Montaigne, Michel de
Scrittore francese (castello di Montaigne 1533-ivi 1592). Il M., la cui cultura era, sia pure in modo originale, tutta classica e umanistica e che per temperamento non era portato a cercare di penetrare dentro le oscurità delle allegorie medievali, non fu mai attirato, a quanto pare, verso la poesia dantesca. Non possedeva opere di D. nella sua biblioteca, e nel famoso suo resoconto del viaggio in Italia non citò nemmeno una volta il nome del poeta. Negli Essais (1580-1588) si trovano, invece, due citazioni da D.: un verso (If XI 93) nel capitolo XXVI del primo libro (Oeuvres complètes, Parigi 1962, 150) e tre versi - la similitudine delle formiche (Pg XXVI 34-36) - nel XII capitolo (Apologie de Raimond Sebond) del secondo libro (p. 436).
In tutt'e due i casi si tratta di citazioni di seconda mano: la prima deriva dalla Civil conversazione di Stefan Guazzo (1574), la seconda, probabilmente, da Laurent Joubert, Quel langage parleroit un enfant qui n'aureait , jamais ouī parler (1578).
Bibl. - V. alla voce FRANCIA (particolarmente i contributi di A. Counson, A. Farinelli e W.P. Friederich), e inoltre i commenti di M. Rat all'edizione delle Oeuvres complètes, Parigi 1962, 1467 e 1547, e di F. Garavini all'ediz. ital. dei Saggi, Milano 1970, 199 e 593. Si veda inoltre: P. Bonnefon, M. et ses amis, Parigi 1897; P. Villey, Les Sources et l'Évolution des Essais, ibid. 1933².