MIAO-TZE o Miao-tzŭ (fr. Miao-tseu, nell'Indocina francese Meo)
Gruppo di popolazioni, le quali chiamano sé stesse Meng (siamese Muang, bimiano Mong) e vivono nella Cina meridionale (Hü-nan, Kwei-chow, Yün-nan) e nell'Indocina francese, a NO. del Tonchino e a N. del Laos. Non si hanno statistiche esatte, ma sembra che in Cina comprendano circa due milioni d'individui, e nell'Indocina più di 50 mila. Sono suddivisi in una settantina di tribù compatte, che si addensano nella parte centrale e SE. delle montagne del Kwei-chow. Sono montanari, i quali vivono generalmente al disopra dei mille metri sul mare.
I Miao-tze sono il residuo di popolazioni che abitavano la Cina meridionale fino al Kiang-si prima dei Cinesi, e in tempi storici sono stati continuamente respinti verso O. e verso S., fino nello Yün-nan e in Indocina. Una grande campagna contro i Miao-tze, in gran parte ancora indipendenti, fu compiuta nel sec. XVIII dall'imperatore K'ien lung. Durante l'insurrezione musulmana dello Yün-nan nel 1860, i Miao-tze insorsero contro i Cinesi e furono in gran numero massacrati dalle truppe imperiali dal 1860 al 1869. Molti di essi emigrarono in seguito a tale repressione nell'Indocina.
Piccoli di statura, semplici e ospitali, sono grandi bevitori di bevande fermentate, bellicosi e desiderosi d'indipendenza. Vivono in Cina amministrati da capi indigeni ereditarî semindipendenti, chiamati t'u-kwan o t'u-su. Sono classificati dai Cinesi, secondo il colore del vestito delle donne, tessuto di canapa, ornato da eleganti ricami, di vario tipo secondo la tribù, in: Miao neri (Hei Miao), Miao bianchi (Pe Miao), Miao rossi (Hung Miao), Miao fioriti (Hwa Miao). Più intelligenti sembrano i Miao neri, dediti all'agricoltura e alla pastorizia, i quali coltivano granturco e riso.
La loro lingua, monosillabica, variotonica, come il cinese, ha pochi rapporti di vocabolario col cinese e con le lingue tibeto-birmane. La costruzione è analoga al cinese; il regime del nome lo precede, il regime del verbo segue il verbo; ma i qualificativi sono posposti, cioè l'aggettivo segue il nome e gli avverbî seguono il verbo.
La lingua Miao appartiene, secondo ogni probabilità, al gruppo settentrionale delle lingue Thai, che alla lor volta rientrano nella branca sino-siamese del grande gruppo linguistico indo-cinese (v. XIX, p. 131). Diverso dal Miao-tze è il Miao-li dell'isola di Ha-nan che, secondo A. Trombetti, si ricollega al gruppo Yao, il quale alla sua volta appartiene allo stesso gruppo settentrionale delle lingue Thai.
Si dice che i Miao abbiano una scrittura propria, somigliante ai caratteri corsivi cinesi. È tra essi però diffusa la lingua cinese, per i contratti di affari, scritti tutti in cinese. Non hanno letteratura, ma interessanti leggende in versi di cinque sillabe, che cantano nelle grandi feste di primavera con danze di gruppi di giovani e di giovanette, i quali s'interrogano e rispondono in coro al suono di un organo primitivo (lin).
Bibl.: M. Martini, Novus Atlas Sinensis, Amsterdam 1655, p. 154, che descrive per il primo questi montanari: P. Amyot, Lettres sur la reduction des Miao-tseu, nel 1775, in Mém. concernant les Chinois, Parigi 1780, III, pagine 387-412; D'Hervey de Saint-Denys, Ethnographie des Miao-tse, in Congrès internat. des Orientalistes, Parigi 1874, p. 354; Torī Ryūzo, Rapporto sopra un'inchiesta sulle popolazioni Miao pubbl. dalla sezione etnografica dell'Accademia delle scienze di Tokyo, 1907; rec. di E. Chavannes, in T'oung-Pao, 1908, p. 274); D'Ollone e De Guébriant, Écritures des peuples non chinois de la Chine avec quatre dictionnaires Lolo et Miao-Tseu..., Parigi 1912; M. Abadie, Les races du Haut Tonkin, Parigi 1924; G. Maspero, L'Indochine, Parigi 1929; F.M. Savina, Dictionnaire Miao-tseu-français précédé d'un précis de grammaire Mia-tseu, et suivi d'un vocabulaire français-miao-tseu, in Bull. de l'École franç. de L'extrême Orient, XVI, Hanoï 1917; A. Trombetti, Elementi di glottologia, Bologna 1923, p. 154. Per una bibliografia completa si veda H. Cordier, Bibliotheca Sinica, Parigi 1924.