TUCHAČEVSKIJ, Michajl Nikolaevič
Maresciallo sovietico, nato nel 1893 nel governatorato di Smolensk da famiglia nobile; fucilato a Mosca il 12 giugno 1937. Terminò nel 1914 gli studî presso l'Accademia militare Alessandrina e partì subito dopo per il fronte, dove si distinse in azioni di valore. Dopo pochi mesi cadde prigioniero dei Tedeschi. Tentò quattro volte vanamente di fuggire. Il quinto tentativo gli riuscì (ottobre 1917). Si arruolò subito nell'armata rossa, dove ottenne il comando di una compagnia. Nel 1918 si iscrisse al Partito comunista. Avendo rivelato eccezionali doti militari, fece una rapidissima carriera e nel 1920 era già comandante in capo del fronte meridionale, dove sconfisse le truppe del generale Denikin. Dal maggio 1920 comandò il fronte occidentale. Qui venne in urto per la prima volta con Stalin (allora commissario politico dell'armata rossa) che T. accusò di incompetenza e di avere, coi suoi arbitrarî provvedimenti in contrasto con quelli del comando supremo, compromesso il felice andamento della campagna contro la Polonia.
Nel 1921 gli fu affidato il comando della VII armata che soffocò nel sangue l'insurrezione di Kronstadt. Nel 1922 divenne direttore dell'Accademia militare di Mosca e più tardi capo di stato maggiore dell'armata rossa. Sospetto a Stalin ed alle più alte autorità politiche, fu allontanato nel 1928 da Mosca, dove ritornò nel 1931. Compì in brevissimo tempo la motorizzazione dell'armata rossa contro l'opinione di Vorošilov e con l'appoggio di Stalin. Nel 1936 fu accusato di aver goduto, durante la guerra civile, la piena fiducia di Trotzkij e di essere ancora intimamente trotzkista. Nel 1937 venne arrestato con altri comandanti dell'armata rossa, processato per alto tradimento e fucilato.