BAIUS, Michel (Du Bay, o De Bay; Baio)
Teologo cattolico nato a Mélin-l'Évêque, nel Hainaut (Belgio), nel 1513. Compì il suo corso di studî a Lovanio; maestro in arti nel 1535; rettore del collegio universitario, detto Standonck, dal 1541; membro del consiglio dell'università e professore di filosofia al pedagogio detto di "Porc" nel 1544; dottore in teologia (15 luglio 1550) e presidente del collegio del papa (Adriano VI) a partire da quest'anno sino alla sua morte (16 sett. 1589); regio professore di sacra Scrittura a partire dal 1552. Nel 1563 fu uno dei due delegati dell'università al concilio di Trento. A queste dignità, il suo epitaffio aggiunge anche quelle di decano della chiesa di S. Pietro a Lovanio, di cancelliere dell'università e conservatore dei privilegi di questa istituzione; finalmente, inquisitore generale della fede nei Paesi Bassi.
Egli è l'autore del baianismo, dottrina che diede origine al giansenismo. Baio sosteneva che in Adamo, prima del peccato, la giustizia originale fosse stata naturale, cioè necessaria, affinché la sua natura fosse completa, e che, a causa del peccato originale, il libero arbitrio, lasciato a sé stesso, non poteva determinarsi altro che al male. Questo sistema, che secondo il suo autore renderebbe il pensiero genuino di S. Agostino, si fonda sull'idea, erronea nella dottrina cattolica, che la legge naturale non si può osservare senza la carità, e che senza questa ogni azione umana sia peccato.
Le principali proposizioni di Baio furono condannate dalla Sorbona nel 1560; e, dopo, dai papi Pio V (Ex omnibus afflictionibus), il 1 ottobre 1567, e Gregorio XIII (Provisionis nostrae), il 29 gennaio 1579. Baio rispose, in diverse occasioni, di non essere stato compreso bene. Poiché la bolla di Pio V era senza punteggiatura, i seguaci del maestro nel Belgio ne interpretarono la parne finale in modo tale che il papa non condannava la dottrina di Baio, almeno nel senso nel quale costui l'aveva sostenuta. Di qui ebbe origine la disputa del comma pianum. Tuttavia Baio si sottomise dopo la prima e la seconda bolla.
Le opere di Baio constano di undici opuscoli in lingua latina, chiari, pieni di forza e scritti con stile elegante, pubblicati tra il 1363 e il 1566: De libero hominis arbitro et eius potestate; De iustitia et iustificatione; De sacrificio, ecc.; inoltre due apologie (1569); due scritti relativi a controversie con Marnix de Sainte-Aldegonde sulla Chiesa e il sacramento dell'altare (1579-1581), e altri di minore importanza, alcuni tuttora inediti.
Ediz.: Le due principali ed. di Baio sono: M. Baii opuscula nunc primum edita, Lovanio 1556; M. Baii... Opera..., Colonia 1696 (ed. post. del P. Gerberon, seguita da Baiana, cioè documenti importanti sulla storia del baianismo).
Bibl.: J. B. Chesne, Hist. du Baianisme, Douai 1731; Baius, in Kirchenlexicon, I, pp. 1852-1862 (Scheeben); in Realencyk. für prot. Theol. und Kirche, II, pp. 363-367 (W. Moeller e R. Seeberg); in Dict. de Theol. cathol., II, coll. 38-111 (X. Le Bachelet); De Bay, in Biogr. nation. (del Belgio), IV, pp. 762-779 (A. Le Roy); F.-X. Linsenmann, M. Baius und die Grundlegung des Jansenismus, Tubinga 1867; soprattutto, F.-X. Jansen, Baius et le Baianisme, Lovanio 1927.