Keaton, Michael
Nome d'arte di Michael John Douglas, attore cinematografico statunitense, nato a Coraopolis (Pennsylvania) il 9 settembre 1951. Formatosi artisticamente nel mondo del cabaret, K. è riuscito a muoversi con disinvoltura in ruoli ora comici ora drammatici, imponendosi come uno degli interpreti più interessanti della sua generazione. Ha prestato la sua maschera di comedian a registi di grande valore come Ron Howard, Quentin Tarantino e Tim Burton. Quest'ultimo, in particolare, gli ha consentito di raggiungere alla fine degli anni Ottanta la popolarità internazionale affidandogli il ruolo del protagonista nei primi due episodi della serie Batman.
Dopo aver studiato oratoria alla Kent State University (Ohio), negli anni Settanta si trasferì a Pittsburgh dove cominciò a esibirsi come cabarettista nei locali della città. Nel 1975, inseguendo il sogno di diventare attore, si trasferì a Los Angeles e cominciò a recitare nel Second City Group scrivendo anche testi teatrali e partecipando ad alcuni show e a diverse serie televisive. Quindi esordì nel cinema con due commedie divertenti, Night shift (1982; Turno di notte) di Howard e Mr. Mom (1983; Mister mamma) di Stan Dragoti, che hanno messo in luce le sue capacità umoristiche facendolo conoscere al grande pubblico. Dopo queste due riuscite prove ha alternato film trascurabili ad altri più interessanti, tra cui Gung Ho (1986) sempre di Howard, fino al 1988 quando Beetlejuice (Beetlejuice ‒ Spiritello porcello) di Burton gli ha offerto la possibilità di tornare al successo nel ruolo di un bizzarro e divertente fantasma, che gli ha fatto ottenere il premio della National Society of Film Critics come miglior attore. Stesso riconoscimento gli è stato conferito anche per il suo primo ruolo drammatico in Clean and sober (1988; Fuori dal tunnel) di Glenn Gordon Caron, nel quale impersona un tossicodipendente che decide di seguire la difficile strada della disintossicazione. Il grande successo a livello mondiale è arrivato nel 1989 con Batman di Burton in cui K. ha dato vita, con ottimi risultati di critica e di pubblico, al celebre personaggio dei fumetti, cui ha conferito tratti di tormentata inquietudine, esperienza replicata felicemente tre anni dopo con lo stesso regista in Batman returns (Batman ‒ Il ritorno). Nel 1990 ha interpretato un pericoloso psicopatico in Pacific heights (Uno sconosciuto alla porta) di John Schlesinger e nel 1993 si è trasformato nel grottesco personaggio shakespeariano di Dogberry in Much ado about nothing (Molto rumore per nulla) di Kenneth Branagh e poi, in My life (My life ‒ Questa mia vita) di Bruce Joel Rubin, ha dato volto al malinconico ma determinato Bob Jones che, condannato da un male incurabile, cerca di lasciare una testimonianza oltre la morte. Nel 1994 ha recitato in due film, The paper (Cronisti d'assalto) di Howard e Speechless (Ciao Julia, sono Kevin) di Ron Underwood, mentre due anni più tardi è tornato a far sorridere il pubblico con l'intelligente commedia Multiplicity (Mi sdoppio in 4) di Harold Ramis, in cui il suo eclettismo si rivela perfettamente funzionale a rendere le quattro versioni clonate del suo personaggio, conferendo a ognuna tratti diversi e gustosamente complementari. L'instabile poliziotto Ray Nicolette di Jackie Brown (1997) di Tarantino e, soprattutto, il criminale Peter McCabe di Desperate measures (1998; Soluzione estrema) di Barbet Schroeder, summa delle sue doti istrioniche, hanno confermato il suo indubbio talento. Nel 2000 è stato poi protagonista di A shot at glory (Sfida per la vittoria) diretto da Michael Corrente.