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ALIPRANDI, Michelangelo

di Marco Chiarini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)
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ALIPRANDI, Michelangelo

Marco Chiarini

Nato a Verona da Timoteo, pittore, e da Angelica, presumibilmente nel terzo decennio del XVI sec. Nel 1545 sposò Benedetta, dalla quale ebbe parecchi figli. Il Dal Pozzo dice che l'A. studiò a Venezia con Paolo Veronese, mentre il Bernasconi, più opportunamente, lo dichiara piuttosto " imitatore" di quello. Delle opere dell'A., attivo quasi unicamente in Verona e dintorni, citate dai due suddetti scrittori e dallo Zannandreis, alcune sono tuttora conservate nei luoghi originari: in SS. Nazaro e Celso, al primo altare della navata sinistra, una tela con la Madonna e i ss. Sebastiano e Rocco,con soprastante lunetta a fresco; in S. Rocchetto, nelle immediate vicinanze di Verona, ai due altari laterali tele con l'Orazione nell'orto e i SS.Rocco e Francesco;nella chiesa del Crocifisso, tela con la Vergine in gloria e i ss. Sebastiano e Giacomo;varie case in Verona furono decorate esternamente con affreschi dall'A., e fra queste il palazzo Miniscalchi in via S. Mammaso (Banchetto di Damocee);il Casino del palazzo Erbisti (quattro storie sacre); una casa lungo la strada di Porta Stuppa (Annunciazione),ecc.; ad affresco decorò anche l'interno della chiesa di S. Gregorio a Campalan, con figure di angeli recanti gli strumenti della Passione e mezze figure degli Apostoli. Nel Museo di Castelvecchio sono alcune sue storie bibliche (affreschi staccati) e le due portelle con l'Annunciazione,un tempo nel distrutto Oratorio di Cristo, presso S. Giorgio. Lo Zannandreis cita anche sue "pitture a olio... in case particolari", finora non rintracciate. Artista di scarse risorse, per non dire insignificante, l'A. tentò invano di ispirarsi agli esemplari altissimi di Paolo Veronese attingendo alla fonte più modesta ma molto più accessibile delle opere di Antonio Badile. Morì a Verona dopo il 1589, nell'ottobre del quale anno faceva testamento lasciando erede il figlio Carlo, anch'egli pittore.

Fonti e Bibl.: F. B. Dal Pozzo, Le Vite de' pittori, degli scultori, et architetti Veronesi,Verona 1718, pp. 154, 229, 255; C. Bernasconi, Studi sopra la storia della pittura italiana dei secc. XIV e XV e della scuola pittorica veronese dai medi tempi fino a tutto il sec. XVIII,Verona 1864, p. 345; D. Zannandreis, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi,Verona 1891, p. 245 ss.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana,IX, 4, Milano 1929, pp. 967 s.; A. Avena, Il Museo di Castelvecchio a Verona,Roma 1937, p. 21; L. Simeoni, Verona ...,nuova ediz. a cura di U. Zannoni, Verona 1953, pp. 109, 219; A. Tommasoli, Verona nelle sue strade,II, Verona 1954, pp. 19, 50; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, p. 291; U. Galetti-E. Camesasca, Enciclop. della pittura italiana I, p. 37.

Vedi anche
navata Propriamente, in tutti gli organismi architettonici nei quali la copertura grava, oltre che sulle murature perimetrali, anche su strutture intermedie costituite da sostegni allineati, ognuno degli spazi in cui le file di tali sostegni dividono l’area complessiva coperta. La struttura a tre o cinque navata ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). pittura a òlio òlio, pittura a Tecnica pittorica che utilizza l'olio, soprattutto di lino, per agglutinare le materie coloranti e renderle così adatte alla pittura. Nota fin dall'antichità, la olio, pittura a a olio, pittura a risulta particolarmente efficace per ottenere effetti di luminosità, trasparenza e intensità ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ...
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