Chabanon, Michel de
, Musicista e letterato francese (San Domingo 1730 - Parigi 1792). Per quanto di formazione e cultura illuministica, con evidente simpatia per le idee e l'opera di Voltaire, C. appartiene alla zona della sensibilità preromantica: musicista di tendenza mistica, in cui l'erudizione si univa a un forte sentire, venne presto in Francia dalla nativa San Domingo e vi si affermò dapprima come violinista. Amico di Voltaire e di Marmontel, nel 1759 entrò all'Académie des Inscriptions, senza vantare alcuna pubblicazione. Scrisse di teoria musicale e compose qualche pezzo. È inoltre autore di due tragedie e di un libretto d'opera. Nel 1870 fu eletto all'Académie française. Per i suoi vari interessi, si veda la sua opera postuma: Précis de ma liaison avec mon frère Maugriz (1795).
C. ha consacrato a D. una biografia, Vie du D., avec une nolice détaillée de ses ouvrages ... (Amsterdam e Parigi 1773), le cui fonti sono varie (Boccaccio, Gravina, Muratori, Bettinelli, ecc.) e che conferma l'ascendente che su di lui ebbe Voltaire, di cui convalida i giudizi su D., riprendendo quelli dell'Essai sur les moeurs, dell'articolo Dante e della lettera al Bettinelli. Nella Vie è un'esposizione non certo accurata del contenuto dell'Inferno (le altre due cantiche risultano sconosciute allo C.) con traduzioni in alessandrini francesi degli episodi di Francesca e di Ugolino nonché dell'iscrizione della porta infernale e della terza canzone della Vita Nuova. In quanto ai giudizi, C. introduce in una certa misura quella che sarà l'interpretazione dantesca del Romanticismo: " Nous souscrivons à l'avis de ceux qui ont avancé que plusieurs morceaux aussi beaux que celui d'Ugolin mériteroient au D. une place entre Homère et Milton, mais malheureusement les beautés de l'ouvrage ne sont pas en assez grand nombre pour en compenser les défauts ". Il posto fra Omero e Milton verrà dato a D., di lì a poco, da Rivarol e successivamente da Chênedollé. Quello che semmai interessa è il fatto che C. considera D. un poeta malinconico profondément sensible " e con " une imagination forte et susceptible des impressions les plus vives ". Un " ton de mélancolie " ingenua e profonda avverte pure nella canzone Li occhi dolenti. Giustamente A. Counson (D. en France, Erlangen 1906) osserva che il gusto di quell'età preromantica avrebbe avuto più buon giuoco con le opere minori che con la Commedia.
Dell'episodio di Francesca, alla cui traduzione ha conferito un tono di eccessiva tenerezza, C. dice che si tratta di un " morçeau d'un genre facile et doux ", mentre quello di Ugolino è per lui " le plus bel endroit de l'ouvrage ". Opera nel complesso mediocre, questa dello C., aspramente criticata in Italia da M. Lastri e G. Tiraboschi, e così, più tardi, da A. W. Schlegel.
Bibl. - M. Lastri, in " Novelle letterarie " n.s. V (1774) nn. 17, 18; G. Tiraboschi, in " Nuovo Giorn. Letterati d'Italia " (1776) 1-18; A.W. Schlegel, Sämmtliche Werke, III, Lipsia 1846, 253-254; P. Vedrenne, Fauteuils de l'Académie française, II, ibid. 1887, 371.