 1571, l'altro 1574, è presumibile che la data di morte del pittore sia da collocare nel periodo compreso tra questi due termini (Sordini, 1910, pp. 11 s.).
Figlio del C. fu Agostino, probabilmente nativo di Norcia. Dal più antico registro battesimale dell'Archivio capitolare nel duomo di Norcia risulta che il 12 dic. 1584venne battezzato Michelangelo, figlio di Agostino e di una certa Caterina (Sordini). In data 19 febbr. 1599, come attesta un documento nell'Archivio della collegiata di Visso (Pirri, p. 328), èregistrato in qualità di collaudatore di alcune opere del pittore romano D. Angelo Righi nel santuario di S. Maria di Macereto, per incarico dei priori di tale chiesa, dove egli stesso eseguì qualche lavoro (Fumi), allo stato attuale non identificabile. Due pagamenti datati 6 giugno e 25 ag. 1603 documentano l'attività del pittore con l'aiuto di un figlio, verosimilmente il già citato Michelangelo, nella villa di Fematre (dintorni di Visso) per affrescare la chiesetta rurale di S. Giovanni Battista. Ancora nel 1914 (Pirri, p. 328), in corrispondenza dell'altar maggiore, restavano il gruppo della Vergine con il Bambino e tre angeli, le figure dei SS. Pietro, Lorenzo, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista ed i busti di S. Lucia e S. Agostino.Una Assunzione della Vergine con la sua firma si trova tuttora, sia pure allo stato frammentario, dietro l'altar maggiore in S. Maria di Legogne a Norcia.
Bibl.: P. Zani, Encicl. metodica delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820, pp. 7, 291; M. Guardabassi, Indice-guida dei monumenti pagani e cristiani…, Perugia 1872, pp. 269 s.; G. Urbini, Le opere d'arte di Spello, in Arch. stor. dell'arte, III(1897), 1, p. 25; G. Sordini, M.C. pittore norcino del XVI sec., in Rass. d'arte, IX(1909), 12, pp. 193-196; Id., Ancora di M.C. pittore norcino del secolo XVI, ibid., X(1910), 7, pp. 11 s.; L. Fausti, Notizie artistiche del duomo di Spoleto, in Arch.per la storia eccles. dell'Umbria, I(1913), p. 491; H. Voss, Die Malerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz, Berlin 1920, II, p. 546; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923, p. 81; A. Venturi, Storia d. arte ital., IX, 5, Milano 1932, pp. 912-14; U.Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 589.
Per Agostino cfr.: L. Fumi, L'archivio della città di Visso, Roma 1901, p. XXVIII; G. Sordini, cit, (1909), p. 195; P. P. Pirri, La famiglia Carducci, in Arte e storia, XXXIII (1914), pp. 327 s.; U. Gnoli, cit., p. 81 s.;A. Fabbi, Visso e le sue valli, Spoleto 1965, p. 225; U. Thieme-F. Becker, cit., p. 589.