ROSTOVCEV, Michael
Storico dell'antichità, nato a Kiev il 28 ottobre 1870. Dal 1898 libero docente e dal 1901 al 1918 professore all'università di S. Pietroburgo; emigrato nel 1922, tenne corsi in varie università, tra le quali Oxford, e fu poi professore dal 1920 al 1925 all'università di Wisconsin, e dal 1925 al 1939 nella Yale University di New Haven (fino al 1944 direttore degli studî archeologici di quell'università); morì a New Haven (Connecticut) il 25 ottobre 1952. Il cognome è stato dal R. stesso variamente trascritto (Rostovtsew, Rostowzew, Rostovzev) per conformarlo all'ortografia delle lingue da lui adoperate nelle sue pubblicazioni.
Si è occupato soprattutto della storia politica, economica e culturale dell'epoca ellenistica e romana imperiale, con speciale interesse alla vita delle province orientali, del mondo greco e dei territorî a cultura mista, greco-scitica, greco-iranica, ecc. Si debbono, così, a lui gl'importanti studî: Studien zur Geschichte des römischen Kolonats, Lipsia 1910; Gesch. d. Staatspacht in d. röm. Kaiserzeit, in Philologus, suppl. Bd. ix, 3, Lipsia 1904; Iranians and Greeks in South Russia, Oxford 1922; A Large Estate in Egypt in the Third Century B. C., Madison 1922; che sotto varî lati possono considerarsi preparatori all'opera, The Social and Economic History of the Roman Empire, Oxford 1926 (trad. ital. con aggiunte dell'autore, Firenze 1933) magistrale ricostruzione, su fondamento epigrafico, papirologico e archeologico della vita sociale ed economica delle varie regioni dell'Impero romano in rapporto con la politica imperiale fino a Diocleziano.
Da ricordare di lui: la sintesi History of the Ancient World, 2 voll., Oxford 1926-27 (trad. it., Firenze 1965); Caravan Cities (trad. it., Bari 1924); Mystic Italy, New York 1927; i rapporti e il volume sugli scavi di Dura Europos (v.) da lui diretti a partire dal 1927, e i contributi nella Cambridge Ancient History, preparatori a una storia sociale ed economica dell'ellenismo.
L'opera più importante dell'ultima produzione del R. è The Social and Economic History of the Hellenistic World, 3 voll., Oxford 1941, in cui le cause del declino della fiorente civiltà ellenistica, nata e sviluppatasi per l'intraprendenza dell'attiva borghesia greco-macedone, vengono ricercate in contrasti sociali che, ancor prima dell'intervento romano, ne minarono la compattezza.
La storiografia del R., basata su una amplissima dottrina e su una straordinaria capacità di rappresentare l'evidenza dei fenomeni storici, ha destato viva discussione per le soluzioni date ai fenomeni generali.
Il problema della formazione del R. si presenta oltremodo complesso per la mancanza di fonti dirette relative alla sua attività in Russia prima del suo volontario espatrio. Sappiamo che egli studiò a Vienna (1895-96) con la guida dell'epigrafista Bormann e dell'archeologo Benndorf. In Russia il R. pubblicò articoli di argomento archeologico e dové ricevere non poca considerazione, come può documentare il volume, edito lussuosamente, dedicato alla pittura decorativa della Russia meridionale nell'Antichità (Anticnaja dekorativnaja živopis' na juge Rossii, Pietroburgo 1913-14). Ma la esperienza più formativa per il R. fu senza dubbio l'incontro con il bizantinologo Kondakov e, in particolare, la partecipazione alle esperienze culturali del suo paese, che traspaiono specialmente nella sua opera più completa: The Social and Economic History of the Roman Empire. In questa egli scorge nel fondo dell'Impero romano un non superato contrasto fra la sua civiltà urbana e le masse rurali, sicché il contrasto città-campagna, enucleato dalla scuola sociologica, sarebbe la causa della decadenza dell'organismo statale romano. Per quanto il R. fosse, in politica, un liberale costituzionale di destra, egli aveva assorbito taluni motivi della cultura russa fermentati sino dal tempo dei populisti, che lo orientarono verso quelle ricerche di storia economica e sociale che costituiranno la sua caratteristica e lo porranno, con una eccezionale preparazione specifica, nella cultura occidentale all'avanguardia della ricerca storica nel campo antico. In Russia, il primo a dare questo indirizzo alla ricerca storica era stato A. N. Veselovskii con i suoi studî sul Rinascimento (in parte pubblicati anche in lingua italiana), del quale il R. sentì la diretta influenza.
La tensione spirituale del R., la sua intensa partecipazione ai fatti e agli avvenimenti del mondo antico, di cui rimane un profondo interprete e certo il maggiore dopo il Mommsen, insieme la difficoltà di far concordare l'uso di moderni strumenti sociologici nel giudizio sul mondo antico, lo portarono allo scoramento che caratterizzò i suoi ultimi anni.
Bibl.: G. V. Vernadskij, in Seminarium Kondakovianum, IV, Praga 1931, p. 239-252; G. B. Welles, in Gnomon, XXV, 1953, pp. 142-144; id., in Festschrift für Abbot Payson Usher, Tubinga 1956, pp. 65-73; P. Fraccaro, Commemorazione del socio straniero M. R., in Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, Classe di scienze morali, serie VIII, vol. XI, 1956, pp. 184-191. Una disamina dell'opera del R. è in M. Reinhold, Science and Society, X, 1946, pp. 361-391; A. Momigliano, In memoria di M. R., in Rivista Storica Italiana, 65, 1953, p. 481-495; id., Contributo alla Storia degli Studi Classici, Roma 1955, p. 327-354. La completa bibliografia del R., con la collaborazione di Sophie K. Rostovzev, è stata redatta da C. B. Welles, in Historia, V, 1956, pp. 358-381.