METTERNICH-WINNEBURG, Richard Klemens Lothar Joseph, principe di
Diplomatico austriaco, figlio di Klemens (v.) e della baronessa Antonia von Leykam, sua seconda moglie, che morì nel metterlo alla luce, nato a Vienna il 7 gennaio 1829, morto ivi il 1° marzo 1895. Suo padre ebbe per lui vivissimo affetto; lo predilesse su tutti gli altri suoi figli e ne curò molto la formazione intellettuale e l'educazione politica, presto indirizzandolo alla conoscenza degli uomini politici e dei problemi internazionali. Quando la rivoluzione viennese del 1848 costrinse il vecchio M. a lasciare la patria, R. lo accompagnò in Inghilterra e in Belgio. Entrato in diplomazia nel 1851, fu dapprima addetto all'ambasciata austriaca a Parigi (1852), passò quindi a Londra, per tornare a Parigi nel 1854 come segretario di legazione. Poco dopo divenne ministro plenipotenziario in Sassonia (1856), e fu durante la campagna d'Italia del 1859 aggregato al quartier generale austriaco. Dopo la firma dei preliminari di Villafranca, il M. andò con il cancelliere von Rechberg a Valeggio per consegnare a Napoleone III il memoriale che regolava le questioni accessorie. In questa occasione e nel successivo incontro di Saint-Sauveur (Pirenei) della fine di agosto riuscì gradito all'imperatore dei Francesi, e il 14 dicembre 1859 il M. fu inviato con patenti di ambasciatore straordinario a Parigi a riannodarvi le relazioni diplomatiche tra l'Austria e il secondo impero. Da allora il M., che succedeva a quel virorum acutissimus che fu J. A. v. Hübner, rimase ininterrottamente a Parigi fino al 19 dicembre 1871, quando fu sostituito dal conte Apponyi. Gentiluomo fine, colto, elegante, grande amatore di libri, di quadri, di musica, il bello e mondano ambasciatore apparve subito bene accolto nella buona società della Parigi imperiale, quotato a corte e personalmente molto stimato e benvoluto da Napoleone III e dall'imperatrice, che lo introdussero nella loro intimità e lo scelsero spesso a sicuro confidente. Interprete intelligente delle direttive del suo governo, non nascose mai la propria simpatia per la Francia e il suo imperatore, la cui amicizia egli si disputava con C. Nigra e con il Goltz. Nel 1862 fu nominato consigliere imperiale austriaco e nel 1864 consigliere intimo. Preoccupato per l'Austria dai minacciosi progressi della Prussia, già fino dal 1868 aveva ottenuto dal cancelliere Beust un generico incoraggiamento a trattare per quella triplice austro-franco-italiana, che era cara alle Tuileries. Ma le trattative riprese nell'estate del 1869 non portarono a risultati apprezzabili. Il progetto d'alleanza offensiva e difensiva del Rouher abortì per le note difficoltà di parte italiana (questione di Roma) e per la volontà austriaca di non compromettersi oltre un certo limite. Il gabinetto di Parigi s'illuse o finse d'illudersi sulla portata delle lettere scambiate fra i tre sovrani. Quando scoppiò il drammatico conflitto del 1870 per la candidatura Hohenzollern al trono di Spagna, il M. fece disperati tentativi insieme con il Nigra per una soluzione pacifica. Assistette alla catastrofe dell'impero e il 4 settembre 1870, insieme con il Nigra, protesse la fuga dell'imperatrice Eugenia dalle Tuileries. Espresse poco dopo il desiderio di essere richiamato, ma durante l'assedio di Parigi rimase nella città che tanto aveva amato e la lasciò solo alla fine del 1871, quando apparve necessaria la sua sostituzione con persona meno compromessa con l'antico regime. Tornato in patria, non riprese la carriera diplomatica, curò la pubblicazione delle memorie paterne e si dedicò alla sua passione per l'arte. Grande influenza ebbe su di lui la moglie Pauline Sándor, sposata il 30 giugno 1856 (v. metternich-winneburg, pauline).
Bibl.: H. Salomon, L'ambassade de R. de M. à Paris, Parigi 1931, oltre ai due libri di memorie di Pauline M., Geschehenes, Gesehenes, Erlebtes, Vienna 1920; Eclairs du passé (1859-1870), Vienna 1922.